3. Martini, Emma Martini

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Si era svegliata da sola, il biondo se n'era andato parecchie ore prima avendo dimenticato di rimpicciolire e portare un cambio per il giorno dopo.

Avrebbe anche potuto indossare l'uniforme del giorno prima, se Albus non l'avesse riempita di farina, non chiedete come, ma se volete sapere il perché, beh vi basti sapere che Scorpius si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, dopotutto anche Al aveva geni Weasley.

Era scesa per far colazione e come al solito appena entrata in sala grande un centinaio di teste, all'incirca un quarto degli studenti dell'intera scuola, si erano voltati verso di lei e non l'avevano abbandonata fino a quando si sedette.

Odiava tutte queste attenzioni.

Odiava queste persone le cui menti erano talmente ottuse da giudicare una persona per voci di corridoio e per ciò che potevano vedere quando girava per il castello.

Tutti sapevano chi era, tutti ne avevano un'idea, che fosse giusta o sbagliata, ormai c'erano talmente tante versioni di lei che lei stessa non sapeva chi fosse.

C'era chi la adorava, chi la odiava, chi la invidiava e perfino chi la temeva.

Ma lei non conosceva nessuno di loro, non sapeva i loro nomi, le loro età, i loro colori preferiti e sinceramente non voleva saperlo.

Come spesso aveva desiderato, voleva solo essere invisibile, ma i suoi capelli rossi, marchio Weasley, non glielo permettevano.

Ogni tanto aveva pensato di tingerli, ma avrebbe significato rinnegare la sua famiglia e per quanto fosse incasinata questo non voleva farlo.

Spesso, però, sognava di andare in città dove nessuno conoscesse lei e la sua famiglia.

Anche per questo voleva andare a Oxford, città babbana in cui nessuno avrebbe pensato che facesse parte della più famosa famiglia del mondo magico.

I giornalisti non si sarebbero spinti fin laggiù e lei avrebbe avuto un po' di pace e serenità.

Si diresse verso il tavolo della sua casata, apparecchiato in modo impeccabile per la colazione.

O così sarebbe stato se avesse guardato qualunque altro tavolo presente nella sala.

Il suo era pieno di cibo sparso sulla tovaglia e su alcuni dei componenti della tavolata, per lo più parenti della ragazza.

Era già tanto che nessuno avesse ancora sporcato lei.

Abbasso il volto sulla camicia bianco latte per controllare.

Come non detto, della marmellata di mirtilli le aveva appena rovinato il completo.

Probabilmente avrebbe dovuto arrabbiarsi, dopotutto non c'entrava niente con la battaglia in atto, che aveva capito essere ragazzi contro ragazze più Lysander, il povero corvonero era stato obbligato dalla fidanzata a stare dalla sua parte.

Invece rise di gusto alla vista della spensieratezza dei suoi familiari.

Sapeva che con molta probabilità anche loro avessero molti problemi, tra famiglia, scuola e sentimenti, ma ogni volta che si trovavano insieme tutti i pensieri negativi sparivano e tornavano a giocare come anni prima facevano alla Tana, quando il problema principale era il troppo cibo cucinato da nonna Molly, problema che, tra parentesi, persisteva ancora.

Presa dal gioco, cercò l'artefice di quella chiazza viola presente sulla camicia e passò all'attacco.

Il povero Louis, con in mano un cucchiaio sporco di marmellata, l'evidente strumento utilizzato per colpire la ragazza, venne preso in faccia da una pagnotta di pane.

Nemici, Amanti e... - ScoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora