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Non è da me.
Caro, non è mai stato da me.
Ho tante cose in testa, non sono sicuro di riuscire a scriverle tutte.
Metà di queste sono andate perdute, come disperatamente ho perso te.
Ho il lieve sapore della tua lingua in bocca, non voglio che svanisca, ma lo sta facendo, diventa sempre più flebile.
Chiudo spesso gli occhi nel tentativo di aggrapparmi a quel sapore, a quel ricordo che tra un contrasto di dolce e amaro mi consuma sempre di più.
Il tuo odore adagio svanisce, dai tuoi vestiti, dal nostro letto.
Mi si stringe il cuore, destarmi davanti ad un cuscino bianco che stringo tra le braccia, il tuo.
Lo stringo nel disperato tentativo di ricordare quanto eri caldo contro di me, nelle notti di inverno.
Ti ricordo ancora, Erwin.
Ricordo ancora il tuo sguardo su di me, la tua sapienza, la tua intelligenza.
E la tua dolcezza.
Cosi cauto, esperto, rompevi ogni brandello del mio intelletto.
Mi bastava sedermi al tuo fianco, afferrare la tazza di tè e incastrare gli occhi nei tuoi per perdermi.
Lì il mondo si fermava, si arrestava davvero. Non pensavo più al regno, ai muri, alla conquista, alla sopravvivenza, pensavo solo a te, a quanto fossi felice di averti lì.
E ora che non ci sei, io non ho idea di cosa mi faccia andare avanti.
Ho vissuto tanti lutti, ho detto addio a molti volti, ma la tua mancanza nella mia vita lentamente mi sta deteriorando.

Ti amo, Erwin. Vorrei abbracciarti.

Le lettere che non hai mai letto~Eruri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora