pioveva molto, credo che stesse per arrivare una tempesta, l'ultima cosa che vidi fu un'onda venirmi addosso.
aprii gli occhi, qualcuno mi stava scuotendo con forza, ci misi un po' per metterla a fuoco.
"merda..."
sussurai, la testa mi faceva male. Lei era sopra di me, mi guardava preoccupata con quei sui occhi verdi, mi piacevano così tanto, i suoi capelli erano raccolti in due trecce basse, era davvero bella come la ricordavo. ma la domanda è: Lei che ci fa qui?
"che cazzo stavi facendo?"
mi urla contro come se le dovessi una spiegazione.
mi metto seduta.
"secondo te?"
indico con la testa la tavola da surf a qualche metro da me. vedo che non mi sta guardando in faccia, ma un po' più in basso, arrossisco di botto e tiro su la cerniera del mio top da surf. sbuffa esasperata, mi accarezzo le tempie, mi guarda.
"che ci fai qui?"
"cercavo un posto tranquillo."
"questo lo chiami tranquillo?! sta per venire giù il mondo!"
"non rompere, ok? lasciami in pace, ho vent'anni, posso fare quello che voglio."
mi alzo in piedi, recupero la tavola e comincio a camminare per tornare a casa.
"dove stai andando?"
"a casa."
"te ne vai così?"
"non sono stata io a lasciarti."
"Aurora... aspetta, possiamo parlare?"
"no."
mi raggiunge e mi tira per il braccio, mi giro verso di lei.
"che vuoi?!"
"io ti amo, mi hanno costretto a lasciarti."
"si, certo... se mi hai tradita, non serve che ti inventi tutte queste scuse, dimmelo e basta."
"Rebecca è venuta da me... mi ha minacciata... mi ha detto che ti avrebbe fatto del male se non ti avessi lasciata."
"come no..."
"Aurora... dico davvero..."
la guardai negli occhi, erano lucidi, odiavo vederla piangere, abbassai lo sguardo, era zuppa, aveva bisogno di una doccia e di un cambio asciutto.
"andiamo."
non disse nulla e mi seguii. dopo cinque minuti raggiungemmo una piccola villetta a schiera, con uno steccato bianco, la casa era un po' grande per me. richiusi la porta dietro di noi.
"togliti le scarpe e vai al piano di sopra, il corridoio di sinistra, la prima porta a destra."
annui, chiusi la porta a chiave e controllai le finestre. salì al piano di sopra andai in camera, presi un cambio asciutto per entrambe, lo appogiai sul letto. aprii la porta del bagno e la trovai senza maglietta, la richiusi di scatto.
"cazzo... scusami, non volevo."
"è tutto ok tranquilla..."
...
erano passati venti minuti da quando era entrata, mi avvicinai alla porta per bussare e chiederle quanto le mancasse quando la sentii gemere e ansimare, sulle mie labbra comparve un sorriso. dio... amavo i suoi gemiti... mi sedetti a terra, divaricai le gambe e infilai una mano nelle mie mutandine del costume, mi mordetti il labbro inferiore. ero così tentata... alla fine mi decisi, infilai lentamente due dita dentro di me, appogiai la testa alla porta, sentivo i suoi gemiti farsi sempre più forti, mi eccitavano così tanto cazzo... aumentai la velocità delle dita fino a raggiungere l'orgasmo.
...
uscì dalla doccia, avvolsi un asciugamano intorno a me e andai in camera da Lei. la trovai con addosso la mia tuta verde acqua, sorrisi debolmente, mi guardó da capo a piedi e si leccó le labbra. mi vestii velocemente e presi il phon e una spazzola, mi sedetti dietro di lei e le asciugai i capelli delicatamente.
"vieni, andiamo a mangiare qualcosa."
scesi le scale e lei mi seguì, preparai un po' di pasta, apparechiai per due. mentre aspettavo che la pasta si cuocesse la guardai.
"tu che ci fai qui?"
"i miei volevano fare qualcosa di diverso..."
"li hai avvisati che stai bene? stanotte resti qui."
"non lo so... non voglio darti fastidio."
"guarda che non era una domanda, ma un'affermazione. hai visto che tempo c'è fuori? possiamo guardare un po' di Netflix o leggere qualcosa."
"ok..."
...
tornammo in camera dopo mangiato, lei si distese nel letto matrimoniale, presi il computer, lo misi davanti a Lei, mi misi dietro di Lei e le circondai i fianchi con un braccio, sussultó.
"ti da fastidio?"
"no."
cominciammo a guardare Shadowhunters, le piaceva così tanto... le accarezzavo lentamente la pancia con una mano, portavo ancora il nostro anello e con gioia vidi che Lei faceva lo stesso.
...
a un certo punto spense il PC e si girò verso di me, mi guardò negli occhi.
"mi dispiace Aurora..."
continuai a guardarla senza dire nulla.
"per tutto quello che ti ho fatto passare... mi dispiace tantissimo..."
era sull'orlo delle lacrime, le misi l'indice sulle labbra.
"shhh... è tutto ok... è tutto ok piccola..."
mi avvicinai a Lei e la baciai dolcemente accarezandole la guancia. quando ci staccammo avevamo entrambe le guance rosse, mi leccai le labbra.
"ora però dobbiamo dormire un po' piccolina..."
annuì sorridendo e si appoggiò al mio petto, le accarezai i capelli e le baciai la testa, infiló una mano sotto la sua felpa e mi accarezzo la pancia lentamente sorrisi e cademmo in un sonno profondo.