Capitolo 8: "La domanda non è "Cosa sei", ma "Cosa non sei"

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Ormai era impossibile negarlo, una cosa così evidente era molto difficile da nascondere. Entrambi conoscevamo a memoria la routine dell'altro, nemmeno noi credevamo più nelle coincidenze; come io sapevo esattamente dove lui si trovasse, lui sapeva esattamente dove mi trovavo io.
Al Reginato mi era stato insegnato a non credere al caso, perché persino il destino giunge in un posto con un determinato scopo.
Non avevo mai sentito parole più saggie venir proferite dalla bocca di nessuno.

<<Notte incantevole, non è vero?>>. Entrambi stavamo recitando la parte dei ragazzi stupiti che, dopo una lunga e stancante giornata, rimanevano sorpresi dal trovare il compagno al loro fianco a così tarda notte.

<<Lei ha sempre ragione, mio principe>> dissi, sedendomi accanto a lui. Emise una piccola risata, continuando ad osservare il cielo, come abbagliato.

<<Lascia da parte i convenevoli, sappiamo bene entrambi che la soglia del voi è stata oltrepassata da tempo>> si limitò a rispondere.

Non avevo mai capito quando e perché avevamo iniziato a darci del tu, dato che le formalità del cavalierato prevedevano rigorosamente il voi, ma era come se quella regola non valesse con il principe. Ello nascondeva qualcosa, e non riuscivo a capire se il ciò mi piaceva o meno. Osservai gli astri in cielo, disegnando con gli occhi un tracciato immaginario tra le varie costellazioni. Da piccola, prima ancora di diventare apprendista, amavo ammirare il cielo di notte, così cupo eppure così affascinante. Ciò che durante il giorno veniva eclissato dal sole spuntava la notte, tra loro stelle e molti altri astri.

<<Quello è l'astro Nascente, stella da cui noi ad Asgard riusciamo ad individuare Polaris>> dissi, indicando un punto nel cielo stellato. Il ragazzo seguì il mio dito incuriosito, sorridendo quando notó la stella da me indicata.

<<Non ho studiato astronomia, da piccola mi divertivo ad osservare>> tagliai corto. Il ragazzo emise un piccolo ridolino, probabilmente dovuto al fatto che fossi davvero molto sulla difensiva. Reduce di secoli di addestramento militare e anni di prigionia non ci si poteva certo aspettare io fossi la persona più solare e aperta del gruppo, sempre con il sorriso sulla faccia, d'altronde non lo ero stata nemmeno quando stavo bene.
Ora mi ritrovavo lì, insieme al principe di un altro regno, ad osservare le stelle.

<<Ogni volta che penso di iniziare a conoscerti, mi dimostri che sono lontano anni luce da scoprire cosa c'è dentro alla tua testa>> disse <<Raccontami qualcosa di te, infondo non so nulla>>

<<E io non so nulla di te>> controbattei con un sorrisetto. Il ragazzo sembró pensarci su, per poi dover ammettere che il mio ragionamento aveva senso. Nessuno sapeva niente dell'altro, perciò rivelare qualcosa avrebbe portato uno svantaggio enorme a uno di noi due.

<<Facciamo così: io ti dico qualcosa di me, tu mi dici qualcosa di te>> propose. Il fatto che conoscessi praticamente tutto di lui mi metteva comunque in svantaggio, ma almeno mi sarei scaricata un piccolo peso dalle spalle. Gli feci cenno di cominciare, e stranamente non se lo fece ripetere due volte; iniziò con un'informazione basilare sulla sua famiglia e sulle sue origini, meno timido riguardo a quest'ultime grazie alla natura glaciale che scorreva nel mio sangue. La mia mente si perse tra le sue parole, si perse tra la paura di essere tradita e quella di non essere abbastanza fiduciosa. Il ragazzo aveva un disperato bisogno di fiducia, ma allo stesso tempo non era una cosa che io potevo dargli.

E non capivo perché continuasse a cercarla in me.

<<Sono la figlia minore del Reginato, perciò sarei salita al trono in caso mia sorella fosse morta o non avesse un erede>> dissi. Anche quella era un'informazione abbastanza basilare, una risposta di logica, ma poteva comunque essere un'arma letale nelle mani sbagliate.

The Ice Knight: La Lealtà Del Drago Di Zaffiro//Loki Laufeyson (Sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora