un letto, una canna e le tue mani su di me

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Uscì dalla doccia, mi asciugai per bene e mi misi l'intimo, così indossai i pantaloni e il top, sopra misi la sua felpa, avevo ancora un po' freddo. Tornai in camera e lo trovai già vestito e pronto per andar via
"Allora? Hai preso tutto?"
"Si, grazie per l'ospitalità"
"Figurati, sei la benvenuta qui"
"Se siamo ancora in tempo, vorrei passare da casa per lasciare lo zaino e prendere la borsetta"
"Certo, andiamo ti accompagno con la macchina"
Uscimmo dalla casa dopo averla chiusa e ci dirigemmo verso la mia casa, posai lo zaino e uscì la maglia che avrei dovuto indossare alla partita, la piegai e la mia nella borsa di Luis Vuitton. Presi le cuffie e le sigarette e tornai in macchina
"Okay, possiamo andare allo stadio"
"Guarda che non andiamo in macchina, ci accompagna il pullman della squadra"
"Giusto, allora andiamo al club no?"
"Esatto"
Accese la macchina e partimmo per prendere il pullman. Una volta li, trovai tutta la squadra, in più mio padre, così lo salutai e gli dissi cosa avevo fatto questo pomeriggio, in modo da rassicurarlo, non mi avrebbe detto niente perché di me si fida cecamente.
"Possiamo partire? Ci siete tutti?" disse al microfono del pullman l'autista
"Sisi, parti che siamo già in ritardo" rispose mio padre
"Come al solito" puntualizzò Morata
Mi sedetti accanto a Federico, indossai le cuffie e feci partire una playlist di canzoni che mi piacevano, canzoni random
"Mi dai una cuffia?"
"Certo, tieni, è la destra" risposi porgendogli la cuffia
Così appoggiai la mia testa sulla sua spalla e dopo un po' arrivammo allo stadio
"Tesoro, tieni il pass, indossalo e porta in mano il biglietto per sederti sugli spalti, se vuoi rimanere in panchina mentre si allenano puoi farlo" accennò mio padre
"Se non è un problema vorrei restare in panchina fino all'inizio della partita, poi vado sugli spalti"
"Okay okay, andiamo" così mi prese per mano e ci dirigemmo verso il campo. Mi sedetti sulla panchina e guardai l'allenamento pre-partita.
Dopo una mezz'ora, tutti uscimmo dal campo e io mi sedetti sugli spalti, dove trovai la compagna di Paulo, così feci amicizia e mi spostai affianco a lei. Nel mentre mi conoscevo con lei, tirai fuori la maglia, che subito dopo indossai.
"E questo numero sospetto? Sei la ragazza di Chiesa?"
"Nono ahahahah, sono solo una sua amica"
"Amica dici eh, Paulo mi ha parlato di voi due, non sembrate proprio solo amici"
"Beh okay, io credo di provare qualcosa per lui, ma non vorrei essere d'intralcio nella sua carriera, per il momento mi faccio da parte e continuo a fare l'amica"
"Anche io dicevo così e guarda adesso, stiamo insieme e anche molto bene"
"Come andrà non lo so, spero si concluda per bene questa vicenda"
"Lo spero per entrambi"
"Anche lui sembra preso ma preferisco non farmi film per ora"
"Fai bene, comunque adesso sta incominciando la partita"
"Speriamo che vincono"
La partita è iniziata già da un po', al 15esimo Federico ha avuto l'occasione di fare 1-0, ma purtroppo ha preso il palo. 3 minuti dopo però, Paulo trova un'azione col tacco e conclude Federico con un bellissimo goal.
"Siiiiii vaiiii" iniziai ad esultare, così mi girai verso il campo e mostrai il suo numero stampato sulla mia maglietta. Quando mi rigirai però, lo vidi indicarmi e farmi un cuore con le mani. Da quel momento in poi iniziarono a venirmi le farfalle allo stomaco.
"Amici hai detto no?"
"Cavolo, non lo pensi vero?"
"Dannazione amica, è cotto di te, ti ha dedicato un goal e ti ha fatto un cuore con le mani nonostante le mille telecamere, vuol dire che ha pensato a te quando lo ha fatto"
"Mi fai venire i brividi così amica"
"Ti sto dicendo buttati, provaci, se va non hai sprecato niente, se non va almeno sai che ci hai provato"
"Hai ragione, grazie del consiglio"
"Figurati, per qualsiasi cosa io sono qui"
Continuammo a vedere la partita e dopo il goal del Milan, segnato da Calabria, ci fu la doppietta del 22, ero davvero felice per lui, stava giocando da dio davvero. Ormai siamo 2-1 e la partita sta quasi per finire quando Ronaldo passa la palla a McKennie per provare a fare il terzo goal, ma la mano di Donnarumma blocca tutto, fin quando Kulusevski non passa la palla a McKennie che questa volta non sbaglia e segna il 3-1. Dopo questa splendida partita, scesi dagli spalti e mi diressi verso l'uscita, dove aspettai con molta ansia Federico, che fu il primo ad uscire nonostante avesse fatto una conferenza post-partita. Quando mi vide lì, difronte a lui, mollò tutto a terra e io iniziai a correre per saltargli in braccio. Mi strinse fortissimo, si vede che ci tiene tanto sia a me sia alla partita che aveva giocato oggi.
"Eh allora? Hai fatto una partita stupen-"
"Non provare a dire niente, hai fatto stampare il mio numero? Davvero lo hai fatto? E perché"
"Ah si giusto questa maglietta, beh c'è poco da dire ci tengo molto a te e mi fai stare bene, quando sto con te non penso più a nulla, solo a divertirmi e questo mi riesce solo se sei vicino a me, perciò ho deciso di farti questa piccola sorpresa, spero che non ti dia fastidio"
"Fastidio? E perché dovrebbe crearmi fastidio, quando ho visto il mio numero sulla tua schiena mi si è fermato in cuore per un attimo"
"E quella dedica con il cuore? Ne vogliamo parlare di quanto mi hai fatto rabbrividire?"
"Ti ricordi quando ti dissi che ti avrei dedicato un goal perché amiamo le stesse cose da mangiare? Ecco, l'ho fatto per quello e perché anche io provo le stesse cose di te, sto davvero bene quando ridiamo, scherziamo, quando siamo seri e quando ti metti le mie felpe, si svegliano le farfalle che ho nello stomaco"
"Sei il migliore, davvero"
Facendo ciò mi alzò dalle braccia e mi strinse forte a lui, così facendo io misi le mie gambe attorno alla sua vita. Fummo interrotti dal rumore della macchina fotografica quando scatti una foto, qualche paparazzo ci stava riprendendo ma a noi non importava, questo era il nostro momento e nessuno avrebbe potuto rovinarlo.
Dopo un serata intera passata con tutta la squadra a divertirci, bere e scherzare, Federico mi accompagnò a casa, mio padre era fuori per il lavoro quindi rimasi da sola in casa. Non avevo intenzione ne di dormire ne di restare da sola, così dissi a Siri di chiamare Genovese, avrete capito di chi sto parlando. Intanto il telefono squillava e ad un certo punto rispose
"Ei nana dimmi"
"Fede sono in casa da sola e non ho voglia di dormire e ne di passare la notte da sola, vieni?"
"Io ho davvero sonno, se posso fermarmi a dormire allora si, arrivo subito"
"Certo che puoi, tanto il mio letto è abbastanza grande per starci in due"
"Allora tra 2 minuti sono li"
"Ti aspetto"
In quel momento ero solo con una canotta dei Lakers ed ero anche in mutande, perciò misi dei pantaloncini comodi e rimasi sul divano ad aspettarlo. Dopo un po' suonò il campanello e gli aprii
"Salve, senza se e senza ma, andiamo sopra"
"Quanto sonno hai"
"Ti ricordo che oggi ho giocato una partita e non mi sento più le gambe"
"Esagerato"
"La prossima partita la giochi tu allora"
"Molto volentieri"
"Non dureresti 5 minuti"
Iniziai a tiragli degli schiaffetti e mentre lui scappava finimmo sul letto.
"Ahh che sonno, io dormo adesso"
"Va bene, buonanotte allora"
"Te non vieni nel letto?"
"Fumo una sigaretta e arrivo"
"Okay ti aspetto"
Uscì fuori nella veranda e accesi la mia sigaretta, presi il telefono e entrai su instagram, neanche il tempo di entrare che avevo un sacco di direct e nuovi follower. Tutto per una storia di Federico, assurdo come la gente parli in questa generazione. Nel mentre leggevo un po' di commenti sotto la storia, la sigaretta finì così la spensi nel posacenere ed entrai in camera. Lo trovai già steso sul letto a dormire, così decisi di scattargli una foto

La pubblicai nella storia e non lo taggai, magari per paura che gli creasse fastidio

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La pubblicai nella storia e non lo taggai, magari per paura che gli creasse fastidio. Così mi misi di fianco a lui nel letto e abbassai il cuscino, mi infilai sotto le coperte e rimasi fissa a guardarlo, aveva la faccia contro la mia e ad un certo punto lui aprì gli occhi, sorridemmo entrambi e lui si avvicinò a me, io mi girai di pancia in su e lui mise la testa sul mio petto appoggiandola sul seno, io iniziai a giocare con i suoi capelli finché non ci addormentammo.
Federico pov's
La mattina seguente mi svegliai prima di lei, i miei occhi si aprirono e videro questa bellissima ragazza di fianco a me che dormiva. Allora decisi di alzarmi molto silenziosamente ed uscire per andare a prendergli la colazione, una volta tornato in casa sua, gli portai la colazione nel vassoio da letto che trovai e la svegliai
"Buongiorno dormigliona, ti ho preso la colazione"
"Ei ciao, ma?" disse guardandomi negli occhi mentre stiracchiava i muscoli delle braccia e si tirava su
"Non dovevi, sul serio"
"Ti ho pensato appena mi sono svegliato, perciò ho deciso di farti una piccola sorpresina"

Ci sarò io, pronto a proteggerti| Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora