5.

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1. Thorn

La ragazza provò a ribellarsi ma nulla. Stava fingendo? Stupidi esseri.

Intanto , io ferito me ne stavo steso sul carro ad aspettare. Ad aspettare che quel dolore allucinante si placasse, che tutto finisse. Sapevo qual era la mia fine e non potevo farci niente . Chiusi gli occhi quando due di loro mi sollevarono e poi di nuovo niente.

Li avevo visti arrivare quando i due fratelli discutevano. Erano in tanti e sembravano essere diversi da loro. Più grossi, più alti ... più spietati. Quel Klan aveva avuto la decenza di lasciarmi combattere, quegli altri no. Li colpirono alle spalle, ferendo lui gravemente. Poi presero lei. Non mi importava niente. Ma presero anche me.

Un calore al petto mi invase ma continuavo a vedere nero. Quando riaprì gli occhi, le mie ferite erano scomparse. Mi trovavo in una specie di scantinato ma sentivo che ci stavamo muovendo, forse una nave? La vidi, appesa ad una trave, inizialmente a causa della penombra non la vidi bene ma quando mi avvicinai la riconobbi. Era diversa, aveva i polsi legati  che sanguinavano, stava dormendo. Perché non aveva usato i suoi poteri per liberarsi?

Toccai ed osservai meglio il mio corpo, ero in forze e completamente guarito. Cercai subito una via di fuga ma niente. Quella stanza aveva solo una porta e chiusa a chiave, dalle crepe vidi che comunque eravamo sotto sorveglianza.

"Maledizione." Sussurrai

Presi il mio zaino, stranamente me lo avevano lasciato. Cercai un qualsiasi attrezzo potesse aiutarmi e sistemai una pistola nel suo fodero nella mia cinta. Contai i coltelli che avevo addosso. Sei in tutto. Potevo farcela.

"Aspetta" sentì alle mie spalle. Non mi voltai affatto.

"Ti prego" udì. "Aiutami, io ti ho aiutato.."

Mi voltai avvicinandomi a lei. O no, non mi avrebbe ammaliato.

"Non ti ho certo chiesto io di salvarmi!" dissi a denti stretti, ad un palmo dal suo viso e tenendo lo sguardo fisso nei suoi occhi colmi di lacrime. Non disse niente. Piangeva in silenzio.

Quando mi voltai continuò

"Ti prego, il mio popolo ha bisogno di me"

non l'ascoltai nemmeno 

"Aveva ragione Klan. Avevano ragione tutti. Siete senza cuore, esseri spregevoli che vogliono solo annientarci." Disse cattiva "Ed io stupida che non volevo ascoltarli, che ti ho dato modo di ricredermi." Disse poi tremante "Ecco la mia punizione per averti aiutato."

Davvero era l'unica a credere che in noi ci fosse del buono? Mi stava ammaliando? Era una strega ?

"Perché non liberarti da sola visto che sei riuscita a guarire me!" incrocia le braccia voltandomi

"Ho provato." Urlò "Altrimenti non avrei chiesto aiuto a te!"

"Impegnati di più allora!" tornai sui miei passi

"Queste manette" disse bloccandomi "Sono d'argento." Disse piano. Mi voltai guardando se dicesse il vero. Era la verità.

"Fammi indovinare.. i tuoi poteri da depositaria non funzionano con l'argento? Ecco perché ti servo!"

"Ti ho aiutato , ti ho salvato la vita! Adesso aiuta me e saremo pari."

"L'ultima cosa che voglio è essere tuo pari !"

"Guardate stanno litigando! Il suddano è già in piedi" rise qualcuno dietro spalancando la porta. Afferrai un coltello e glielo lanciai dritto in gola. Altri si avventarono su di me, poi sulla strega. Recuperai il coltello e dopo qualche mossa ne stesi tre. Ma erano almeno in dieci li sotto e chissà quanti ancora ne stavano arrivando.

UN NUOVO MONDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora