CAP. 6 - I tentativi del Double...

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In quella caldamente strana giornata di quel venerdì autunnale, in cui per le strade passavano ragazzini in bici dallo zaino in spalla e vecchie signore spettegolatrici a braccetto, il ragazzotto biondo calciava sassolini sul marciapiede immerso nei suoi pensieri. Non che ne avesse di importanti, era assonnato e non faceva che pensare alla colazione saltata. Era davvero davvero in anticipo, non sapeva perchè era sceso di casa quaranta minuti prima del suono della campanella. Semplicemente era intento a camminare, ora guardando i sassolini che si scontravano con la staccionata a lato del marciapiede, ora alzando lo sguardo verso le poche foglie gialle degli scheletri degli alberi. Il sole stanco delle sette e venticinque lo accompagnava, riflettendo i suoi raggi su i due anelli che portava al dito. Un raggio di sole nei suoi occhi lo portò a spostare distrattamente lo sguardo verso una gelateria. Non si sa con quale criterio, Terey portò i suoi pensieri dal gusto del gelato nocciola a Weddie.

Aveva qualche piano da parte per provare a farsela amica, ci aveva lavorato un po' la sera prima. In un primo momento gli sembravano geniali ed era sicuro che funzionassero alla grande, poi si ricordò di quale ragazza stava parlando. Ricordando ciò che successe quel giorno nel bagno di servizio, tirò un sospiro deluso. In effetti non ricordava cosa gli avesse fatto venire in mente di provare in quel... 'modo', forse era solo impazzito per qualche momento. Fatto sta che quando ricordò i capelli nocciola di quell' esile 'ballerina', e successivamente il suo sguardo freddo ed indifferente, dimenticò completamente i sassolini, la staccionata, la gelateria e gli alberi. Aveva intenzione di diventare suo amico, era questione di vita o di morte. Aveva bisogno di sentirsi sicuro, avendo tutti dalla sua parte.

Ricordò la sua camminata da topolino fantasma errante, poi smorzò un sorriso amaro. "... hm, Weddie..."

Doveva riuscirci, in quel giorno. I suoi piani potevano funzionare, ne era sicuro, bastava seguire tutto punto per punto. 'Non è poi così difficile' ripeteva nella sua testa Terey, credendo di starsene preoccupando troppo. E cercava di convincersi che, se fosse andata male, in fondo un'amicizia in meno non era poi così importante.

Ritornò il sole, ritornarono i sassolini e la staccionata al suo fianco. Poco lontano vide il semaforo e le striscie pedonali da attraversare, dietro un chiosco-bar invece troneggiava il suo imponente liceo di ben cinquantadue anni. Vide il cancello che stava aprendo, il suo orologio: le otto meno venti. Zaino in spalla, divisa sbottonata, Terry tirò un sospiro e fece un sorriso fiero, continuando a camminare con il suo solito fare poco modesto.

I suoi piani Terey li aveva appuntati velocemente sul diario, in una pagina a caso di giugno del prossimo anno, e li aveva soprannominati 'tentativi'. Comprendevano una piccola descrizione di ciò che si doveva fare, e perfino l'orario in cui doveva compiere il piano. Terey era un tipo molto organizzato, ma solo quando si parlava di ragazze.

Ciò che fece in quella stranamente calda giornata, si potrebbe descrivere come appunti su un'agenda.

Ore 9:00 - Musica - solito modo di fare. Distrarre il professore con un finto richiamo dalla vicepreside, portare la classe al caos e avvicinarsi all'obiettivo.

Terey uscì dalla classe prima del suono della campanella della seconda ora, spargendo la voce che la vicepreside lo avesse richiamato per un incontro galante. Non era necessario il fatto dell'incontro, ma in questo modo almeno avrebbe fatto un po' rialzare tra le ragazze la cosiddetta 'linea degli ascolti'. Infatti quando la voce si sparse la voglia delle ragazze di vedere Terey si accentuò, tranne per una, che sentendone parlare alzò un sopracciglio.

Quando il professore di Musica Xerein Johnson incominciò la lezione, Terey rientrò in classe, sbattendo la porta. Si arruffò parecchio i capelli prima di entrare, forse per dare l'impressione di aver davvero partecipato ad un incontro galante con 'lieto fine'.

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