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Non fatevi fuorviare dalla parola 'epilogo' e leggete le note finali :) -b
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Harry sente da qualche parte (nel cuore, nello stomaco, forse nelle pieghe della carne contro le ossa) che non ha tempo. Non ha tempo per tornare da Louis e consumargli la maschera di baci, non ha tempo per capire cosa sia successo a sua madre, non ha tempo per spezzare la maledizione: tutto gli corre contro a rotta di collo, affannandosi per ostacolarlo.
Mentre stringe più forte la criniera di Auguste, piangendo contro la sua pelle calda, si chiede se si sia mai meritato di vivere in questo modo, di dover sempre correre per salvare chiunque, decidendo comunque di lasciare qualcuno indietro. Harry, che ha sempre chiesto e cercato una grande avventura in libri più grandi di lui, con parole che non avrebbe mai saputo scrivere, si ritrova, per un secondo, ad odiare le stesse storie che ha sempre osannato.
Singhiozzando appena, Harry cerca la pace.
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''Mamma!'' urla, saltando giù dal cavallo ancora prima che si sia fermato, rischiando di cadere con le ginocchia nella polvere. Si fa strada tra le spalle umide di pioggia, realizzando solo in quel momento l'acqua gelida e sottile che gli sta punzecchiando il viso. Tutti lo fissano, gli occhi sgranati, mentre i bambini fanno un passo indietro, guidati dalle braccia rigide dei genitori. Harry raggiunge il centro del gruppo, osservando sua madre che si dibatte tra due uomini vestiti di completi bianchi, e Nick, braccia incrociate, che osserva la scena penosamente. Harry sente un moto di rabbia cieca, ma si costringe a divorarlo.
''Cosa sta succedendo?'' domanda inutilmente, scostandosi i riccioli bagnati dalla fronte. Sente la pioggia entrargli nel colletto e strisciare sulla schiena, mordendogli la pelle. Nick, dal canto suo, lo osserva e sorride teneramente, gli occhi liquidi e viscidi che si fermano sui pantaloni, sull'inguine, sulla pancia. Harry ha il voltastomaco.
''Tesoro'' inizia, facendo un passo avanti. Si blocca quando il riccio ne fa uno indietro, ma allunga la mano. ''No, no, non essere spaventato da me. Mi dispiace dirtelo, tesoro, ma tua madre è impazzita. Crede che tu sia stato... Rapito da una Bestia, in questi due mesi, quando sappiamo tutti molto bene-''
''E' così'' interrompe con sicurezza Harry, facendo salire mormorii dalla folla scioccata. ''Cioè, non- Non sono stato rapito. Ero con lui e basta."
Nick lo fissa, improvvisamente serio, e argomenta lentamente: ''Harry, basta supportare tua madre nella sua folle crociata contro qualcosa che non esiste, solo perché la vuoi con te. Il manicomio sarà un posto molto più sereno, per lei-''
''Brutto stronzo'' sputa Anne, e un medico le stringe il braccio. Il cacciatore la ignora.
''- E io sarò qui, a prendermi cura di te, tesoro. Staremo bene insiem-'' Harry scaccia via la mano di Nick con uno schiaffo, sentendo di nuovo un rigetto salirgli in gola al solo pensiero di dare il permesso alle dita di quell'uomo di toccarlo dove l'ha fatto Louis. Stringe le labbra in una piega dura.
''Preferirei marcire all'Inferno che passare un solo secondo della mia vita con te nella disgustosa condizione di essere tuo marito. E scenderei negli abissi vantandomene, del perché sono lì.'' sputa, facendo sbiancare l'uomo davanti a lui. ''Mia madre ed io non siamo pazzi. Siamo stati entrambi a contatto con una Bestia, ma lui non è cattivo- Anzi, è più buono di molti di voi, ad essere onesti. Guardate! Mostrami Louis'' prega a bassa voce, e lo specchio si appanna di nuovo, per poi mostrare una maschera che fissava fuori da una finestra sporca di pioggia. Harry si trattiene dal sorridere mordendosi un labbro, mormorando un 'ciao' che è più un sottile movimento di labbra, prima che lo specchio gli sia strappato di mano.
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The Beauty and The Beast ||L.S.||
FanfictionIl giorno del suo ventunesimo compleanno, Louis volta le spalle a tre streghe, dopo averle già voltate alla vita, e si ritrova con tre rose tra i palmi sanguinanti e una maschera sul viso. E' appena diventato una Bestia, una vecchia leggenda britann...