Luda e Aleksander si trovavano nel pericoloso territorio di Shu Han.
Era da giorni che lo giravano con in testa l'obiettivo di ottenere l'amplificatore per la guaritrice.
Il Grisha oscuro durante i mesi di pausa dalla caccia aveva decifrato i testi antichi, che aveva preso tempo addietro dalla biblioteca di Os Alta. Non era stato facile, ma alla fine era riuscito ad individuare l'ubicazione della remota reliquia.
Il paese di Shu Han era in rapporti ostili con quello di Ravka, non mancavano infatti gli scontri al confine. Inoltre se si era Grisha, poteva essere ancora più pericoloso, perché gli Shu non li temevano, anzi volevano scoprire da dove venivano i loro poteri per usarli a livello scientifico e quindi quando catturavano un Grisha gli facevano passare ogni genere di sofferenza e tortura.
Aleksander premeva perché Luda rimanesse a casa con la loro figlia Yelena, ma lei era stata irremovibile. Sarebbe andata con lui o avrebbe rinunciato ad avere un amplificatore.
Per questo il Grisha oscuro la stimava ancora di più, era l'unica oltre a sua madre che osava contestarlo così apertamente. E lui glielo permetteva.
Lui sperava solo di riuscire a penetrare e ad uscire dal territorio ostile senza intoppi, se fossero stati catturati si sarebbe sacrificato volentieri per entrambi, soprattutto se quel gesto avrebbe significato la salvezza per la sua anima gemella.
Erano giunti in una cripta al di sotto di un antico tempio ricavato direttamente dalla pietra e ormai in rovina. Si trovavano nella valle di Khem Aba.
Il posto sarà stato anche disabitato da diverso tempo, tuttavia le varie trappole e i trabocchetti erano rimasti perfettamente in funzione. Infatti, in più di un'occasione avevano rischiato di rimanere feriti.
Aleksander doveva complimentarsi con l'artefice di quei marchingegni, perché spesso erano nascosti e ci si accorgeva della trappola solo quando era già scattata.
Luda e il suo compagno avevano raggiunto l'ultima camera e lì li aspettava la prova finale, il premio era esattamente dalla parte opposta della sala, per raggiungerlo però avrebbero dovuto attraversare uno stretto ponte in pietra, sospeso nel vuoto.
Dal punto in cui si trovavano non si riusciva a capire come fosse stato costruito, non avevano altra scelta che attraversarlo.
Aleksander decise di andare per primo, dato che tra i due era il più pesante, avrebbe saggiato la stabilità di quel precario passaggio.
Procedeva con calma e senza fretta, attento a ogni rumore e scricchiolio proveniente dai lastroni di pietra.
Luda, neanche a dirlo, tratteneva il fiato, preoccupata che la struttura potesse improvvisamente cedere e il vuoto inghiottire il suo amato.
A parte uno schiocco secco verso la fine dell'attraversata non ci furono problemi.
Ora era il turno di Luda.
Nessun intoppo e nessun rumore la avvertirono del pericolo che stava correndo.
Successe tutto improvvisamente quando si trovava più o meno a metà strada.
Sentì i lastroni di pietra cedere sotto i suoi piedi, miracolosamente riuscì a mantenersi in equilibrio, nonostante le sue gambe venissero percosse dalle vibrazioni generate dalla roccia.
Per un secondo gli occhi chiari di lei incrociarono gli occhi scuri di lui, entrambi gli sguardi erano allarmati.
"Corri!" esclamò Aleksander con il cuore in gola.
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