Universo alternativo.
Buona lettura e Buon Natale a tutti voi♥️Nevicava fino a ricoprire le strade.
Levi aveva solo l'amara consapevolezza di cosa fosse il Natale e in vita sua non aveva mai addobbato un albero o anche solo toccato una pallina colorata.
«Festeggeremo il Natale, quest'anno!»
Erwin e le sue idee improvvise, giusto il giorno prima di Natale, il ventiquattro.
La sera della vigilia, Levi attraversava la strada di corsa, imbacuccato fino al collo con sciarpe e cappellino e con le buste della spesa e un piccolo regalo per il biondo.
Probabilmente Erwin glielo aveva detto all'ultimo solo per non dargli via di fuga e costringerlo a festeggiare il Natale; era sicuro però gli avesse fatto un presente e si era visto costretto a prendergli qualcosa.
Lo aveva fatto volentieri, senza dubbio, avrebbe gradito giusto un po' di preavviso.
Si sentiva stupido quasi quanto quello che c'era dentro la busta, cosi effimero, cosi infantile. Non era bravo a fare regali, non sapeva nemmeno come festeggiare questo giorno.A casa faceva caldo, l'aria tiepida era profumata di lavanda.
Erwin aveva pulito, cosa sorprendente a dir poco.
«Stai bene?» Chiede Levi, che si era già tolto le scarpe all'entrata.
Si era preso un attimo, non riusciva nemmeno a respirare per quanto il biondo fosse bello; con quel maglione rosso e la renna disegnata sopra, il cappello di babbo Natale e dei boxer.
«Che fine hanno fatto i pantaloni? Dove hai preso quel maglione?» Chiede, sentendolo ridere.
Il moro posa le buste sul tavolo e si affretta a nascondere il regalo, guardando l'altro avvicinarsi, con qualcosa in mano.
«Questo è tuo.» Mormora, porgendogli delicatamente un maglione identico a quello che aveva lui indosso.
«Mettilo, uhm? Togli quel broncio.»
Levi non aveva saputo che dire, si era sfilato la maglia e aveva messo quello, sentendosi arrossire, ma visto che Erwin fosse girato, non lo aveva visto.
«Li ho comprati qualche giorno fa. Ti sta?» Si gira, sollevando le sopracciglia divertito quando vede quanto gli stesse largo.
«Oh...Taglia sbagliata..» Dice, ridacchiando.
Quella sua risata dolce che faceva andate in escandescenza il moro.
Gli stava lungo dalle maniche e arrivava quasi fino alle ginocchia.
«Mi piaci cosi..» Dice, avvicinandosi per abbracciarlo.
Levi si lamenta, ma lo abbraccia.
«Quando arrivano gli altri? Non voglio vedano il tuo culo cosi bello in vista.» Borbotta, staccandosi per tirare fuori la spesa.
«Ancora abbiamo tempo. Il mio culo puoi vederlo solo tu. Goditi la vista.» Mormora, ritornando vicino all'albero per sistemare gli addobbi.
Dentro quella casa era tutto cosi bello.
Le luci sembravano riscaldare il cuore di Levi come l'abbraccio che gli aveva dato Erwin qualche istante prima.La cena era quasi pronta, il biondo aveva messo i pantaloni, ma mancava solo una cosa.
«La stella.»
Erwin guarda Levi tutto divertito e gli passa la stella, cosi da metterla sull'albero.
«E come ci arrivo?» Si lamenta, sollevandosi sulle punte.
Con quel maglione, era proprio bellissimo.
Il biondo gli circonda i fianchi con le mani e lo solleva, sentendo la sorpresa nei minimi movimenti del suo corpo.
Levi, rosso fino al collo, sistema la stella e rimane a guardarla qualche istante.
Il suo primo albero di Natale, con Erwin.
Si gira e lo avvolge con tutto il corpo, baciandolo fino a sentire la mascella fare male.Allo scoccare della mezzanotte, tutto rosso in viso, Levi aveva preso il suo pacchetto e lo aveva dato ad Erwin, che aveva aspettato un po' prima di aprilo.
«Che aspetti?» Sussurra, nervoso.
«Niente, volevo solo guardare le tue guance rosse ancora un po'.»
Levi si era sentito avvampare e il regalo glielo aveva strappato proprio lui.
Un piccolo orso di peluche.
Sta volta anche il volto di Erwin era diventato caldo.
«Oh! Ora si che sembri Babbo Natale con quelle guance e il cappellino.»
Si erano messi a ridere insieme.
Il Natale non era mai stato niente per Levi, quel giorno era diventato Erwin il suo Natale.
«Buon Natale, Erwin.»
«Buon Natale, Levi.»
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Le lettere che non hai mai letto~Eruri
FanficDopo la morte del comandante Erwin, Levi si rintana in un rifugio creato da sé stesso: fatto di inchiostro e carta. Pur sapendo che quelle lettere non verranno mai lette dall'uomo, nel disperato gesto di alleviare il dolore, continua a scrivere, ne...