4.

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tiro fuori il beige e apro le porte, ciò che troviamo dentro mette i brividi. sembra un laboratorio scientifico; guardiamo verso un'enorme vetrata, dietro il quale ci sono file e file di strani aggeggi simili ad incubatrici, al loro interno si stanno sviluppando dei... dei dolenti. sembrano proprio dei cuccioli di dolente e ce ne sono a centinaia. continuiamo a camminare guardandoci attorno, ogni tanto sui muri si innalza una di quelle grandi finestre e dietro si nasconde una stanza, ognuna diversa dalla precedente. In una c'era un tavolo con oggetti chimici, in un'altra un microscopio: ogni stanza aveva uno scopo preciso. Continuiamo a camminare finché una porta scorrevole come quella dell'entrata cattura la nostra attenzione, ci fermiamo a guardarla e la studiamo con attenzione. scorro il beige davanti alla fotocellula ed anche questa porta si apre silenziosamente, ciò che si nasconde dietro è ancora peggio di tutto ciò che abbiamo visto finora. all'entrata verso destra ci sono i lettini che abbiamo visto entrare, quindi avevo ragione; sotto alle coperte c'erano dei corpi. guardiamo con disgusto la scena davanti ai nostri occhi, una distesa di corpi appesi a dei macchinari, pieni di tubbi addosso che sembra gli stiano risucchiando tutto il sangue. camminiamo in avanti, le file di corpi sono tante da non poterle contare sulle dita di una mano, le persone appese in qualche modo sono ancora vive ma sembrano cadaveri.

Il ragazzo si ferma per alcuni secondi per poi correre verso uno dei corpi, è una ragazza mora con i capelli ricci.

"lei era nel mio stesso labirinto, l'hanno portata via l'altro ieri" dice lui, triste e disgustato alla vista della sua amica ridotta in quel modo e in un posto del genere. stiamo continuando a camminare quando sento una porta che si apre e dei passi, cavolo è la terza volta in questa giornata! corro dietro ad una colonna e trascino il ragazzo con me, facendogli segno con la mano di fare silenzio; due persone entrano nella stanza camminando dritti davanti a sé, quando mi passano davanti riesco a riconoscere l'uomo alla sinistra: alto, con i capelli grigi e la faccia da ratto. Janson.

Arrivano fino alla fine della sala dove accendono uno strano schermo dietro il quale appare una donna, il ratto l'ha chiamata 'Ava' non l'ho mai vista in vita mia eppure ha un aspetto familiare.

"Janson, sta funzionado" dice la donna.

"già, ma non abbastanza" risponde il ratto.

io ed il ragazzo affianco a me ci guardiamo, adesso che sono distratti dovremmo approfittarne per andarcene visto che sembra che abbiano da parlare ancora un po'. lui mi fa un cenno positivo con la testa, come se ci fossimo letti nel pensiero, quindi cominciamo a gattonare verso l'uscita cercando sempre di rimanere nascosti dalle colonne che sorreggono il soffitto e dagli innumerevoli corpi. arriviamo davanti all'uscita e mi fermo alcuni secondi per ascoltare a che punto della conversazione sono arrivati.

"voglio che mi prepari gli ultimi arrivati, entro domani mattina devono essere pronti" ordina Ava con tono autorutario.

Avvicino di nuovo il beige alla fotocellula e faccio attenzione a non scorrerlo né troppo velocemente né troppo lentamente, altrimenti avrebbe fatto rumore. apro la porta al primo tentativo e sgattaioliamo fuori il prima possibile, continuando a correre verso l'uscita vera e propria.

Ripercorriamo i nostri passi, correndo davanti ai vari laboratori e la stanza dei dolenti arrivando finalmente davanti alla porta d'uscita, controlliamo non ci sia nessuno e scappiamo fuori rientrando velocemente nei condotti.

"devo avvisare i miei amici, sapresti portarmi nella mia stanza?"

"se mi dici il numero scritto sulla porta, sì" mi dice il ragazzo tirando fuori dalla tasca una mappa.

"è la 46" dico io mentre il ragazzo memorizza il percorso che dobbiamo fare.

"ok, di qua" mi dice girando velocemente a sinistra.

"aspetta! non mi hai ancora detto il tuo nome" gli dico seguendolo velocemente, per paura di perdermi nei condotti.

"Aris, mi chiamo Aris. te?"

"sono T/N"

"bene T/N, andiamo dai tuoi amici" dice sorridendomi.

gli porgo un sorriso sincero e lo seguo restando comunque a distanza di sicurezza. dopo diverse deviazioni raggiungiamo una grata, dovremmo trovarci sotto ad un letto. Aris la spinge via, causando rumore e spaventando i miei amici, che fortunatamente in questo momento si trovano nella stanza. Esco velocemente dal condotto, davanti a me trovo Chuck che mi guarda con gli occhi che gli luccicano. tira un urletto di gioia e mi abbraccia forte, io lo stringo a me per qualche secondo ma lo lascio prima di quanto avessi voluto. Nel frattempo si avvicina Newt che mi guarda come se avesse visto un fantasma.

"sorpreso di vedermi?" gli dico sorridendo abbracciandolo subito dopo, lui mi stringe forte a sè e vorrei rimanere così per tutta la vita, ma ricordo il motivo per cui sono qui.

"ragazzi siamo in pericolo, dobbiamo andarcene prima di domani mattina" dico io buttando un mobile davanti alla porta, in modo da bloccarla.

"perché cosa è successo? che ti hanno fatto? hai visto qualcosa? e sopratutto mi vuoi spiegare chi caspio è questo tipo che ti sei portata dietro?! " un Newt irritato comincia a bombardarmi di domande a cui piano piano do le risposte.

"lui è Aris, mi ha aiutata a scappare da un posto e mi ha portata a vedere un'altro posto." noto Newt mandare un'occhiataccia al mio nuovo amico.

"non mi è chiara la situazione" mi interrompe Minho.

"non riesco a spiegare quando sono sottopressione!" rispondo io, nervosa.

"beh prova a spiegarti meglio però" interviene Thomas.

"Allora, quando ieri siamo usciti dalla mensa ci hanno addormentati e portati in una stanza, mi sono svegliata lì e i miei compagni oltre ad essere la metà rispetto a ieri erano anche tutti addormentati. sono riuscita a scappare e ho incontrato Aris che mi ha portato nel posto in cui si trovavano i miei compagni mancanti. adesso janson deve venirci a prendere e ti assicuro che nonbci farà niente di buono, vi spiegherò i dettagli quando saremo al sicuro ma adesso dobbismo andarcene da qui!" dico io tutto d'un fiato.

"come hanno fatto ad addormentarvi?" chiede Chuck incuriosito mentre io, Winston e Newt blocchiamo la porta usando delle lenzuola.

"secondo te come hanno fatto? con l'ipnosi?" dice Minho, usa il sarcasmo nei momenti sbagliati.

"Minho!" lo sgrido. "Hanno usato delle siringhe calmanti" rispondo alla domanda di Chuckie, che mi rivolge un sorriso per ringraziarmi della risposta.

Prepariamo alcuni zaini e li riempiamo con il minimo indispensabile: delle lattine di cibo in scatola, un po' d'acqua e delle coperte. abbiamo appena finito di prepararci che sentiamo bussare alla porta.

"buonasera ragazzi sono Janson, vi dispiacerebbe aprirmi?"

ci guardiamo tra di noi, un solo nostro sguardo ed inizia il piano. quella sera saremmo scappati di nuovo.


*angolo me*
ciao a tutti! spero vi stia piacendo la storia. aggiorno adesso perché domani sarò impegnata tutto il giorno e non avrò il tempo per scrivere un capitolo intero. oggi vi regalo due capitoli in un giorno! alla prossima <3






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