Parte 8 - Il ciondolo

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Dalìa si accasciò a terra e perse i sensi
"Da questa parte, da questa parte! Veloci, sta male!"
Dalìa priva di sensi sentiva in continuazione nelle sue orecchie rimbombare queste parole, poi tutto diventò buio.
Dalìa passò una giornata in infermeria e quando si svegliò notò il polso e la gamba legati con una fascia, dove ancora macchiavano di sangue.
"Tranquilla, stai bene! Sono solo delle piccole ferite che passeranno" Disse l'infermiera

Dopo poco aver finito di pranzare un po' di brodo, l'infermiera comunicò a Dalìa che c'era una visita per lei, ma che non doveva dirlo a nessuno perché le visite non erano consentite. Dalìa curiosa di sapere allungò il collo per sbirciare, ma si accorse dalla voce che era David. Tornò al suo posto ed iniziò ad agitarsi.

"Ehi" Disse David spostando la tenda che ricopriva il letto.
"Ciao" Disse Dalìa in tono secco.
"Come stai? Posso sedermi?"
"Sto bene, grazie. Meglio di no, preferisco restare da sola" Disse Dalìa con gli occhi lucidi
"Mi dispiace per le cose che ho detto" Disse David strofinandosi le mani sul mantello che lo ricopriva tutto.
"Ok, va bene ma voglio restare da sola! E poi non riesco a capire perché non ti mostri mai.."

David non disse una parola, si alzò, la salutò senza nemmeno attendere una sua risposta ed andò via. Dalìa per un momento ci restò male, poi pensò a quanto David fosse stronzo e sdraiandosi di nuovo nel letto si addormentò.

''Dalìa, forza svegliati! Sono tre giorni che dormi''

Dalìa aprì gli occhi e la prima cosa che vide furono gli occhi della preside, incredula che fossero passati tre giorni così velocemente e d'altronde a dormire, si alzò velocemente dal letto. Pensò addirittura che l'incontro con David fosse stato solo un sogno.

''Dalìa sono le 8.30 e no, non sei in ritardo con le lezioni, riprenderai domani. Dopo colazione se gentilmente potresti venire nel mio ufficio.'' Disse la preside con un mezzo sorriso per poi girarsi ed andare via.

Nel mentre l'infermiera tolse le garze dal braccio e dalla gamba di Dalìa e tutto ciò che le era rimasto erano dei semplici graffi.

''Sai, oltre ad alcune creme che ti ho passato io, tua nonna Agata è stata davvero premurosa a mandarci un prodotto davvero speciale che fa con le sue mani, infatti ti resteranno solo delle piccole cicatrici'' Disse l'infermiera accarezzando i capelli di Dalìa.

''Ma quindi mia nonna non è proprio venuta a trovarmi?''

''Da quello che so tua nonna non può spostarsi da dove si trova, quindi no, mi dispiace Dalìa''

Dalìa si asciugò le lacrime con la manica del braccio e si diresse nei bagni per farsi una doccia.

A contatto con l'acqua la cicatrice sul polso le faceva un po' male, ma in quel momento non fece altro che pensare a sua nonna che non ci diede molta importanza.

Accompagnata da Vinder, Dalìa si diresse verso lo studio della preside, dove al suo interno si sentiva qualcuno urlare.

''Preside Dafne, non potete assolutamente metterla in pericolo per far si che lei cacci fuori i suoi poteri''

Dalìa indietreggiò e rimase bloccata ed insieme ad essa anche Vinder

''Signorina, torniamo indietro, passiamo d..opo'' Disse Vinder

''No! ho bisogno di ascoltare''

Vinder rimase in silenzio tutto il tempo, con il suo bastone che traballava quasi come se non si reggesse in piedi.

''Credi veramente che io sia in grado di mettere in pericolo voi studenti e soprattutto Dalìa?'' Disse la preside rivolgendosi a qualcuno.

''Io questo non lo so! So solo che in così pochi giorni si è ritrovata a sentire voci ed affrontare creature così strane''

La voce sembrava quella di David, ma Dalìa non ci sperò così tanto.

''Appena arriverà Dalìa parlerò con lei di questa situazione. Meglio che tu vada.''

David aprì la porta e subito notò Dalìa pietrificata con al suo fianco Vinder in silenzio. David non fece in tempo ad aggiustarsi il cappuccio, che Dalìa notò ancora una volta un marchio sul polso sinistro, che ovviamente David nascose subito.

''David'' Gridò Dalìa.

Ma lui non si girò neppure.

''Entra Dalìa'' Disse la preside dalla stanza.

Vinder scappò via quasi come se avesse non avesse mai avuto bisogno di quel bastone e Dalìa entrò dentro la stanza.

''Ho poco tempo, ma devo consegnarti una cosa!'' La preside estrasse dalla sua tasca di un bel vestito tutto floreale color verde acceso un sacchetto di camoscio rosso con un filo d'oro.

''Apri questo sacchettino e vedi cosa contiene al suo interno''

Dalìa aprì il sacchettino che a dire il vero profumava sempre di vaniglia e ci trovò un ciondolo a forma di corvo. La preside rimase paralizzata ma cercò di trattenere la calma.

''Cosa vuol dire tutto questo?'' Disse osservando tutti i dettagli del corvo.

Era un corvo d'oro con delle belle ali e piccole sfumature di nero al suo interno.

''Quasi tutti gli studenti ne ricevono uno, ognuno con un animale, creatura, fate, gnomi diversi. Da oggi in poi questo corvo sarà la tua ombra. Sei la prima dell'istituto ad aver trovato un corvo dopo tua madre.'' Disse la preside preoccupata.

''Non sapevo che mia madre avesse studiato qui''

''Tutti della tua famiglia hanno studiato qui, Dalìa.. tranne le tue sorelle e tuo padre''

A Dalìa la parola ''padre'' fece un effetto strano, lei non lo aveva mai conosciuto e non le era mai stato raccontato nulla.

''Bene, adesso ho cose da sbrigare. Meglio che tu vada e sta attenta a dove metti il ciondolo'' Disse la preside ritornando dietro alla sua scrivania ed iniziando a sistemare delle carte.

''Come faccio ad attivarlo, non so nemmeno come funziona''

''E' lui che guiderà te! Col tempo lo capirai da sola.''

La preside fece un sorriso così delicato a Dalìa e con un tocco di mano la mandò direttamente nella sua stanza.

''Non ci credo, sei davvero tu'' Disse Arya correndo verso Dalìa

L'abbracciò fu così forte che Dalìa iniziò a piangere dall'emozione. Era da tempo che non ne riceveva uno.
"Adesso è meglio che tu ti riposa un altro po', noi adesso andiamo a seguire la lezione del professor Rupert" Disse Arya abbracciandola nuovamente.
Per tutto il pomeriggio Dalìa non fece altro che pensare a David, immaginandosi il suo volto, le sue forme, i suoi occhi.. ricordava ancora perfettamente le linee delle sue labbra sottili.
Verso l'orario di cena Raya andò a chiamare Dalìa per farla scendere giù e lungo le scale vide delle persone dal volto coperto passarle accanto.

"È qui" Sentì dire da una voce maschile
"Lo so" Rispose David.

Dalìa - Una strega nascosta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora