alla fine tirare fuori le parole quella volta mi è servito... Non per dimenticare, perché è impossibile farlo ma per superare quel momentaccio.
Non ho neanche il tempo di parlare con qualcuno di quello che è successo con Roby però, perché appena mi adagio sul divano le mie palpebre diventano pesanti.
Uno sbadiglio enorme accompagna la suoneria del cellulare, finito in mezzo ai cuscini
"hey Vic"
"Dam"
stavo per crollare, e in una posizione scomodissima, quindi alla voce del mio frontman mi metto a sedere sul divano sfregandomi gli occhi
"scusa l'ora"
"nono dimme che c'è?"
un altro sbadiglio mi tradisce
"avevo bisogno di parlare con qualcuno"
la sua voce è strana
"che c'è Dam?"
"mio padre, sempre mio padre, di nuovo mio padre"
sento una sorta di frastuono e credo sia dovuto al calcio che ha appena tirato a qualcosa
"Dam mi dici che cosa ti ha fatto?"
dall'altra parte sento per un attimo sento solo i suoi sospiri, forse misti a lacrime; perché in pochi sappiamo che il mio bellissimo frontman dietro quell'aria da duro e la sua apparente faccia tosta nasconde un lato fragile che concede solo a poco persone e di cui si vergogna parecchio.
A me invece lo fa amare ancora di più, lo rende un po' tenero, il mio migliore amico nella sua interezza, bello da far paura anche quando piange
"abbiamo litigato di brutto Vic, per poco non ci prendevamo a pugni se non interveniva Jaco"
"ma che cavolo è successo?"
"non ne posso più"
ripete la stessa frase per tre volte, sembra un registratore rotto
"vengo da te Dam"
se fosse stato lucido mi avrebbe ordinato di restare a casa, ma siccome non lo è, nessuno mi ferma quando arraffo le chiavi della macchina e riesco fuori. Un'occhiata di fuoco alla casa di fronte alla mia e via, verso le campagne di Roma.
Quando Dam per la prima volta mi ha portato a casa dei suoi l'ho invidiato,
mi ricordo ancora la mia espressione
"che tajo!"
Avrei amato crescere in una casa come la sua, tra il verde e con tutto quello spazio fuori.
Guido per un quarto d'ora, ma non ho bisogno di arrivare sotto il portone, perché intravedo Dam vagare a piedi sulla larga via che lo precede, al buio, lo riconosco grazie al luccichio dei suoi vestiti abbinati ai miei.
Parcheggio alla cazzo di cane e mi fiondo verso di lui. Non mi prende in braccio al suo solito, mi stringe soltanto e lascia che gli accarezzi la testa e gli baci più volte la guancia
"che c'è?"
ha il viso pieno di lacrime, ma si mantiene composto, semplicemente Dam, che cerca di mantenersi impassibile alle sue stesse emozioni
"che c'è bello e tenebroso?"
lo guardo negli occhi senza staccarmi da lui
"vieni"
il sussurro della sua voce precede la sua mano che afferra la mia e mi trascina verso sinistra, tra le erbacce.
Faccio fatica a stare dietro a lui, che con falcate più lunghe delle mie si fa largo tranquillamente tra rami e terriccio.
Si dirige verso quello che è sempre stato il Suo albero, a cui mi ha raccontato di aver dato un nome strano da piccolo... Non oso pensare quanto strano.
È il suo albero preferito perché è grande e forte e allo stesso tempo è più basso degli altri, ha un paio di rami vicini a terra su cui puoi arrampicarti senza fatica.
Mi siedo a cavalcioni su uno di quelli e guardo fisso Dam mentre si porta una sigaretta alla bocca; ha smesso di piangere ma ha tutta la matita sbavata
"allora posso capire meglio?"
siamo soli, immersi nella pace, nel posto ideale per parlare
"Dam guardami"
i suoi occhi prima ancorati al basso, penetrano nei miei
"mi sono rotto Vic"
tra una sua soffiata di fumo e l'altra mi rendo conto di quanto mi faccia male vederlo così, vulnerabile
"ancora oggi è pieno di dubbi e non fa che buttarmeli addosso,
mi dice di non montarmi la testa, come se lo stessi facendo,
di non cantare vittoria per dove sono arrivato perché tutto potrebbe finire da un momento all'altro,
mi sono rotto Vic"
mi sento così fortunata ad avere mio padre,
mi ha sempre appoggiata quando si trattava di rincorrere i miei sogni, per quanto impossibile fosse realizzarli... Dam purtroppo non può dire la stessa cosa
"lo sai com'è fatto Dam.
