Parte 12 - La notte prima di Halloween

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''Non mi sento parte di nessun gruppo sinceramente'' Rispose Dalìa quasi come se avesse aspettato così a lungo per dire questa frase.

Tutti iniziarono a fissarla, ma non era una novità, ormai era quasi abituata agli occhi della gente fissi su di lei. Qualcuno continuò a parlare nuovamente.

''Bene. Ora tocca a Selena.. Alzati e dai un bacio ad Erik''

Erik era il classico bulletto dell'istituto, ma anche il migliore amico di David. Un po' curioso, capelli ricci ed occhi neri, sguardo accattivante ma il suo essere arrogante lo rovinava.

Selena non ci pensò due volte, era completamente cotta di Erik e subito corse a baciarlo.

Dopo poco toccò a Silvia, ma la sua migliore amica già sapeva cosa fare e subito chiese a Silvia di baciare David. David inizialmente disse di no, ma poi tutti iniziavano a fischiargli contro.

''Ma come, tu sei PAZZO DAVID!''

Ed effettivamente era impossibile rinunciare a Silvia. Provocante, seno prosperoso e grandi occhi verdi.. capelli neri e pelle delicata con tanto di sguardo assassino.

Silvia corse subito verso David, allungò le mani verso il suo viso ed iniziarono a baciarsi. David inizialmente guardò da lontano Dalìa, che si voltò subito dall'altro lato.

''Va bene così, basta!'' Disse David staccandosi da Silvia.

''Io vorrei andare a dormire'' Aggiunse.

''Non abbiamo ancora finito, adesso tocca a William. William ti obblighiamo a baciare Dalìa e portartela a letto''

''COSA?!'' Tutti gridarono la stessa parola.

''Tu sei pazza!'' Disse David alzandosi per andare via

''Aspetta!'' Aggiunse Silvia
"Sai benissimo che almeno un bacio devono darselo, fa parte del gruppo" Aggiunse sorridendo con sguardo malefico
David tacque e a Dalìa questa cosa fece male.
Pensò che non gli importasse così tanto di lei e mentre fece per alzarsi, William la prese da dietro e la baciò. Accadde tutto così velocemente, senza esitazione.
Tutti rimasero in silenzio a fissarli, Dalìa ricambiò di gran lunga il bacio e probabilmente quel bacio durò più del dovuto.
Tutti iniziarono ad applaudire, a David gli occhi divennero lucidi, mai nessuno lo aveva visto così.
Lo sguardo accattivante di Silvia lo fissava in continuazione come a dire "Guarda con i tuoi occhi, non fa per te"
David lasciò la stanza senza dire una parola e Dalìa cercò di seguirlo velocemente.

"David, David! Aspetta!"
"Lasciami stare Dalìa"
"Ti prego, ho bisogno che tu mi ascolta"
Fece per prendere la sua mano, ma David usò un po' troppa forza e la spinse facendola sbandare.
Si girò per vedere se fosse tutto apposto e subito riprese a camminare a passo veloce.
Dalìa ritornò in se e continuò a chiamarlo.
"Per favore, fermati!"
David si fermò.
"Cosa c'è?"

Rimase pietrificato davanti ai suoi occhi, guardandola con gli occhi lucidi.
"Allora?" Aggiunse.
"Perché ti sei arrabbiato in questo modo, David?"
Dalìa allungo le sue mani verso il viso di David e lo avvicino alla sua testa.
"Lasciami stare, non ho voglia di darti spiegazioni"
"Guardami" Disse Dalìa
David la guardò dritto negli occhi. Immobile.
"Ti piaccio?"
"No!" Rispose David in tono secco
"Rispondimi per l'ultima volta e non ti darò più fastidio. Ti piaccio, David?"
"Non mi piaci, Dalìa!"
David tolse le mani di Dalìa quasi incollate sulle sue guance e andò via, lasciandola nel pieno della notte lungo la strada che portava alle panchine.
Dalìa inziò a piangere, non riusciva a darsi una spiegazione. Si sedette su una delle panchine di legno fredde. La nebbia fitta oscurava l'istituto e si intravedevano solo le lucine gialle lasciate nel corridoio accese da Vinder in caso di emergenza.

"Pperchè ttu piangere disperata signorina Dalìa"
Vinder apparve lì come per magia, con il suo bastone ed i capelli buffi. Aveva un po' il naso rosso, forse dal freddo della notte e delle ciabatte un po' rotte.
Dalìa per un secondo iniziò a sorridere guardando le ciabatte di Vinder malridotte e;
"Sono belle vero? Anche un po' bbuffe" Vinder fece per sedersi sulla panchina aiutandosi con il bastone.
"Si, ma sono carine sai"
"Lo so! Me le regalò mia madrre quando iniziai a lavorare in questto istituto. Sessanta anni fa."
"SESSANTA?! E quanti anni hai, Vinder"
"Non si chiedde l'età a noi piccini, Dalìa. Usa la tua immaginazione ed asssegnami un numero"
"Ecco, ti ho portato una ffetta di pane con la marmellata. Ma non dirlo a nessuno, è un segreto!
"Ti ho vista piangere dalla finestra, cossa ti è succ..esso signorina Dalìa?
"Ho litigato con David"
Dalìa passò gran parte del tempo a raccontare tutto a Vinder, intanto la nebbia era andata via e il cielo iniziò a farsi più chiaro.
"È quasi l'alba meglio cche tu vvada signorina" Vinder scese dalla panchina ed iniziò ad incamminarsi con Dalìa che lo seguiva silenziosamente.
"Sssai cosa ti dico? Non tutti i cattivi sono cattivi e non tutti i buoni sono buoni. Sembrerà una frase scontata. Magari più tardi ci riderai su. Ma David ti vuole bene, ha bisogno di tempo. Ogni stella cercherà un posto migliore nel cielo per brillare più di tutte. Tu sii una di quelle. Ora va a riposarti"
Vinder andò via, lasciandola pensierosa. Dalìa notò che in quel momento Vinder non balbettò, ma parlò in modo così chiaro e puro.
Dalìa si diresse verso la stanza, tutti dormivano.
Nella stanza delle ragazze nessuna era sveglia e Dalìa silenziosamente si diresse verso il letto.
Poco prima di prendere sonno, si affacciò alla finestra della stanza poco sopra la sua testa e fuori al cancello dell'istituto intravedette una figura nera.
Era il giorno di Halloween.

Dalìa - Una strega nascosta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora