Piano piano la luce invase la mia vista, facendomi scattare in piedi come una cavalletta. Solo il leggero dolore alle costole mi fece stendere di nuovo, anche se francamente non era poi così insopportabile; essendo per metà Jotun, la mia soglia di sopportazione del dolore era molto alta. Piccolo vantaggio della grande maledizione di famiglia, avrei osato dire. Era un argomento delicato e molto complicato da spiegare; secoli e secoli prima della vera nascita del regno, il mio bis bis bis nonno aveva amato profondamente una gigante di ghiaccio, così tanto che la stirpe dei Draghi venne "infettata" dal sangue e dalla cosiddetta maledizione Jotun, la quale prevedeva che in ogni generazione ci fosse almeno un figlio o una figlia con il gene del gigante di ghiaccio. Non importava se fosse stato il figlio maggiore, minore o quello di mezzo, uno per generazione doveva essere Jotun.
E puntualmente era toccato a me quell'enorme fardello, maledetti i miei avi. Perciò mi ritrovavo lì, sola ed in silenzio, a fissare insistentemente il corridoio che conduceva alla mia cella. Non me ne intendevo esattamente di Tradizioni Asgardiane, ma ero più che sicura che quello non era di certo un segno di ringraziamento, e il ciò mi faceva arrabbiare; certo, non volevo fiori o parate in mio onore, ma almeno un grazie sarebbe stato gradito.
E invece no, sbattuta in cella.
Io avevo sempre detto che fare i favori è bene ma non farli è meglio, eppure nessuno mi aveva mai preso sul serio, ed ora ero lì a girarmi i pollici in una cella. Fortunatamente avevano avuto almeno la decenza di donarmi qualche libro per passare il tempo, soprattutto perché non sapevo da quanto fossi lì dentro e quanto ci sarei dovuta stare. Era una cella abbastanza grande, ma troppo abbagliante per i miei gusti; il bianco puro della cella contrastava pesantemente con il color oro della porta di sicurezza Incantata, che francamente non era tutta quella sicurezza: mi sarebbe bastata una runa di Demolimento per buttarla giù, ma dato che non volevo affogare nei miei casini nuovamente decisi saggiamente di stare zitta e buona. Ero circondata da animali, mostri, persone di tutti i tipi: da assassini provetti a piccoli ladruncoli, c'era veramente l'imbarazzo della scelta. Presi a sfogliare uno dei libri che mi era stato fornito, notando dalla copertina leggermente sgualcita quanto fosse stato letto dal proprietario; si poteva perfettamente vedere che colui o colei a cui apparteneva teneva molto all'ordine e alla perfezione, dato che il libro non aveva nemmeno una piega. Sgualcito ma non rovinato, ciò significava che il possessore aveva delle mani delicate come le gocce di rugiada, precise come una freccia scoccata da un arciere. Una piccola firma stava al centro della prima pagina, solitamente vuota.
Quando lessi il nome non ci furono più dubbi.Loki.
Proprio in quel momento la porta dei sotterranei sbattè, rivelando una figura che fece innervosire la maggior parte dei prigionieri. Io purtroppo non potevo vedere di chi si trattasse, dato che la mia posizione non vantava di una vista spettacolare.
<<Vedo che ti interessa il mio libro>>. Una voce misteriosa, quasi suadente mi fece alzare lo sguardo dalle pagine; il principe Loki se ne stava lì, dietro il muro dorato, a guardarmi dalla penombra, limitandosi ad osservarmi mentre il mio sguardo scorreva sulle pagine del suo libro. Avevo già letto più e più volte la storia narrata nel romanzo che mi aveva dato, tanto che la mia edizione di quel libro era praticamente sgualcita e rovinata.
<<Siete tutti prigionieri della vostra carne>> dicemmo in coro, citando una celebre frase del libro. A Rwaqquard quella favola era molto diffusa tra i guerrieri, e doveva insegnargli che un combattente non è nulla se combatte solo con la forza fisica: se non si eleva la mente, del corpo rimane solo un ammasso di carne che non serve ad altro se non ai desideri terreni, e un guerriero Rwaqqardiano doveva essere un qualcosa di almeno simile ad un Mastro delle Armi. Io stessa ero diventata Mastro delle Armi, invitata a proseguire il mio percorso da guerriera dal mio maestro e dal Mastro della Loggia.
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The Ice Knight: La Lealtà Del Drago Di Zaffiro//Loki Laufeyson (Sospesa)
Fanfiction[in fase di scrittura, non ancora revisionata] "Ogni volta che ella parlava era come giocare alla roulette russa: non sapevi mai se ti sarebbe toccato il proiettile o saresti stato salvo" Rwaqquard, il regno più antico e longevo dei dieci mondi. Er...