Non si accorge neanche del male che ti fa vorrebbe solo er meglio per te"
"io STO GIÀ vivendo er meglio per me!"
alza la voce come stesse parlando ancora con lui
"scusa"
"ma de che?"
mi avvicino a lui per cercare di levargli almeno un minimo di trucco
"con me te puoi sfogare quanto e quando vuoi"
mi rivolge un sorrisino appena accennato e mi cinge le spalle con un braccio
"vedrai quanto si pentirà di averlo anche solo pensato, perché tu canterai e spaccherai per tutta la tua vita... con o senza Måneskin"
mi stringe più forte, baciandomi una guancia e alitandomi il suo dannato fumo negli occhi
"oh e dai! Lo sai che me fa schifo"
mi allontano bruscamente cercando di allontanare il grigiume dalla mia faccia.
Sul suo bel viso torna il sereno
"allora pronta a partire domani"
"veramente no...
Nun je a faccio"
Dam abbassa le palpebre ma sbuffa come per mostrarsi dello stesso parete
"si anch'io, però l'hai detto tu, o sbaglio: è un peccato lamentarsi visto che stiamo vivendo il nostro sogno"
annuisco, guardando verso il basso, i miei stivali che penzolano dal grosso ramo
"non credo che riuscirei a farlo senza di voi"
con un dito, il mio frontman
solleva il mio viso per potermi di nuovo guardare negli occhi
"cioè?"
afferro la sua mano e la stringo
"certe volte non mi sento così forte come dici tu, però se ci siete tu, Thomas e Ethan è diverso, ormai siete la mia famiglia, non riesco a pensare di poter fare tutto questo co n'altra band"
Dam mi sorride senza lasciare le mie mani
"dici così perché è noi che conosci dal liceo, ma avresti benissimo potuto conoscere qualcun'altro e a quest'ora stare a girare l'Europa co questi"
"aah... Dubito che co n'altra voce sarei arrivata dove sono ora"
"eh bhe in effetti"
ridiamo tutt'e due, mentre penso che devo smetterla di fargli troppi complimenti, c'ha già le ali abbastanza in alto.
"Che dici scendiamo?"
"Si"
scavalca il ramo e mi aiuta a fare lo stesso.
Camminiamo con le torce del cellulare accese in mezzo all'erba alta nel buio pesto, tenendoci per mano
"Vic"
"mh"
"pure io sono contento di far parte della tua stessa band, ma non per altro...
Se non fosse per la band non saresti la mia migliore amica...
E nessuna migliore amica sarebbe pazza come te al punto da venire in mezzo alle campagne per risolverme na crisi"
stringo più forte la sua mano aggrappandomi al suo braccio
"c'è un modo per sdebitarti subito sai"
si volta verso di me con entrambe le sopracciglia corrugate
"mi porti sulle spalle fino alla macchina"
"minchia Victoria" si lascia andare ad una mega sbruffata
"daiiii! Mica ti sto chiedendo la luna, e poi mi fa un botto male il ginocchio"
non è vero, ma voglio che mi porti sulle spalle fino alla macchina
"ah si! E a me fa male la schiena"
a quel punto mi fermo, lasciando andare la sua mano, un attimo prima che si fermi anche lui e mi guardi male
"cosa fai mi lasci qui da sola de notte in mezzo al nulla"
alza gli occhi al cielo e a quel punto si avvicina a me, dandomi le spalle per permettermi di accomodarmi sulla sua schiena
"grazie"
esclamo a tono basso con un sorrisone che rispecchia la mia gioia nell'essere riuscita nell'intento
"se se... Fanculo Vic"
e la sua irritazione mi fa sorridere ancora di più. Rilasso la testa sulla sua spalla, godendomi gli ultimi venticelli serali estivi
"non ti ho presa a sacco di patate, perché per la mia schiena sarebbe stato ancora peggio, ma te lo saresti meritata"
"volevi che vomitassi, bell'amico sei"
quando noto che siamo quasi arrivati alla macchina, metto il broncio
"mi fai fare un altro giretto"
"no"
"dai!"
"none! La mia schiena sta già chiedendo pietà"
"va beeene"
si abbassa leggermente per farmi scendere e si stiracchia tutto
"ahhh! Dio mio Victò quanto cazzo stai mangiando"
"ooh!"
gli do una spinta e tiro fuori dalla tasca le chiavi della macchina.
Apro lo sportello e i nostri sguardi si incrociano
"fammi sapere in ogni caso ok"
mi sorride
"va bene bambola"
si sporge sopra lo sportello per darmi un bacio sulla guancia e mi sussurra un "grazie" all'orecchio
"vai piano"
"si papino"
mi metto al volante con un sorriso che rispecchia il suo, pieno e sano, e infilo le chiavi nel quadro mentre lo guardo, il Damiano che piace a me quello spensierato che si lascia scivolare addosso le critiche, incluse quelle di suo padre.
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Fear for... You
RandomVictoria e Damiano, rispettivamente bassista e frontman dei Maneskin c'è chi tra di loro ha sempre visto qualcosa di più di una semplice amicizia e li vorrebbe insieme, chi è felice così del loro splendido legame. Cerchiamo di mettere un po' insieme...