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Marienne

Camminammo a lungo prima di raggiungere un piccolo villaggio nordico.  Mi sentivo uno straccio o meglio, non mi sentivo affatto. 

Tremavo, il petto bruciava forte e ogni colpo di tosse sembrava una pugnalata in gola. Attorno a noi era tutto incredibilmente bianco, a fare da contrasto dei piccoli fuochi in lontananza erano segno di civiltà, segno che altre persone erano lì. Avevamo bisogno d'aiuto.

L'idiota suddano non mi andava per niente a genio. Sembrava stupido, si era messo in testa fossi una specie di chissà quale mostro. Dopo tutto quello che avevo fatto. L'avevo difeso, l'avevo salvato dal veleno di Klan con le ultime energie che avevo. Stupido idiota!

Nonna era ferita e la colpa era solo sua. Erano loro i mostri non noi.

"Che stai facendo?" mi disse vedendomi dirigere verso quel piccolo villaggio. Ci saranno state a si e no quattro famiglie.

"Chiedo aiuto idiota!" non mi voltai nemmeno 

Fece un mezzo sorriso "Hai dimenticato cosa ci hanno fatto?"

"Sei libero di non seguirmi e morire congelato" dissi avviandomi. Non mi voltai ma sentì i suoi passi dietro di me. Allora non è poi così stupido.

Un uomo con un fucile si avvicinò a me. Era alto proprio come quelli visti poco prima

"Sono Marianne dalle terre del centro, vengo in pace" dissi sollevando le mani. Mi mostrai disarmata. Avevamo due possibilità: potevano essere civili, riconoscere in me la nipote della depositaria ed aiutarci. Oppure potevano essere dei ribelli in guerra come quelli incontrati qualche ora prima e saremmo morti di li a poco.

"Sei la nipote della depositaria" disse inchinando il capo. "Siete i benvenuti" continuò.

"Grazie. Non resteremo molto, abbiamo solo bisogno di un riparo per la notte e degli abiti asciutti."

"Ripeto, siete i benvenuti. Ciò che è nostro è vostro"

"Siete molto gentile, grazie."

"Per favore datemi del tu, sono Omar. " Ci indicò una capanna alle sue spalle "Questo è il nostro rifugio, vivo con mia moglie." Si spostò di qualche passo "Lì ci sono i miei genitori ed il padre di mia moglie, mentre lì vive Crosta con la sua famiglia... le pregherei solo una cosa principessa depositaria."

"Dimmi pure Omar e .. chiamami Marienne, lui invece è..." mi bloccai. Non conoscevo il nome del suddano.

"Sono Thor" disse quasi seccato. Che diavolo gli frullava nel cervello? Quelle persone ci stavano offrendo il loro aiuto e lui teneva pure il broncio?

"E' un piacere Marienne. Ti chiedo solo, essendoci dei bambini, preferirei tenessi nascosti i tuoi poteri e se possiamo fare qualcosa per quelli...." Indicò le mie braccia.

Una volta terminate le mie energie il sangue nelle vene assume un colore bluastro orribile. Coprì le braccia abbassando le maniche il più possibile, provavo molta vergogna ogni volta che accadeva. Succede solo alle depositarie, e già da quando ero una bambina evitavo di farle apparire.

"Chiedo scusa" ingoiai il nodo in gola "E' una cosa che non posso controllare" dissi sincera.

"Lo so e mi dispiace. Non state bene evidentemente. Prego entrate in fretta" ci invitò ad entrare nella capanna. Da dentro sembrava più grande che al di fuori, vi erano addirittura due stanze. Non erano come quelle di una normale casa ma era comunque un rifugio. Vi era un fuoco al centro, una piccola cucina e delle coperte sul pavimento per sedersi. Non vi era nient'altro. Era gente semplice, gente povera, nomadi che sfuggivano ai ribelli.

Thor ci mise di più ad entrare, era strano quel tipo.

"Cara, loro sono Marienne e Thor. Li aiuteremo per questa notte, trattiamoli bene" disse Omar rivolto ad una donna bellissima. Non avevo mai visto una donna così bella. Lunghi capelli biondi, occhi chiari, tratti tipici nordici ma molto più accentuati.

"Per tutti i santi!" sussurrò avvicinandosi a me "Credevo che le depositarie fossero leggenda" disse piano

"Tesoro lasciali riposare, guarda le sue braccia.. è al limite." Disse l'uomo indicandomi

"Vado a prendere dei panni asciutti, scaldatevi vicino al fuoco" Ci disse.

 Mancò pochi secondi e tornò con dei capi puliti e profumati .

"Il bagno è fuori, purtroppo abbiamo solo questo spazio da lasciarvi. Noi dormiremo accanto." Omar ci lasciò soli ma prima lo ringraziai

"Mi chiamo Elga" si chinò vicino a me la donna "siete al sicuro qui" sorrise.

Quanto era bella. Così semplice, c'era dolcezza nelle sue parole.

Improvvisamente tossì e tutti i dolori che avevo dimenticato per qualche secondo tornarono a torturarmi.

"Thorn" lo chiamò lei sottovoce mentre mi dimenavo per far passare la tosse.

"Tieni, tieni questi. Sono di Omar ma dovrebbero andarti bene"

Thorn non disse una parola, non li prese nemmeno.

"Ti prego Elga, poggiali qui" le dissi indicando uno spazio vicino a me. "Li indosserà di certo, grazie" cercai di essere gentile io al posto dell'idiota.

La donna ci lasciò soli. Non vedevo l'ora di cambiarmi e così feci. 

"Ma che fai?" disse Thorn mentre mi toglievo l'abito restando in intimo. Sembrava avesse visto davvero un mostro stavolta.

"Bhè voltati, sto morendo congelata con quei vestiti!" dissi infilando quelli asciutti. Mi sentivo i suoi occhi addosso e sapevo perché ... il mio sangue era orribile ma ero viva quindi scorreva nelle mie vene inarrestabile.

"Ti dispiacerebbe girarti o oltre ad essere dei mostri siete anche dei guardoni?" dissi coprendomi.

Aveva gli occhi piantati sulle mie venature bluastre. Si voltò sbuffando

"Figurati cosa c'è da guardare ... non vi consideriamo nemmeno donne" disse incrociando le braccia

"Stupido cafone!" dissi inorridita "ancora mi chiedo per quale razza di motivo ti ho salvato sprecando tutte le mie energie per uno come te!" dissi "Stupida me che non ti ho considerato da subito un mostro come tu hai fatto con me!" dissi arrabbiata

Mi sentì profondamente offesa. Non mi considerava una donna? Non mi sono mai piaciuta, soprattutto per il mio sangue che mi faceva apparire come la più orribile delle creature. Strinsi i pugni e cercai di smettere di tossire.

"Cambiati i tuoi stupidi abiti e ringrazia il cielo per aver trovato queste persone tanto gentili da aiutare qualcuno ingrato come te"

Mi addormentai rannicchiata per terra, vicino al fuoco. Sognai la nonna, sognai Klan, vidi perfino Matt che tentava di dirmi qualcosa ma non capivo. Nonna. Klan. Come stavano? Quanto era grave la ferita di nonna? La mia dolce nonnina, perché era andata per prima. Perché non si era nascosta con me? Quanto stavo in pena per lei, per la mia gente. Mi sentivo morire dentro, era come se un fuoco vivo stesse bruciando i miei polmoni. Avevo freddo, correvo verso una terra più calda sperando di arrivare a casa.

Aprì gli occhi, costretta da due braccia che mi tenevano ferma. Era Thor, quello stupido idiota diceva cose senza senso.

"Tu! Stammi lontano non toccarmi!" dissi provando a liberarmi dalla sua presa. 

Continuò a dire cose senza senso riguardo la sua terra, la scienza e sul fatto che dovevamo tornare a casa. Avvicinò qualcosa alla mia bocca costringendomi a prenderla. Ma non mi fregava. Non mi sarei mai fidata di uno come lui. 

Serrai i denti.  Cercai di affrontarlo con lo sguardo ma svelto mi tappò il naso, mi mancò l'aria e questo mi costrinse a respirare dalla bocca. Approfittando di ciò, Thorn inserì quella che mi sembrò una pillola e svelto poggiò un bicchiere d'acqua sulle mie labbra. Fui costretta ad inghiottire contro la mia volontà. Mi affogai, tossì e feci una grande fatica a riprendermi con  quell'acqua che bruciava la mia gola al suo passaggio. Stavo decisamente morendo. Non avevo più forze per tenere gli occhi aperti,  per ribellarmi... poi mi sembrò di sognare, mi stava accarezzando la fronte? Il suo tocco sembrava darmi sollievo. Davvero lui? Stavo sognando di certo. 

UN NUOVO MONDODove le storie prendono vita. Scoprilo ora