lo sapevo benissimo perché avevo lasciato che succedesse,
perchè per quanto potessi negarlo a me stessa dal primo momento in cui avevo visto Dam ne ero rimasta stregata, attratta come se fossi un oggettino di metallo qualsiasi e lui una calamita gigante;
avevo sognato più volte di potermi beare di quelle favolose labbra, delle sue mani strette avidamente ai miei fianchi,

in tutto ciò ora come ora non mi sarei mai lasciata trasportare da quel momento,
non ne avrei approfittato,
eravamo entrambi due bambini, di soli sedici anni.
Fatto sta che quello che sarebbe successo il giorno dopo me ne avrebbe fatto pentire in toto.
Il pomeriggio successivo durante le prove non capivo perchè Damiano continuasse ad evitare il mio sguardo,

ho sempre avuto bisogno del suo contatto visivo sul palco,

è così anche oggi, mentre suono e lui canta c'è quel momento in cui mi guarda negli occhi, in quel momento mi sembra quasi che il mondo sparisca e che rimaniamo solo noi due,

quel pomeriggio invece le prove furono uno strazio per me, perché il mondo spariva ed io ero sola con il mio basso
"che tajo rega' "
fu Thomas ad alleggerire la tensione
"non è per vantarmi ma diventiamo sempre più bravi"
Damiano teneva gli occhi bassi e continuava a girarmi le spalle
"già peccato che lo sappiamo solo noi"
ora la futura me risponderebbe a Ethan con un <<lo sapevamo solo noi>>

non avevamo idea di quello che ci aspettava

"ah rega' io approfitto di mia cugina che sta passando de qua, qualcun'altro vuole un passaggio?"
alla domanda del mio allora compagno di banco, Ethan aveva alzato la mano
"Vic tu che fai?"
"passa mio padre tranquillo"
"ok, daje Edgar! Ciao regà a domani"
al saluto di Thomas che correva fuori inseguito dal batterista, Damiano aveva risposto con un tono quasi assente.
Era chiaro che avesse qualcosa ed io non vedevo l'ora di restare da sola con lui per scoprirlo,
avevo appena richiuso il basso nella federa e stavo andando verso di lui,
volevo stringergli le spalle,
ma al minimo tocco lui si era bruscamente voltato verso di me, rivolgendomi uno sguardo che non aveva nulla a che vedere con quello del giorno prima
"non devi andare Vic?"
credo di non essere riuscita a trattenere uno sguardo stranito e smarrito
"Dam perché non mi guardi in faccia e mi parli così?"
come se io non fossi lì continuava a raccogliere i vari fili in giro e a coprire la batteria
"Dam!"
credo di aver urlato perché quel suo comportamento mi aveva ferita, ma non avevo provato ancora nulla rispetto a quello che avrei provato dopo,
Dam si era alzato ed era venuto verso di me, duro come la pietra
"senti Victoria ti devi dimenticare completamente di quello che abbiamo fatto ieri"
"perché?"
"perché è stato un enorme errore ecco perché"
"abbiamo fatto l'amore ieri Dam"
"non t'azzardare! Non abbiamo fatto l'amore, abbiamo fatto solo sesso"
"per te era solo sesso quello?"
a quel punto avevo gli occhi così lucidi che devono avergli fatto pena perché era sceso di tono
"senti ieri stavamo di merda, avevamo bisogno di qualcuno e abbiamo trovato l'altro,
ma non dovrà più ricapita' perché siamo amici e soprattutto perché nel caso in cui te ne fossi dimenticata c'abbiamo una band"
i miei occhi ormai erano pieni di lacrime, che nel giro di pochissimo sarebbero uscite fuori
"Dam io ti ho dato tutta me stessa ieri"
"mi dispiace se hai frainteso"
a quel punto lui tornava a mettere in ordine nel suo garage, mentre io cercavo di farlo dentro di me l'ordine, dove il cuore si era appena frantumato in mille pezzi a causa dell'ultima persona che credevo avrebbe potuto farmi del male,
oggi non riesco a biasimare Damiano per quello che mi ha fatto quel giorno,
era molto più maturo di tutti noi messi insieme per i suoi diciassette anni,
pensava alla musica, al nostro futuro,
io pensavo solo a me stessa...
Eppure non posso fare a meno di pensare al desiderio di consolare e stringere forte quella ragazzina fragile che non esiste più,
che era stata appena mollata da due persone,
due dolori completamente diversi,

fortunatamente la natura umana va da se: le sofferenze non si sommano, perché quelle peggiori traboccano e di conseguenza le minori spariscono.
Quel giorno mi sono completamente dimenticata di Greg, per il quale credevo di star male. Dovevo ancora fare i conti con il dolore mille volte peggiore che avrei provato dopo aver sentito quelle cose dalla bocca del mio Dam, che <<mio>> come volevo che fosse, alla fin fine non sarebbe mai stato.

Eppure senza ancora sapere quanto importante sarebbe diventata la sua presenza nella mia vita, quanto mi avrebbe fatto bene averlo vicino negli anni a venire,
è stato quello il momento in cui avevo capito di essere perdutamente innamorata di Dam, quel momento in cui i Måneskin stavano appena sbocciando, in cui iniziavo a conoscerlo bene, se togliamo gli anni di occhiate in giro per i corridoi di scuola,

lo stesso momento in cui mi stava facendo tanto male,

stavo cercando di calmare il respiro che stava diventando sempre più difficile da dosare e contemporaneamente mandavo un messaggio a mio padre per dirgli di venirmi a prendere,

a fatica mi sono trascinata fuori dalla porta del garage, con le mani che tremavano e le gambe deboli e poi eccolo che arriva, il mio attacco di panico puntuale come un orologio,
credo di essere scivolata a ridosso del muro perché Dam mi ha sentito ed è corso subito fuori, verso di me,
quello è stato il mio primo attacco di panico visto da lui, e fortunatamente anche l'ultimo
"piccolè che cos'hai?"
a fatica riuscì a dirgli che era un attacco di panico e per mia fortuna sapeva che fare
"chiudi gli occhi Vic, pensa che stai a suonà il basso, tranquilla"
non era esattamente la migliore delle situazioni, era di fronte a me ad accarezzarmi le cosce per calmarmi, ma io feci quello che mi stava dicendo di fare
"stai in camera tua da sola a suonare, non c'è nessuno che ti disturba,
brava così, tranquilla, respira piano"
le sue mani passarono ad accarezzarmi le spalle
"grazie"
avevo riaperto gli occhi e le mie mani avevano smesso di tremare
"anche mio fratello ne soffriva na volta"
la sua espressione era completamente cambiata rispetto a quella dura e fredda di prima, era dispiaciuta
"da quanto soffri di attacchi di panico"
"da quando non c'è mia madre"
Dam provò a stringere la mia mano ma io che ne avevo ripreso la piena patronanza l'avevo scostata subito
"non sapevo che li avessi"
"perché fortunatamente non ce l'ho sempre, solo quando sto parecchio male"
"Vic scusame"
avevo alzato gli occhi al cielo
"sono n'insieme de cose"
ho mentito in quel momento, era solo colpa sua
"mi voglio alzare"
"fai con carma però"
sorreggendomi per le braccia mi aveva aiutato ad alzarmi
"piano"
per un attimo mi era di nuovo mancata l'aria è non avevo potuto mollare le sue braccia, ero stretta tra quelle e il muro,
così vicina al suo viso che, nonostante il male che mi aveva fatto non smettevo di volere

Fear for... YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora