Family

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Era tutto il giorno che Luda si sentiva strana e inquieta.

La schiena, inoltre, non le dava pace, in qualsiasi posizione si mettesse.

Decise quindi di rendersi utile e distrarsi preparando qualcosa per cena.

Era in casa da sola in quel momento, Aleksander era uscito da qualche ora per gli approvvigionamenti e qualche scambio nel vicino villaggio, probabilmente era già sulla via del ritorno.

Stava affettando delle verdure quando sentì una forte contrazione al basso ventre, tanto concentrata che dovette fermarsi e lasciare il coltello sul ripiano, mentre si piegava in due tenendosi il pancione.

Quello decisamente non poteva essere un calcio, ne aveva sentiti parecchi da parte di sua figlia, più o meno forti, era una discreta calciatrice.

Dentro di lei sentiva che avrebbe avuto una femmina e a quanto pareva non avrebbe dovuto attendere a lungo per scoprire se aveva ragione.

Non potevano esserci dubbi su quello che le stava succedendo: era entrata in travaglio.

Fortunatamente era stata previdente e, anche grazie all'aiuto della levatrice del villaggio, aveva preparato tutto l'occorrente e lo aveva riposto vicino al letto.

Teoricamente doveva esserci la levatrice ad assisterla, ma da sola e in quello stato non sarebbe riuscita a raggiungerla.

Nella sua testa si ripeteva in continuazione di stare calma e di controllare la sua respirazione, soprattutto quando sentiva giungere una contrazione.

Non voleva affrontare quella situazione da sola, sperava che Aleksander tornasse presto.


Aleksander era a poche centinaia di passi dalla casa, che condivideva con Luda da qualche mese.

Era un'abitazione non molto grande ed isolata, però anche vicina a un villaggio per ogni evenienza.

Avevano scelto proprio quel posto sia per la zona, ma soprattutto perché nel villaggio era presente una brava levatrice e fra pochi giorni l'avrebbero ospitata dato che mancava ormai poco al parto, o almeno così aveva detto la donna quando aveva visto l'ultima volta Luda.

La levatrice non era potuta rimanere direttamente quel giorno perché anche lei aveva una famiglia a cui badare e doveva organizzarsi.

Aleksander e Luda si erano volontariamente allontanati dal gruppo di Grisha e da Baghra, sia per non dare nell'occhio e innanzitutto perché lui voleva dedicare la sua completa attenzione alla compagna in quella fase così delicata.

Il Grisha oscuro era in vista della casa quando udì provenire dall'interno un urlo soffocato, era indubbiamente la voce di Luda.

Entrò nell'abitazione e subito con lo sguardo scrutò ogni angolo alla ricerca della minaccia che aveva osato far del male alla sua anima gemella.

Gli bastò incrociare gli occhi chiari di lei, seduta sul letto, che si teneva il pancione.

"Aleksander.." lo chiamò lei sollevata, trattenendo a stento un altro gemito di dolore.

Le contrazioni erano decisamente regolari, non poteva esserci più nessun errore.

Aleksander aveva ovviamente capito la situazione, tuttavia per almeno un minuto non riuscì a parlare o a muovere un muscolo.

"Vado a chiamare la levatrice.." propose alla fine riscuotendosi dal torpore.

Ci avrebbe messo il meno tempo possibile, non era sua assoluta intenzione lasciare Luda da sola in quel momento.

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