Inizio

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Il mio nome è Zafir, sono un'umana. Da quasi due secoli il nostro mondo è stato sottomesso da delle creature chiamate Centauri, ma una profezia, o una vecchia storia, narra della presenza di una grotta sotterranea piena di uova di drago in attesa di essere schiuse. Queste forti e feroci creature aiuteranno gli umani a liberare la terra e riportarla al suo naturale equilibrio.

Ormai quasi nessuno ci crede più e buona parte dela popolazione si è arresa al potere dei centauri. Queste persone obbidiscono a loro, li venerano, come secoli prima veneravano i nostri antichi dei.

Faccio parte di una picola famiglia, ho un padre e una madre di 40 anni che si odiavano, ma sono stati costretti a vivere assieme e a procreare dai Centauri. Ora vivono sereni e hanno me e mio fratello di 22 anni. Mio fratello si chiama Rub, i miei si chiamano Amelie e Topaz. Mia madre lavora nel settore tessile, mio padre in quello edile e mio fratello in ambito sanitario.

Solo un decimo della popolazione mondiale resiste a queste immonde creature mezze cavalli e mezze uomini. La mia famiglia fa parte della resistenza da ormai tre generazioni e mio padre è uno dei capi supremi di questa alleanza. Io ho ormai 18 anni e in questa mia breve vita non ho mai visto una rivolta, sono solo un gruppo di vecchietti che polemizzano e poi non fanno niente. Aspetto da quasi 13 anni, quindi da quando ho appreso della leggenda della grotta, di entrare a far parte della cerchia ristretta, per poter andare alla ricerca della grotta, e oggi, il giorno del mio 18esimo compleanno, il mio sogno stà per realizzarsi.

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La sveglia suonò fastidiosa come tutte le mattine alle 6 e 10. Mi alzai dal letto morbido e scostai le coperte calde a malincuore. Feci due passi in avanti ancora con gli occhi chiusi e mi misi a scuotere mio fratello che faceva finta di non aver sentito la sveglia, sperando di poter tornare a dormire. Lui con la voce impastata mi disse di aver capito e che si sarebbe svegliato, così smisi di tormentarlo e mi decisi ad andare in bagno. Eravamo in quattro in una casa minuscola con una cucina con sala da pranzo, un bagno,un corridoietto, un soggiorno adibito a camera da letto dei nostri genitori e la camera mia e di mio fratello. Nessun umano aveva una casa grande. Eravamo tutti uguali. Tutti dovevano vestirsi allo stesso modo, avere i capelli tagliati in una certa maniera e così via, una sfilza di leggi per renderci dei soldatini fatti con lo stampino.

La scuola è, stranamente, l'unico luogo di svago per i giovani, le lezioni sono istruttive e divertenti e le classi sono sempre unite, sarà per la solidarietà che si viene a creare per via della vita esterna alla struttura scolastica.

La mattinata, nonostante le lezioni, è stata festosa e questo ha aumentato la mia felicità per il compleanno e assieme alla felicità anche l'impazienta che arrivasse la notte e che venissi ufficalmente iniziata alla cerchia ristretta. A casa il pomeriggio passò veloce tra compiti e preparativi fino alle 9 di sera, quando, accompagniata dai primi raggi di luna, la mia famiglia mi portò al luogo di ritrovo della resistenza. L'aria fresca e frizzantina della sera di fine marzo mi scompigliava i capelli e faceva aderire il lungo mantello nero con ricami purupurei alla mia figura minuta. Arrivamo in un bar un pò smesso, mi fecero scendere le scale con una benda sugli occhi per pura formalità, sapevo benissimo cosa ci fosse lì sotto. Mi fecero camminare fino al centro della grande sala vuota. Ero circondata da candele che riscaldavano lievemente l'ambiente tetro, solo dopo mi accorsi che ogni candela era retta da un menmbro del concilio ristretto, erano molti di più di quanto immaginassi. Anche loro avevano un mantello nero con ricami rosso acceso. In piedi davanti a me mio padre teneva in mano la spada di nostro nonno, orafo, dal manico decorato come fosse la bocca di un drago. Mi inginocchiai.

"Zafir Dallas, oggi compi il grande passo di entrare a far parte della cerchia ristretta dopo anni di servizi e mesi di preparazione verrai a far parte del cuore della rivolta, non sarà facile, ma questi anni ti hanno temprata per renderti pronta a quello che ti aspetta da adesso in avanti" la spada dalla lama affilata si poggió prima su una poi sull'altra mia spalla. Mi alzai in piedi allungai la mano destra come mi era stato detto e mio padre mi punse lievemente con la punta della spada e mi fece versare il sangue in una coppa dorata. Tutte le figure che mi circondavano si tolsero i cappucci rivelandomi i loro volti. Dietro mio padre gli altri anziani mi sorridevano compiaciuti mentre mio padre mi abbracciava fiero di me. Ero fiera di me stessa, felice di essere entrata nella cerchia e pronta a cercare la grotta dei draghi. Mi guardai intorno c'erano poche persone della mia etá e poche persone che conoscevo. Non immaginavo che nella cerchia vi fossero cosí tante persone. Cercai di riconoscere qualche altra persona tra la folla ma uno degli anziani richiamò la mia attsnzione su di sè.
"Da domani ti occuperai delle mansioni che ti verranno affidate dal tuo tutore. Rispettalo, col suo aiuto potrai scoprire molte cose."
"Tutore?"
"Si Zafir" una voce di donna limpida e cristallina si levò dal silenzio della folla e mi raggiunse con passo morbido e aggraziato. Lei non aveva più di 35 anni, era alta, formosa nei punti giusti e aveva dei lunghi e setosi capelli biondi raccolti in una treccia, con qualche ciuffo ribelle che le ricadeva sul volto.
"Io sono Angela, e sarò la tua tutrice nella ricerca della caverna dei draghi."
" si prenda cura di mia figlia" disse mio padre spingendomi lievemente in avanti.
"Lo farò, ne sia certo." Ci stringemmo la mano, la sua era calda e morbida, ma la stretta era forte e sicura. Dopo brevi aggiornamenti da parte degli anziano potemmo tornare a casa. Il giorno piú incredibile di tutta la mia vita, e non era altro che l'inizio.

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