Capitolo 12

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Bianca era comoda; ogni muscolo del suo corpo era perfettamente rilassato e il cuscino era più morbido del solito, anche se, di solito, non emetteva nessun suono. Era piacevole e rilassante, simile ad un cuore che batte. Si mosse nel letto allungando le gambe e abbracciando qualcosa. Si accoccolò di più nel cuscino e sospirò. Sentì il suono del battito del cuore aumentare non appena lo fece, a chi appartenevano? Aprì gli occhi lentamente e si trovò davanti al naso un petto muscoloso, qualcuno con due tatuaggi. Seguì la linea del petto fino alla vita, dove c'erano le sue braccia, e al di sotto di quelle c'erano dei boxer neri Calvin Klein e infine le sue coperte. Alzò il viso timorosa di vedere a chi appartenesse quel corpo e non appena incontrò lo sguardo scuro e luminoso di Tom sgranò gli occhi.

- Tom!

- Bianca! - sentì pronunciare. Strano, le labbra del moro non si erano mosse.

- Bianca, svegliati! - urlò qualcuno e la ragazza aprì di getto gli occhi mettendosi a sedere. Vide suo padre uscire dalla stanza e chiudere la porta, poi portò lo sguardo sul letto e notò non c'era nessuno al suo fianco. Che fine aveva fatto Tom? Si grattò la testa ed emise un sospiro frustato. Era stato un sogno, un fottutissimo sogno. Si alzò dal letto sbattendo i piedi per terra: era arrabbiata, non solo perché aveva sognato Tom Holland, ma perché era stato un sogno così realistico che le sarebbe piaciuto vivere nella realtà. Adesso ci mancava solo che si mettesse a fare pensieri osceni sul moro e la sua vita si sarebbe definitivamente conclusa, non per qualcosa, ma si sarebbe suicidata. Scese al piano di sotto e si sedette a tavola di fronte ai suoi genitori.

- Come mai hai fatto fatica a svegliarti, tesoro? - le chiese sua madre aspettandosi una sua risposta. Una risposta che non sarebbe arrivata. Nessuno doveva parlarle appena sveglia, non avrebbero ricevuto nient'altro che un ringhio e mugolio, e fu quello che rivolse a sua madre: mugolò. Dopo un quarto d'ora era pronta e uscì di casa annoiata, come tutte le mattine dopotutto. Si incamminò lungo il marciapiede e sfilò dalla borse il suo fidato mp3, niente di simile ad un Ipod. Prese le cuffiette e si mise ad ascoltare Shawn Mendes. Quel ragazzo era capace di farla rilassare più di un idromassaggio. Mise le mani nella tasca della felpa e sospirò, girò in un vicolo e poi venne fermata per il braccio. Si girò pronta a prendere a cazzotti qualche pervertito, ma si trovò davanti Holland. Pervertito lo era, quindi non c'era andata molto lontano. Si tolse le cuffiette e lo guardò stranita.

- Holland. - lo salutò.

- Bianca. - ricambiò lui abbozzando ad un sorriso e Bianca lo fissò come incantata.

- Che ci fai qui?

- Sono venuto a darti un passaggio. - spiegò Tom indicando con il capo la moto parcheggiata non molto lontana da loro.

- E hai preso questa decisione quando precisamente? - domandò infastidita per l'ennesima volta dalla sfacciataggine del ragazzo.

- Adesso. - la prese di nuovo per il braccio e la trascinò vicino alla moto. Era più grande di quanto sembrava da lontano.

- Io non ci salgo su quell'aggeggio. - borbottò Bianca.

- Paura? - le sussurrò vicino all'orecchio e la ragazza si allontanò di botto. Non avrebbe commesso lo stesso errore del giorno precedente.

- Mi spiego meglio: non ci salgo su quella cosa con te. - Tom alzò gli occhi al cielo e si chinò sulla moto prendendo il casco e mettendoglielo in testa.

- Ehi! - si lamentò Bianca provando a levarselo, e Tom ci poggiò la sua mano sopra.

- Monta in sella e non fare storie. Mi sono svegliato dieci minuti prima per venirti a prendere. - spiegò velocemente sedendosi e accendendo il motore. Ok, forse in quel momento sembrava una vera rincoglionita: impalata davanti a Tom con una faccia da pesce lesso e un casco che era il triplo di lei in testa.

The Bet||Tom Holland & The VampsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora