Capitolo Tre - Harry

1.5K 127 32
                                    

Harry osserva sua madre dalla piccola finestra della cella, rilasciando un sospiro quando vede che ad accompagnarla fuori non è la Bestia, ma un ragazzo castano che le porge la mano per aiutarla a salire. Sembra farle pressione per partire, da come spinge il fianco del cavallo, e sua madre cede solo quando volta la testa e sembra trovare la finestra da cui anche lei, ore prima, ha guardato fuori. I suoi occhi pieni di lacrime non possono certo inquadrare Harry, ma mormora comunque qualcosa che il ragazzo non capisce. Sembra mimarlo più volte, prima che lei e Philippe vengano praticamente spinti dal giovane oltre le inferriate. Auguste osserva la scena da sotto la tettoia, senza alzarsi, ma da come scuote la testa, probabilmente sta sbuffando.

Harry lascia le sbarre della piccola finestra e fa scivolare la schiena lungo la parete umida e sporca, fino a trovare il pavimento. Stringendosi le ginocchia al petto, la prima cosa che fa, di getto, è ridere nervosamente: ha avuto una giornata assurda. Prima tutta quella storia del matrimonio, lui che getta Nick fuori di casa, la corsa stretto al collo di Philippe e, adesso, l'aver sacrificato la sua libertà per sua madre, cosa di cui non si pente, assolutamente, ma che lo confina comunque nello stesso castello di un mostro. E ha promesso di non lamentarsi.

Harry si accorge che, mentre le sue labbra sono piegate a ridacchiare in maniera quasi ridicola, sta già piangendo. Si asciuga le lacrime con una sola mano.

***

Niall è poggiato alla parete, le braccia incrociate, l'espressione ancora arrabbiata rivolta a uno dei suoi migliori amici. ''Cos'era quello?'' domanda, gelido. ''Insomma, non potevi lasciarli andare e basta?''

''No,'' sibila Louis, e il biondo sa che si sta comportando in quel modo solo per come il ragazzo ha avuto la faccia di rispondergli. A volte crede sia ancora un ragazzino.

Il cameriere si passa una mano tra i capelli, incontrando la pelle dura e fredda. Quel tocco gli fa venire sempre i brividi, anche se tende a non farlo notare a Louis, pur di non farlo sentire in colpa. Lui stesso basta e avanza, come carnefice. ''Almeno potresti provare a... Lo sai.''

''Ho solo due mesi, Ni.'' ricorda con tono basso, e Louis sembra stanco, stanchissimo. ''Cosa potrei mai fare in due mesi, con il mio carattere e questa maschera? Per favore, non iniziamo ad essere disperati.''

''Sei già disperato.'' ribatte, senza dargli il tempo di continuare. ''Lo siamo tutti.''

Louis alza di scatto la testa, e Niall, che ha imparato a leggere le espressioni di Louis dal linguaggio del suo corpo, senza poter vedere la sua faccia, sa che è dispiaciuto. L'ha sentito molte volte, febbricitante o ubriaco, pregare di prendere solo lui e lasciare andare tutti gli altri. A volte, Niall è convinto che l'amico fosse stato abbattuto e basta, mentre stava inginocchiato contro il letto e mormorava alle coperte. Louis non l'ha mai detto, ovviamente, ma tutti sanno quanto lui abbia provato a liberarli da quel fardello. E' uno dei milioni di motivi per cui non possono voltargli le spalle, non quando Louis ha la testa china in quel modo.

''Lo so.'' mormora, attirando le spalle di Louis. Sente la maschera, bianca e pesante, premergli sulla clavicola. ''Lo so.''

''Sono stanco. Vorrei dormire bene.'' pigola la voce alla sua sinistra. C'è una risata senza allegria, che gli scuote il petto. ''Gesù, vorrei lavarmi la faccia.''

Niall si accoda alla risata, eppure gli viene da piangere. ''Senti, hai fatto un po' una stronzata, però perché non vediamo di tirarne fuori qualcosa? A provarci, almeno?''

''Guarda lui e guarda me, Niall. Sono una Bestia.''

''Ehi.'' il ragazzo alza il viso dell'amico, serio, ignorando il magone a vedere i suoi occhi lucidi. E' contento che gli sia rimasto qualcosa di Louis da guardare. ''Sei sempre il bambino con cui disegnavo baffi di panna sulle armature. Chiaro? E poi, se lui è interessato agli uomini-''

The Beauty and The Beast ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora