Capitolo 6 - T(ommaso)uuu... Tuu...

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Sento il mio respiro dentro di me.
Inspiro, espiro.

Non riesco a realizzare questa cosa, è uno scherzo...

C'è un silenzio assordante nell'aria. Il sole è sorto e man mano, si alza in cielo.
Sara: «Aspettate! Se ci è arrivato il messaggio, significa che ora c'è campo! Scriviamo a Tommaso e vediamo dove sta»
«Hai ragione Sara, ora lo chiamo!»

Prendo l'iPhone in mano, lo sblocco e cerco il numero di Tommaso. Tutto questo lo faccio a rilento e non riuscendo ad avere la mano stabile, mi tramano le dita.
Trovato!

«Ok, lo sto chiamando!», dico alle ragazze.
«Tuuu... Tuu...»
Rimango lì, con il cuore in gola, sperando di sentire la sua voce. Sara e Mara mi guardano negli occhi, anche loro hanno le mie stesse sensazioni, ne sono certo.

In quei secondi interminabili, ripenso alla grande amicizia che ho con Tommaso. È l'amico che ho di più lunga durata, si può dire che è il mio migliore amico.

Ci conosciamo dall'asilo, lui abitava vicino casa mia e abbiamo passato insieme tutti i cicli scolastici: l'asilo, le elementari, la scuola media. Alle superiori si trasferì a 20 minuti da casa mia, ma il rapporto rimase, anche perché facevamo lo stesso liceo ma due classi differenti.
Lui mi ha visto crescere, come ho visto io a lui. Come tutte le grandi amicizie, abbiamo avuto alti e bassi, momenti in cui ci odiavamo e altri in cui passavamo intere giornate insieme, al campo vicino casa a giocare a calcio o basket, a passare veri momenti spensierati. Altri momenti... in cui... ci siamo visti cadere l'un l'altro...

C'è stato un periodo in cui, non ci sentimmo per niente. È stato alla all'inizio dell'anno scorso, in quarto superiore. In quel momento avevamo già il nostro gruppo. Per Sara e Mara divenne veramente difficile non schierarsi. Mara mi stette più vicino e Sara più vicino a lui, che era la compagnia di banco di Tommaso.

Lo ricordo come fosse ieri....

Arrivai a scuola come tutti i giorni con il tram, fuori c'erano otto gradi ed eravamo in pieno marzo.
Alberi spogli, l'inverno che continuò a essere gelido quell'anno.
Salì le scale del mio liceo per raggiungere la classe. Ma lungo il tragitto, sentivo qualcosa di diverso quel giorno... no, non era perché fu l'ennesima volta che arrivavo in ritardo e tutti i miei amici già erano nelle loro rispettive classi, no... c'era un'atmosfera diversa nell'aria.

Entrai in classe e salutai Mara, la mia vicina di banco e amica di Alice.
Alice... è... stata la mia fidanzata dal primo superiore, la amavo da impazzire. Capelli rossi, sorriso che... Dio...
Non riuscivi a incazzarti con lei, ti guardava con quei occhi e riuscivo a raggiungere il suo cuore, quello che sentiva e provava e mi sentivo connesso alle sue emozioni. Occhi da cerbiatto, marroni... "Cacca" come le dicevo per stuzzicarla. Quanto era bella da arrabbiata, aveva gli occhi pieni di tensione e determinazione. La sua determinazione mi faceva sempre più innamorare di lei...
Lei era tutto per me e tutti al Liceo sapevano della nostra grande relazione, anche i professori.

Quel giorno, lei non era ancora arrivata in classe e le mandai un messaggio, solitamente ero io il ritardatario. Qualche minuto prima mi aveva scritto che era arrivato Tommaso sotto casa a prenderla, perché abitavano vicino e lui aveva già la patente perché era nato i primi di Gennaio.
Mi aveva scritto: «Amore, è arrivato Tommaso. Ci vediamo in classe che così ti lascio il mio regalo 🙈. Ti amo e non fare tardi come al tuo solitoo!!»
Mi doveva lasciare il regalo per il nostro quarto anniversario di fidanzamento. La ricorrenza era stata una settimana prima e aveva comprato il regalo su internet ma purtroppo a causa di un blocco alla dogana aveva tardato di tre settimane e finalmente era arrivato. Io fremevo dalla curiosità, non sapevo cos'era, non ero riuscito a estrapolarle nemmeno un indizio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 24, 2021 ⏰

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