È destino che tu mi debba difendere

181 14 55
                                    

Imperial College, Londra
Lunedì 11 novembre 1968
Ore 17:00

- Finalmente li ho ripresi! - esclamò sottovoce Brian.

Dopo aver pagato tre sterline per l'autobus, corso per due chilometri a piedi e aver pregato Mrs. Clarke, la signora che lavora alla segreteria dell'università, Brian riuscì a riprendere il testo e lo spartito che tanto stava cercando.

-Menomale che me ne sono accorto, altrimenti avrei dovuto ricominciare tutto il lavoro - pensò tra sé e sé il giovane May - adesso sarà meglio che raggiunga i ragazzi -

Quando Brian uscì dall'università, trovò la strada più affollata di prima. La strada era piena di macchine e di persone che stavano rintanando verso le loro abitazioni e i marciapiedi erano occupati da gruppi di giovani ragazzi che erano usciti per passare un po' di tempo insieme.

-Sarà meglio che vada prima che... -
-Ragazzi guardate chi c'è, il barboncino traballante!- esclamò una voce proveniente molto conosciuta da Brian.

Egli decise di girarsi verso quella voce, sperando che non era quella persona, ma le sue speranze andarono in fumo: era Henry Wood insieme ai suoi amici. Quest'ultimi avevano stampato sui loro volti dei sorrisi superbi, che li rendevano irritanti.

-Henry, è sempre un piacere vederti-mentí Brian, stampandosi sul volto un finto sorriso.
- Si lo so, non c'è bisogno che un barboncino come te me lo dica- scherzò Henry, scoppiando in una risata seguita dai suoi "schiavetti"
- Che cosa vuoi, Henry? -
- Da te niente. Però mi piace stuzzicarti, soprattutto dopo la figura che hai fatto lunedì.-

Brian era stufo di Henry. Quindi decise di dargli di nuovo le spalle e di continuare la sua strada. Voleva andare a casa e voleva dimenticare quella giornata che, fino all'incontro con il "superbo", era andata benissimo. Ma il suo percorso fu interrotto da Henry.

- Dove credi di andare, barboncino? -
- Dovunque io voglio andare non saranno affari tuoi - affermò Brian sorpassando Henry e continuando il suo percorso.
- Ma certo, adesso che non c'è più la tua innamorata a difenderti, sei rimasto solo, vero? -

Quella frase ripetuta da Henry, fermò la camminata di Brian. Come poteva sapere del suo amore verso quella ragazza?

- Non so di che cosa tu stia parlando? -
- Andiamo imbranato. Lo sanno pure i muri di questa scuola che ti piace.- affermò  un tono fastidioso Henry - Ma tanto non ti vorrà mai, ti avrà soltanto difeso perché le avrai fatto pena. A lei sicuramente piaceranno dei tipi come me-

Tutta l'autostima di Brian sparì. In parte Henry non aveva torto, quest'ultimo rappresentava i perfetti canoni maschili che ogni ragazza amava. Alto, media corporatura, viso allungato caratterizzato da due grandi occhi bruni e i capelli corvini amaliavano ogni ragazza con cui lui ci provava. Invece Brian era tutto l'opposto: alto quanto Henry, però era molto più magro di lui, e questo fatto lo portava a una salute cagionevole. Capelli corti, ricci e scuri e gli occhi color nocciola, tendenti al verde.

- Henry lasciami in pace, ok? - affermò Brian cercando di sorpassare Henry, ma egli fu spinto a terra da quest'ultimo. Brian provò a rialzarsi, ma invano. Perché ogni volta che lui provava a rialzarsi, Henry continuava a farlo cadere.
- Che c'è barbocino? Adesso non c'è più nessuno a difenderti?-

Dopo vari tentativi, Brian si arrese e fu circondato dalle risate di Henry e dei suoi amici. In quel momento, si chiese come mai il mondo fosse così crudele. Avrebbe voluto uno di quegli abbracci che sua madre gli dava da bambino quando faceva degli incubi.

- Come pensavo, sei soltanto una fem.... -
- Che sta succedendo qui? - domandò una voce femminile.

Tutti si girarono verso quella voce e furono stupiti nel vedere chi fosse: era la ragazza che difese Brian lunedì.

- Henry, ancora tu? Ma quando la smetterai di fare l'idiota? - domandò la ragazza avvicinandosi a lui.
- Ecco... Io... - balbettò Henry.
Era la prima volta per Brian vedere Henry comportarsi come un cane bastonato e, doveva ammetterlo, stava proprio godendo.
- E voi che fate qui? - domandò di nuovo lei agli amici di Henry - Perché non ritornate a casa vostra, che dite?-

Gli amici di Henry e Henry stesso, non esitarono e decisero di fare ritorno da dov'erano venuti. La ragazza si era dimenticata della presenza di Brian, rimasto imbambolato dalla scena. Così, si diresse verso di lui per aiutarlo.

- Tutto bene? - domandò lei porgendogli la mano.
- Si tutto bene - affermò Brian, accettando il suo aiuto - Comunque è destino che tu mi debba sempre difendere -
- Eh già -
-A proposito anche se ci siamo incontrati già due volte, non ti ho detto il mio nome- affermò Brian, porgendole la sua mano - Brian, Brian Harold May.
- Io sono Coraline, Coraline Evans-

I due si strinsero la mano e, dopo questa stretta, il silenzio divenne il terzo in comodo, come successe quel lunedì.

- Coraline posso chiederti una cosa? - domandò Brian, spezzando il silenzio che si era creato.
- Dimmi pure, Brian - rispose Coraline chiamandolo per nome, che per lui sembrò una dolce melodia.
- Visto che tu mi hai già difeso due volte e non sono mai riuscito a sdebitarmi con te, ti andrebbe se ti offrissi un tè? -

Coraline ci pensò qualche secondo, ma per il giovane May sembrò un eternità.

- Ok, dopotutto non è una cattiva idea- affermò Coraline.
- Perfetto. Io conosco un bar qui vicino che fa un tè delizioso, vogliamo andare- spiegò contento Brian
- È una fantastica idea, fammi strada - affermò Coraline, seguendo il suo nuovo amico.

Avviso:

Giorgia Soleri sarà la nostra adorata Coraline Evans

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Giorgia Soleri sarà la nostra adorata Coraline Evans.
P.S. Alcuni potranno capire perché l'ho scelta :3

Spero che vi piaccia e, adesso, io vi saluto <3

𝑾𝒉𝒊𝒕𝒆 𝑸𝒖𝒆𝒆𝒏 | 𝑩𝒓𝒊𝒂𝒏 𝑴𝒂𝒚 𝑭𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora