Prologo - Louis

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Premessa:

Quella che state per leggere non è l'esatta ripresa della Bella e La Bestia, tale e quale al cartone della Disney: la trama e gli eventi sono praticamente gli stessi, ma ho modificato (di molto) la maledizione, vedrete come 💗💗 spero vi piaccia! :)
Il totale è di undici capitoli, aggiornerò una volta al giorno (intanto, potete leggere già completa sul mio profilo Tangled, che è invece un' AU Larry su Rapunzel, date un'occhiata se volete!)

Come sempre, preciso che non ci saranno scene smut (vogliatemi bene lo stesso :(( ) e che la trama è stata resa un po' meno "infantile" proprio ai fini della storia.

Come sempre, un ringraziamento alla mia beta reader fstylinson_ , oltre che incredibile supporter di ogni follia che mi passa per la testa (la copertina è opera nostra)

Detto questo, posso solo augurarvi buona lettura! ci vediamo nelle note ;)

all the love

b

***

Quando Louis, unica anima di quel castello con meno di dieci anni sulle spalle, faceva qualcosa di male, di solito non succedeva niente.

Forse perché, alla fine, le sue non erano vere e proprie bravate. Capitava che il bambino leggesse o studiasse pianoforte così tanto da rendere la biblioteca un ammasso di fogli al vento e libri riposti male, e tutta la buona volontà del suo insegnate o del bibliotecario non potevano sistemare i detriti di quel tornado. O ancora, era uno scivolare di piccole dita nella crema per le torte o nel sugo ancora freddo per l'anatra, o forse un rubare qualche bicchiere di limonata di troppo. Un demonietto vestito di lino che correva tra le aiuole della madre, facendo ridere i giardinieri e fermandosi per cedere alla tentazione di qualche mazzetto di fiori d'anice dietro l'orecchio, che poi portava, seccato, proprio alla madre, nascosto in un fazzoletto.

Persino quando il bambino, di ritorno da una delle mappature del suo castello, si sedeva a tavola con il naso sporco d'inchiostro e le dita ridotte a un minuscolo, adorabile disastro, incontrava la risata del padre (che finiva presto, pur di aiutarlo, nelle stesse condizioni) e il sorriso intenerito della madre, che si sfregava il pollice sulla punta della lingua e passava a pulirgli lo zigomo, attirando non poche proteste da parte dell'unico figlio.

Ma quel giorno, Louis sta correndo dietro ad Argo, il mastino di suo padre, tentando di riprendersi la palla di pezza dura che il cane stringe tra le fauci, quando prende male una curva (non è totalmente colpa sua, alla fine, dato che il marmo su cui sta poggiando i piedi è reduce da una passata freschissima di cera) e sbatte contro una delle innumerevoli armature poste su piedistalli di ottone. C'è un clangore di ferro e un urlo acuto, che fanno ritornare l'animale sui suoi passi e affondare il naso nel torace, ora scomposto, dell'armatura.

Una volta appurato, dopo attimi di panico da parte delle domestiche più affezionate e, soprattutto, da parte della madre, che il bambino è sano e salvo, emerge anche che il cadere dell'armatura ha irrimediabilmente graffiato il pavimento, cosa per cui il padre di Louis si ritrova ad urlare per più di un'ora, chiuso con il figlio in biblioteca.

''Non è colpa mia!'' ripete per la millesima volta il bambino, rosso di rabbia e con gli occhi lucidi ''Se solo non avessero passato la cera, non sarei scivolato, e tu non avresti rovinato il tuo stupido pavimento!''

''Non usare questo linguaggio con me, signorino!'' tuona l'uomo, troneggiando su di lui. ''Tua madre è stata fin troppo accondiscendente con te da quando sei nato, e io non accetto comportamenti del genere, sappilo! Se fossimo solo io e te, le cose andrebbero in modo molto diverso!''

The Beauty and The Beast ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora