"EHH? Era ovvio che non mi dispiacesse per niente! Che testa di cazzo" dissi nella mia mente.
M: < Avevo pensato di approfittarne per osservare più da vicino il tuo Shikigami >, io gli annuì. Finalmente quella tanto attesa "lezione" con lui stava per iniziare.
M: < Abbiamo modi di fare davvero simili, anche io mi fornisco di Shikigami per combattere > disse mentre incrociava le mani in una strana posizione.
M: < Questo è il mio cane divino > aggiunse dopo aver richiamato il suo Shikigami. Mi spiegò che fino a poco prima se ne serviva di una coppia di cani divini che avevano la stessa stazza del mio lupo, erano uno dal pelo bianco e uno nero. Quello che aveva richiamato era quello nero perchè l'altro a causa di una maledizione di livello speciale... non aveva fatto una bella fine. Ma quelli non erano i suoi unici Shikigami, affermò che ne aveva anche altri di animali diversi, ma che evitò di mostrarmi data la piccolezza della stanza.
M: < Riesci a richiamare il tuo lupo, adesso? >, gli feci cenno di sì con la testa, per poi concentrarmi e richiamare il mio Shikiagami.
E mentre il suo cagnolino e il mio lupo iniziarono a fare amicizia, io mi avvicinai a Megumi.
Mi spiegò i suoi movimenti delle mani, provandoli a farli provare pure a me. Potrebbe suonare come una cosa inutile, ma lui credeva che i nostri Shikigami avevano una certa somiglianza tra loro, così voleva provare a vedere se oltre al metodo della concentrazione e della visualizzazione nella mente che utilizzavo io per richiamare il mio Shikigami, potevo utilizzare anche qualche tecnica nel posizionare le mani come faceva lui.
Mi fece vedere come metteva le mani per richiamare il suo cane.
Io lo copiai.
Fece un leggero sorriso nel vedere come erano attorcigliate le mie mani e con quanta concentrazione stavo provando a imitare alla perfezione i suoi gesti.
M: < P-posso? > chiese mentre si avvicinava ancora di più a me.
Io lo guardai, non eravamo mai stati così vicini prima d'ora. Per questo non riuscì a prendere forza per rispondergli.
Portò le sue mani sopra le mie, senza staccare i suoi occhi dai miei.
Migliorò la posizione delle mie mani e poi portò le sue subito in dietro verso di lui.
Non riuscivo a non perdermi in quegli occhi.
Improvvisamente sciogliemmo la maledizione dei nostri Shikigami, non avevamo abbastanza concentrazione per lasciarli. Io mi girai per vedere come se ne fossero andati, quando lui si avvicino...
E le sue labbra toccarono le mie.
Fu un bacio un po' insicuro da parte sua, anche se molto desiderato.
Io con quel semplice tocco, ero finita dritta in paradiso. Non riuscivo neanche più a tenermi su. Avrei voluto che quel momento non finisse mai.
Quando ci staccammo, eravamo entrambi rossissimi. Lui non riusciva neanche a guardami dall'imbarazzo. Ma io non volevo che tutto finisse lì. Così gli misi una mano sulla guancia e lo baciai di nuovo. Lui ne fu sorpreso. Ma quel secondo bacio da parte mia lo aiutò a frenare l'imbarazzo.
Gli accarezzavo la guancia proprio come quella volta in infermeria. Mi piaceva farlo e notando il suo rossore in viso, dedussi che non gli dispiaceva neanche a lui.
Ci sorridemmo imbarazzati a vicenda. Lui dopo mi portò in un caldo e lungo abbraccio, dove la mia testa poggiava sul suo petto. Il suo cuore esplodeva di gioia, riuscivo a sentirlo.
M: < Sai, (T/n) ... era da un po' che ci stavo pensando di farlo > confessò subito, imbarazzato. Io lo guardai. < Avresti dovuto farlo da subito... scemo > azzardai.
Passammo i nostri primi momenti come coppia, fin quando si fece troppo tardi e lui tornò nel suo dormitorio.
*****
Dopo giorni pieni, duri di allenamenti e lunghi studi di tecniche e posizioni, finalmente il gran giorno era arrivato. Il giorno dell'incontro con la scuola gemellata di Kyoto. Dovevamo batterli a tutti i costi.
Ci svegliammo molto presto la mattina, per poi arrivare all'incontro il più presto possibile e con un caffè dopo l'altro, si sperava anche il meno assonnati possibile.
Il nostro schema delle posizioni non era ben preciso ma l'importante era mettere spalle al muro quelli di Kyoto e dimostrare la nostra forza. Quella prima mattina sembrava non concludersi mai, io non riuscì neanche a fare colazione dal troppo pensare e dalla troppa ansia che mi avvolgeva per l'incontro. Ricordo lucidamente solo il momento in cui indossai la divisa da stregone e uscì dal dormitorio per dirigermi dagli altri. Io, Nobara, Itadori e Megumi ci ritrovammo in cortile come primi, per poi seguirci i nostri senpai del secondo anno; Maki, Toge e Panda.
Iniziammo a scherzare un po' a vicenda per scaricare la tensione. Quando dopo pochi minuti ci ritrovammo davanti un gruppo di sette persone.
Mai, Todo, Miwa, Kamo, Nishimiya e Muta, nonché gli stregoni di Kyoto. Insieme alla loro sensei, Uthaime Iori, che chiese sveltamente dove fosse il deficiente. Noi capimmo subito che si riferisse a Gojo-sensei. Non era una novità che lui fosse in ritardo, così mentre ci giravamo i pollici ad aspettarlo, lui se la prendeva come suo solito a comodo suo. E solo quando ricordò che quel giorno c'era l'incontro si precipitò in cortile, ignorando tutti quelli che li avrebbero detto qualcosa al riguardo.
In quanto due squadre avversario, ci fu concesso di parlare col nostro sensei prima che iniziasse lo scontro. Vennero stabilite delle regole di base e poi Gojo e Uthaime andarono in sala videocamere per supervisionare l'incontro da lì, insieme ai due presidi delle scuole gemellate.
L'obbiettivo era batterli. Nient'altro.
Saremmo partiti nel bosco, da postazioni differenti. Incrociai lo sguardo di Megumi, che mi rassicurò subito. Non potevo andare con lui, era meglio se mettevamo i sentimenti da parte e in qualità di stregoni ci soffermassimo unicamente sul nostro obbiettivo.
Tutti in posizione... e al primo segnale, partimmo.
Da allora si aprirono le danze.
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bitter-sweet [Megumi Fushiguro x reader]
Fanfic[Megumi Fushiguro x fem reader] Interessata all'avvistamento di varie creature strane che da sempre hanno segnato um confuso lasso di tempo della tua vita, decidi finalmente di approfondire al meglio. Vai a Tokyo e inizi a studiare le maledizioni in...