"Guarda che è sbagliato cazzo! Non vedi che va dall'altra parte del letto? Nico ricordavo fossi scemo ma non così tanto"
"Siete uno peggio dell'altro, io mi vado a fare un caffè, faccio anche per voi?"
"Dai cazzo entraaaa!!" urlò Nico
"Lo prendo come un si"
"Oh cosa? Sisi fai quello che vuoi" disse Fede con il fiatone
Scesi e preparai il caffè per tutti e tre, misi un cucchiaio di zucchero per me e Nico e due per Fede, se ne mettevo solo uno mi dava dell'incapace perché era troppo amaro.
Tornai su e il letto era già quasi completato, così posai tutti e tre i bicchierini mentre sentivo gli scleri provenienti da Nico e le mille risate che si stava facendo Fede, sembrano due bambini che non riescono a costruire la casetta dei lego.
"Nico fermati un attimo, ahahahahah, vieni a bere il caffè"
"È una sfida con me stesso, lui mi sta sfidando da quando l'abbiamo uscito dal cartone"
"Ma smettila è solo un letto, vieni a bere"
"Non ci credo che l'ha detto veramente ahahahahahahah" esclamò Fede. Entrambi si avvicinarono ai bicchierini e Nico bevve il suo caffè con affanno e stanchezza.
"Che ne dite di fare veloce così poi ci fermiamo un attimo in piscina?"
"Ne sarei molto felice non ne posso più di sentire lui sbellicare e imprecare tutti i santi possibili per.." gli scappò una risatina "per dei pezzi di legno e dei chiodi" continuò la frase
"La fai facile bastardo, invece di ridere dammi una mano"
"Come mi hai chiamato tu?"
"Bastardo, esattamente così" stavano ovviamente scherzando, l'ho capito perché Nico essendo un po' più basso di Fede, si mise sulle punte perché arrivare quasi all'altezza di Fede, con scarsi risultati. Aggrottarono entrambi le sopracciglia, per sentirsi più convinti di loro stessi e iniziarono a darsi piccole spinte, per poi finire tutto con una risata, mentre io me ne stavo lì a guardarli con il sorriso sul volto e le braccia incrociate, come se una maestra stesse sorvegliando i propri alunni cretini che litigavano tra loro.
"Finito bambini? Forza finiamo questo benedetto letto"
Dopo una mezz'oretta che sembrava interminabile, completammo il letto inserendo le doghe, aprimmo il nuovo materasso e lo posammo sul letto, infine terminando mettendo il copriletto, il lenzuolo e il sottile piumino bianco. Federico intanto aveva già messo le federe ai cuscini, testammo tutti e tre il letto ed era davvero tanto comodo, ci sprofondavi per quando era morbido, era uno di quei che lasciava 'l'impronta' quando ti ci sdraiavi ed era troppo comodo.
"Nico ti dovresti alzare, andiamo in piscina"
"No io rimango qui voglio cazzo dormire male"
"Noi scendiamo Fede?"
"Mh si dai, andiamo in piscina"
Scendemmo entrambi e mentre scendevo le scale di colpo mi fermai e vidi l'orario. Erano le 19:00, andai in panico, i ragazzi alle 19:10 avevano una macchina per andare a fare la riunione e io e mio padre verso le 9 avevano la cena con Mancini.
"Fede cazzo, tra 10 minuti avete la-"
"LA RIUNIONE PORCA PUTTANA"
Ci guardammo prima di scappare sopra a svegliare nico appena addormentato, e mentre lo facevamo stavamo morendo dalle risate per il modo in cui fosse successo tutto.
"Nico tra 10 minuti passa di qui la macchina che ci porta alla riunione cazzo, ti devi svegliare"
"Merda la riunione" si alzò di scatto e si spogliò in fretta, rimase in mutande
"Io faccio una doccia molto veloce, posso vero"
"Si tanto questo è un hotel ormai"
"Sbrigati Nico, sbrigati"
Mentre lui era in bagno, Fede si stava dando una sistemata ai capelli con il mio pettine dimenticato sul comodino di fuori, prese un po' di lacca da mio padre ed era pronto. Io ero sul letto seduta con il telefono in mano a guardare un po' i social, quando qualcuno non si siede affianco a me mettendo una mano sulla coscia sinistra, ciò mi provocò delle bollicine che scoppiettavano nel mio stomaco, lo guardai e con la mano gli girai meglio il capo e ci baciammo. Entrambi finimmo per sorridere e per posare di nuovo lo sguardo sugli Smartphone. Nicolò di scatto aprì la porta facendomi spaventare, si asciugò con il mio telo preferito, sia i capelli e sia il corpo e si infilò dei jeans formali e una camicia bianca, quasi come Federico, lui però aveva la camicia sbottonata perché faceva davvero caldo quella sera. Nico lasciò la sua valigia aperta e la lasciò in camera, scordandosi completamente di essa. Passarono esattamente 12 minuti e la macchina arrivo nell'istante in cui nico pronunciò le parole "sono pronto".
"Neanche un grazie"
"Grazie ci, ti voglio bene lo sai"
"Ora si, ci vediamo domani, ti dico a che hotel alloggio così magari vieni domattina a fare colazione" disse frettolosamente, io ero a gambe incrociate sul letto, con la mia solita cipolla scombinata e la canotta dei Lakers. Venne il turno di Fede a salutarmi, non sapeva se darmi un bacio o semplicemente abbracciarmi
"Fai la brava, ci vediamo dopo la riunione, ricordati della cena di stasera" così mi lasciò un bacio umido sulle labbra e se ne andò
"Pufff" bisbigliò Nico, gesticolando con le mani, in modo farmi capire che la testa era impazzita ed era esplosa per me, quella di Fede. Dopo pochissimo, sentii la porta chiudersi, mi affacciai dalla veranda e scorsi la macchina partire.
Rimasi lì e mi accesi una sigaretta mentre, con il mio IPad nuovo, guardavo netflix. Il mio telefono vibrò, un messaggio da Fede? Cosa avrà dimenticato qui.
"Pensare che devo stare più di 2 ore qua invece di stare lì con te mi scoccia"
"Dai ci vediamo dopo tanto, rimani qui a dormire se vuoi, mio padre non direbbe niente"
"Vabbè era scontato che io rimanessi a dormire da te"
"Ecco torniamo all'hotel che vi dicevo prima, vabbè dai, adesso stai sereno e pensa che tra un po' ci vediamo, buona riunione♥️"
"Grazie nana♥️"
La conversazione terminò li, ero già rientrata in camera, avevo già posato l'iPad per terra mentre montavo da sola i comodini da mettere accanto al letto, dopo un ora riuscii a montarli entrambi più un pezzo dell'armadio, tutto ciò completamente da sola; mi sono sempre piaciute queste tipo di cose, montare roba e sclerarci sopra, esattamente. Si erano fatte le 20:30 e Federico non mi aveva ancora risposto all'ultimo messaggio inviato, dove gli chiedevo di avvisarmi quando finiva. Mio padre era tornato da poco a casa e mi stava aiutando a preparare la tavola e a pulire un po' la casa, aveva già visto il letto e i mobili tutti montati e inizialmente, rimase stupido quando gli raccontai del letto, e quanto ci abbiamo messo. I mobili sono arrivati intono alle 15:30, alle 16:00 abbiamo iniziato a montare il letto e abbiamo finito alle 19:00 esattamente 3 ore. Tra una chiacchiera e l'altra, la tavola era pronta e si erano fatte le 21:00, mi arrivò una chiamata di Fede che ci stava avvisando del fatto che stavano arrivando entrambi a casa, così andai sopra, mi infilai dei pantaloncini e una maglietta di Luis Vuitton, le dottor Martens e scesi giù ad aspettarli sul divano con mio padre. Dopo un po' suonarono al campanello, quando mio padre aprì la porta ci fu un immediato abbraccio da parte di entrambi, non so da quanto non vedevo Roberto, da tanto, forse dai miei già compiuti 16 anni quindi quasi 3 anni, ero molto tesa e agitata.
"Piccola ma quanto sei cresciuta, cavoli tra un po' ci superi" mi abbracciò così forte da farmi mancare fiato, mi era mancato, zietto.
"Zietto! Da quanto è che non ci vediamo e adesso ci troviamo entrambi a Torino, quanto è piccolo il mondo?" così facendo entrarono sia lui che Federico, che senza farsi tanto vedere mi lascio un bacio sulle labbra posando una mano sulla mia schiena, poiché io la inarcai.
"Allora mia piccola peste, come te la spassi qui?"
"Molto molto bene zietto, ho conosciuto un sacco di nuove persone, devo ringraziare mio padre per tutto ciò e in parte anche te, che mi hai fatto sempre da supporto, ti voglio tanto bene"
"Anche io te ne voglio mia piccola nipotina pazza"
"Quel maledetto nome.." entrambi iniziammo a ridere e solo noi due sapevamo il motivo della risata, quando vedemmo il volto di mio padre e di Federico che giustamente non capivano, ridemmo un po' più forte
"Okay okay adesso basta, stiamo ridendo da troppo, mi servirà un nuovo polmone" disse zietto
"Io direi di accomodarci al tavolo, c'è una cena molto buona che ci aspetta, lasciatemi le giacche le metto sull'appendi-abiti" così facendo mi lasciarono le giacche e mio padre li accompagnò al tavolo.
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Ci sarò io, pronto a proteggerti| Federico Chiesa
Ficțiune adolescenți⚠️QUESTA STORIA È FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE, NULLA È REALE E PRENDETE TUTTO CON LE PINZE⚠️ Nadia, ragazza che si è da poco trasferita a Torino, poiché il padre è l'allenatore della Juventus. La sua vita cambiò in 2 giorni, fece tante esperienze...