Le prime date del giro europeo volano, ci siamo scassati da matti, ci siamo divertiti e abbiamo lavorato allo stesso tempo. Oggi però ci hanno dato una settimana di pausa e quindi siamo potuti scappare in Italia per un attimo soltanto.

Me fà scapoccià stare lontana dalla madre patria per troppo tempo, ne avevo proprio bisogno.
Non trovo nè papà nè Nica a casa
"uffa, volevo fargli na sorpresa"
do un'occhiata fuori oltre la tenda, osservando casa di Roby; non abbiamo più parlato dopo che ha tentato di baciarmi, né ci siamo salutati prima che io partissi;
non voglio farlo stare male so benissimo quanto faccia male, quando t'innamori di un amico. Non proverò mai niente di più di un grande affetto di più... Ma sei lui non riuscisse a farsela passare e la nostra amicizia diventasse irrecuperabile?
Non so che avrei fatto se avessi perso Dam. Però se sono stata tanto forte io, da lasciarmi alle spalle quei sentimenti e diventare la sua migliore amica allora Roby può fare la stessa cosa con me adesso.

Il suono del telefono di casa interrompe i miei pensieri, corro in cucina e avvicino la cornetta preistorica al viso
"pronto"
"Victoria?!"
"ciao zio"
"ma tu non eri all'estero"
"si ma sono tornata per fare una sorpresa a papà e a Veronica"
la voce del mio zio preferito si interrompe dall'altra parte per poi rilasciare un sospirone
"è successo qualcosa"
"tesoro ti devo dire una cosa"
"me stai a spaventà zio che c'è?"
nervosamente stringo la cornetta con le dita, alle prese con il brutto presentimento che si fa strada nella mia testa
"sono in ospedale, Veronica non rispondeva al cellulare, per questo ho chiamato a casa"
la mia voce si fa un sussurro
"che cazzo è successo zio"
"tuo padre ha avuto un problema con lo sterzo ed è andato a sbattere"
mi sento tutt'a un tratto mancare l'aria
"non so se lo vuoi dire tu a tua sorella... Ma state tranquille ci sono io in ospedale quindi se non ve la sentite-""come sta papi?"
"non bene piccolè, ancora non s'è svegliato, il quadro della situazione è complicato"
le mie labbra iniziano a tremare
"si ma... Starà bene no? Si sveglia"
"non lo so tesoro, non sapevo come dirtelo"
"oh dio dio dio dio mio"
inizio a sudare freddo e stringere a tal punto la cornetta nella mano da sentirla scricchiolare

"Dam!"
"Oh Vic! Che c'è!"
si spaventa subito per il tono praticamente asmatico che sente uscire dalla mia bocca
"Dam!"
non riesco neanche a parlare e non perché ho le mie stesse lacrime che mi stanno finendo tutte in bocca
"Vic che cazzo è successo perché stai piangendo così?!"
"Dam papà"
tra un singhiozzo e l'altro riesco a spiegare quello che è successo, ma non sto per niente bene, tremo dalla testa ai piedi, e sento un attacco di panico prontissimo a far capolino come non ne sentivo da una vita
"calma Vic"
il mio frontman lo capisce pur essendo dall'altra parte del cellulare
"stai tranquilla sto arrivando, mi sto ficcando in macchina, rimango al telefono con te ok?"
"ok"
"respira con me"
"Damiano sbrigati per favore"
altre lacrime, altri singhiozzi...
Voglio solo lui adesso, ho bisogno del mio Dam
"respira con me"
nel frattempo mi trascino sulle gambe, in questo momento totalmente inutili, fino al cortile di casa
"Vic!!"
Roby mi vede dalla strada e praticamente scavalca il cancello per raggiungermi
"stavo buttando l'immondizia che ti è successo?"
si accovaccia subito davanti a me, avvicinandosi
mi prende il viso tra le mani e mi stringe tra lui e il muro, finendo per peggiorare la sensazione di occlusione che sto già provando
"che cosa hai? Che ti prende?"
provo a spingerlo via, ma le mie braccia sono inutili tanto quanto le gambe
"h-o-o-o u-n a-ttttt-ac-ccodipa-pa-pa-pa-ani-co"
mi guarda quasi come se volesse mandare via il mio male con lo sguardo... Peccato sia infattibile
"voglio Dam"
cerco con gli occhi il mio cellulare e mi rendo conto di averlo perso dentro casa, per colpa del mio tremolizio; aveva detto che non avrebbe attaccato nel tragitto, per farsi sentire vicino a me, cosa penserà non sentendomi più, che sia svenuta "voglio Dam"
questi dannatassimi pensieri mi mozzano il fiato ancora di più
"Vic"
Roby sostiene il mio peso visto che sto lentamente sprofondando verso il prato sotto i miei piedi
"voglio Dam"
lo ripeto per la terza volta, a bassa voce, per come riesco, tra un singhiozzo e l'altro, tra un attimo di soffocamento e l'altro, sperando che Roby lo capisca e si allontani da me.
Il rombo dell'auto del mio migliore amico, che parcheggia di fronte casa mia con una sterzata che dire brusca è poco, fa finalmente allontanare Roby da me
"Dam!"
il mio corpo pare finalmente riacquistare un minimo di controllo alla vista di lui che scende in fretta e furia dalla macchina per poi scavalcare il cancello esattamente come aveva fatto prima il mio vicino
"ohi!"
a fatica traccio tre lunghe falcate verso di lui per poi farmi finalmente circondare dalle sue forti e protettive braccia
"sto qua piccolè"
mi accarezza la testa, mi stringe i fianchi e si sorbisce le mie grida di pianto soffocato dritte nelle orecchie
"ora se calmamo ok"
annuisco stringendomi a lui ancora di più, come se avessi paura che se ne possa andare da un momento all'altro
"respira piano"
sono in piedi ma mi sta praticamente sorreggendo lui
"piano Vic, piano Vic, non pensà a niente"
la sua voce, che amo così tanto, mi tranquillizza, quanto basta per regolarizzare di nuovo il mio respiro.
Riavverto il mio peso sulle gambe, ancora mezze tremolanti, quando mi allontana dal suo torso per potermi guardare negli occhi, costretto a farlo con un minimo di forza perché mi oppongo alla cosa (voglio solo restare attaccata a lui)
"Vic, sentimè n'attimo"
una mano sulla mia spalla, l'altra sulla mia guancia e le mie di mani direttamente strette sopra le sue
"dobbiamo andare in ospedale"
"... lo so..."
prontamente asciuga le due lacrime che la frase mi suscita evitando che mi finiscano in bocca come le altre
"a Robè te devo insegnà come gestire n'attacco di panico me sa', in caso te capiti n'altra volta"
il suo sguardo si dirige solo per un attimo verso il ragazzo alle mie spalle
"ciao Damià... Che è succ-"
"te prego non adesso, chiudi il portone di casa che noi dobbiamo andare"
si volta verso il cancello e mi stringe con un braccio
"reggiti a me"
impressionante come anche un suo tocco mi faccia stare meglio, incluso un sussurro all'orecchio come questo.

Con una mano di Dam tra le mie e la sua voce a tranquillizzarmi l'attacco si assopisce
"Dam cazzo lo devo dire a Veronica"
la sua mano mi stringe di più, appena avverte un principio di nuovo tremolizio della mia
"calma Vic, adesso glielo andiamo a dire, dove sta?"
"no Dam non posso, non ce la faccio"
con fare quasi automatico porto un mano al petto.
"Ok va bene, fermamoce n'attimo"
infilandosi in un viottolo a caso, Damiano accosta e levandosi la cintura si volta verso di me, prendendomi entrambe le mani
"Dam come cazzo glielo dico"
"glielo diciamo insieme"
le lacrime minacciano di nuovo di uscire
"Dam ho paura...
Non posso perdere pure lui"
"hey! Guardame!"
il mio viso tra le sue mani, e o i suoi splendidi occhi, contornati dall'immancabile matita nera, nei miei
"non succederà, Sandro è fortissimo, perché è come te, e tu sei fortissima Vic"
un leggero sorriso vela le mie labbra e riprendo la sua mano tra le mie
"rimani con me"
"non vado da nessuna parte io"
annuisco, perché lo so
"devo dirlo a Nica"
"adesso andiamo a cercarla e glielo diciamo insieme"
"va sempre a correre dove non prende porca troia"
"dove di preciso?"
rigira le chiavi nel quadro e riparte.

Sono forte, non solo perché il mio migliore amico me lo ha detto, ma perché mia sorella ha bisogno di me e devo essere forte per lei.
"Nica!"
le corro dietro, dopo aver detto a Dam di aspettarci in macchina
"ohi"
mia sorella si volta verso di me
"che ci fai qua?
Stavo per richiamarti adesso"
"fammi parlare te lo dico a voce"
non ho il fiatone solo per la rincorsa ma perché vorrei con tutto il cuore non doverle dire quello che deve sapere.

Gli occhi a poco a poco lucidi, una reazione apparentemente diecimila volte più tranquilla della mia, che, conoscendo mia sorella, tra un attimo la farà scoppiare
"shh shh"
le prendo la testa tra le mani e la stringo a me, quando vedo che le sue labbra iniziano a tremare
"va tutto bene"
mia sorella mi abbraccia fitta, mentre il suo pianto prosegue indisturbato
"appena te la senti andiamo in ospedale va bene?"
annuisce, per quanto le sia difficile, tra le mie braccia.
Fisso Dam, oltre il finestrino della macchina, senza bisogno di dovergli mimare nulla, perché so che lo capirà subito, so che capirà che voglio che ci raggiunga e che si unisca alla nostra stretta, circondandoci entrambe tra le sue braccia... Ed è esattamente quello che fa.


Fear for... YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora