Capitolo 3

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Bianca scese dall'auto sorridente, cercando di mantenersi il più dritta possibile, andando contro il volere delle rocce che portava nella borsa. Eh, già... il lunedì era un vero inferno; non solo perché era l'inizio di una stressante settimana, ma perché iniziavano le lezioni con tutte quei compiti, interrogazioni e bla, bla, bla, e Bianca si stancava sempre di più, giorno per giorno. E pensare che frequentava ancora il terzo anno, come sarebbe andata avanti per altri due anni? Due lunghissimi e noiosissimi anni. Un vero inferno, in poche parole.

Sistemò meglio la borsa in spalla e varcò l'ingresso della scuola. Ogni giorno che passava in quell'edificio si meravigliava del numero di ragazzi che ne circolavano per i corridoi. Aumentavano a dismisura oppure era lei che stava sempre con la testa fra le nuvole? Si recò verso il suo armadietto e lo aprì sognante, prese la borsa ed estrasse un paio di libri e li depose in quel barattolo laccato di giallo. Si sentì meravigliosamente leggera.

- Ehilà, Piper! - riconobbe immediatamente la voce e roteò gli occhi scocciata.

- Buongiorno anche a te, McCole. - chiuse l'armadietto con uno scatto, facendo sussultare di poco il ragazzo affianco a lei. - Desideri qualcosa?

- Mi servono delle ripetizioni di matematica e ti pregherei di aiutarmi. - Bianca lo guardò e sbuffò.

- Smettila di prendermi per il culo, McCole. Sappiamo entrambi che io sono una schiappa in quella materia, peggio di te. Perché non provi a chiedere a Casey?

- Ci potremmo aiutare a vicenda Bianca, insomma... - la ragazza lo stoppò.

- Frena, amico. Ho detto di chiedere a Casey. - gli diede le spalle, pronta a lasciarlo solo come un cretino, però il tizio in questione la prese per il polso e la girò violentemente, attirandola a se.

- Avanti, Piper... non fare la santarellina! - Bianca si allontanò disgustata, con un pizzico di paura, ma non lo diede a vedere.

- Senti McCole, ti conviene starmi alla larga, se non vuoi finire in brutti guai. Ti ho avvertito. Prova solo a toccarmi con un dito e ti castrerò con le mie stesse mani. - lo avvertì minacciosa.

- Non vedo l'ora di sentire le tue mani sul mio amichetto! - sorrise malizioso.

- Sei disgustoso, McCole! Perché non fai soddisfare i tuoi bisogni sessuali da tua madre? - sorrise radiosa, sperando di non aver esagerato, e questa volta si allontanò definitivamente da Devon McCole, bulletto della scuola e capitano della squadra di basket. Era al suo quarto anno, come potevano essere i ragazzi così disgustosamente disgustosi? Vide in lontananza Jess e le si avvicinò sorridente.

- Jess! - l'abbracciò.

- Bianca, come va? - la bionda ricambiò.

- Bene, oltre a quel cretino di McCole, tu? - si incamminarono verso la lezione di chimica.

- Una meraviglia. Stamattina Connor mi ha mandato un messaggio. - alla bionda si illuminarono gli occhi di felicità e Bianca non poté fare altro che essere felice per lei. Connor sembrava un tipo a posto, in confronto a quel cetriolo di Holland.

- Wow! Che diceva? - le domandò curiosa.

- Oh, niente di particolare, mi ha solo dato il buongiorno e... sono rimasta un po' di stucco, lo ammetto. - arrossì leggermente.

- È un buon inizio, non credi? - Jess annuì. - Gli hai risposto?

- Sì, ma non mi ha ancora risposto. - disse tranquilla, anche se dentro di se era leggermente preoccupata. Era sempre stata un ragazza che aspettava il proprio principe azzurro, e sembrava che Connor lo fosse davvero. Biondo, occhi azzurri, timido, ma molto carino e romantico, un ragazzo perfetto per Jess.

The Bet||Tom Holland & The VampsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora