Streghe

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Dopo un paio d'ore con la faccia nei libri sentii la voce di mio fratello e di Riccardo fuori dalla porta. Chiusi il blocchetto degli appunti praticamente vuoto e mi sedetti in una posizione piú normale.
"Ciao sorellina, sapevamo di trovarti qui, Riccardo ti stava cercando"
Disse Rub guardando il macello di libri che mi circondava come un campo minato.
"Ciao ragazzi, scusate il casino."
"Perché fai ancora ricerche? Abbiamo trovato la grotta dei draghi..."
"No, abbiamo trovato l'ultimo drago, le uova no." risposi io cercando di nascondere la freddezza.
"Comunque sono venuto qui per portarti in un bel posto che sono sicuro ti piacerà piú della biblioteca."
"A meno che non sia un negozio di Lindt o di Perugina con una svendita dell'80% difficile mi piaccia piú della biblioteca." risposi sorridendo al pensiero dei cioccolatini.
"Neanche se é il covo delle streghe?"
A quelle parole mi alzai di scatto andai verso di lui e iniziai a trascinarlo fuori dalla porta.
"Allora che aspettiamo? Forza andiamo"
Dissi con un sorriso felice stampato in faccia. Di sicuro le streghe potevano insegnarmi qualche trucco utile.
Iniziò a portarmi attraverso un dedalo di corridoi e quando finalmente la luce delle lampade iniziò a farsi piú tenue e iniziai a percepire una presenza sinistra Riccardo si fermò davanti ad un portone antichissimo e rovinato, pieno di buchi di tarli e graffi. Aprí la porta che accompagnò il suo gesto con un sonoro scricchiolio e il freddo mi assalí le viscere. L'oscurità del luogo era palpabile e passo dopo passo entrammo in quella stanza. La porta dietro di noi si chiuse improvvisamente e delle fiaccole dalla fiamma viola iniziarono ad accendersi illuminando l'ambiente. Al centro della stanza enorme c'era una strana struttura totalmente nera.
Iniziai a guardarmi attorno, la stanza era piena di librerie, in corrispondenza dei punti cardinali c'erano dei leggii e dei poggiacandele, una seconda porta piú piccola occupava una delle 12 pareti. La stanza dava una certa soggezione.
La struttura centrale si mosse e una donna vesitia tutta di nero ne uscí, la sua pelle era tesa e bianca come porcellana, gli occhi erano due buchi neri e le labbra due strisce rosse sottili, il naso minuscolo e perfettamente appuntito e i capelli lunghi e neri. La donna si fermò davanti a noi e iniziò a fissarmi. Una sensazione sgradevole partí dal mio stomaco e si irradiò in tutto il mio corpo, come quando Babayaga scrutò nella mia anima. La struttura nera si mosse ancora e con mio stupore notai che non era una struttura ma dodici streghe che si erano tutte riunite attorno ad una spece di altarino, erano tutte simili tra loro, cambiava solo il colore degli occhi e la lunghezza dei capelli. Si misero a cerchio attorno a noi e la prima, muovendo appena le labbra, chiese in tono solenne il mio nome. Dopo un attimo di esitazione le dissi il mio nome cercando di avere la voce piú sicura e ferma possibile davanti a quello spettacolo dell'orrore. La strega sorrise e quel sorriso lentamente si trasformò in una sonora risata seguita da tutte le altre streghe, le labbra della donna con i buchi neri al posto degli occhi iniziarono a sembrare piú grandi e la bocca che sembrava piccola iniziò ad allargarsi alla sua risata; pian piano la pelle delle sue guance iniziò a squarciarsi e la sua bocca si aprí sempre di piú per la risata. Era inquietante e impressionante. Volevo scappare ma Riccardo mi teneva fermamente per le spalle davanti a lui, in modo che non potessi muovermi. Le luci si fecero piú intense e quasi accecanti, chiusi gli occhi e quando la luce divenne normale li riaprii e vidi che lo spettacolo di prima era solo finzione, o per lo meno, le streghe erano lí attorno a noi, ma non avevano le guance squarciate.
"Benvenuta Zafir, il giovane uomo che ti accompagna ci ha informate che saresti venuta e abbiamo deciso di preparare uno spettacolo solo per te, speriamo sia stato di tuo gradimento" disse la strega davanti a me.
"Si, un po macabro, ma molto d'effetto" dissi un po terrorizzata, ma lieta di sapere fosse solo uno spettacolo.
"Bene, la affido a voi, a presto Celeste, ragazze" Riccardo uscí dalla porta facendo un cenno del capo alle streghe.
"Bene piccola, iniziamo con le basi" alle streghe comparve un mezzo sorriso di sfida e commiserazione"
Celeste, la strega dagli occhi completamente neri mi spiegò di avermi sondato l'anima e aver visto dentro di me abbastanza potere magico per poter diventare una maga dilettante, ma che con un po di impegno avrei richiamato a me altro potere e avrei potuto diventare molto potente, mentre altri non hanno abbastanza potere magico da richiamarne a se altro, ma possono fare solo piccole magie basilari, tra questi Riccardo, Rub e molti altri ragazzi.
Mi insegnarono a concentrare il mio potere magico e a fare piccoli trucchetti, come quello che aveva fatto Riccardo con l'inchiostro invisibile. E mi avevano lasciato un libricino con tutti gli incantesimi di livello base per potermi esercitare nel pomeriggio, dato che avevano il resto della giornata occupata. Per pranzo le salutai, andai a mangiare con Rub e i suoi amici. Finalmente cibo decente: risotto con i Würstel, puré di patate con spezzatino e per dolce torta al cioccolato.
Paradiso.
Rub mi osservò divorare il cibo e correre in biblioteca dove avrei iniziato a fare qualche prova di magia.
La biblioteca era fortunatamente deserta e desideravo lo rimanesse, fino a quando non lessi di un incantesimo per entrare nella mente delle persone e vedere i ricordi, mi si illuminarono gli occhi, potevo chiedere a Riccardo di farmi provare l'incantesimo su di lui in modo da vedere il passaggio che aveva usato per tornare indietro.
Corsi fuori dalla biblioteca alla ricerca di Riccardo, che trovai dopo diverse corse nella cucina a lavare i piatti.
"Ey Riccardo, grazie per avermi portato dalle streghe, mi hanno dato un libro di incantesimi per esercitarmi e mi chiedevo se potevi farmi da assistente per un incantesimo..."
"Certo quale?"
"quello per entrare nei ricordi delle persone" Riccardo smise di lavare i piatti e si girò verso di me con tutto il corpo.
"Preferirei di no, sai ci sono cose che vorrei tu non sapessi ancora, chiedi a Rub, si trova nella sala degli allenamenti"
"Ah... D'accordo"
Andai da Rub un po'sconfortata e incuriosita per quello che mi vuole nascondere. Rub accettò di farsi controllare il cervello, cosí andammo in biblioteca e dopo aver preparato tutto entrai nel suo mondo.
Una volta entrata nella sua mente fui avvolta da delle tenebre calde e rassicuranti, poi pian piano intorno a me iniziarono a comparire immagini sfocate che lentamente si facevano sempre piú nitide, era un ricordo di quella mattina, Rub era davanti alla biblioteca, passeggiava facendo finta di non essersi appostato li. Mi misi davanti a lui, che ovviamente non poteva vedermi, iniziai a muovermi e fare facce buffe.
"Ciao Rub, che ci fai qui?" al suono della voce di papà smisi di fare la bambina e ritornai seria.
"Nulla, sto scappando da Glen, vuole triplicare gli esercizi che faccio, come se non fossero già abbastanza.
" eh devi pazientare, tra poco sarai abbastanza forte e cavalcare un drago non sarà un problema."
"Lo so, ma quando troveremo quelle caspita di uova? É da anni che sei qui infiltrato e ancora non sai nulla!"
Sai che loro non diranno mai dove si trovano, ne faranno capire di saperlo, sei stato abbastanza fortunato a prendere quelle informazioni da Riccardo quando eravate piccoli."
" si, e di sicuro non otterrò nient'altro."
"Ahhhh. Che la fortuna ce la dia buona. A dopo figliolo, gli anziani mi aspettano"
" a dopo".
Provai un senso di nausea anche se già sapevo che Riccardo non era dalla nostra parte.
"Rub, porta i ricordi a quando siete venuti a prenderci. Voglio sapere la strada che avete fatto" chiesi a bassa voce.

Attorno a me si fece di nuovo tutto nero e mi trovai nella palestra dove Riccardo entrò di corsa assieme agli anziani.
"Hanno rapito Zafir! "
Fu l'unica cosa che capii. Dopo una confusione iniziale vidi la massa correre verso l'armeria e seguire Riccardo giú per il passaggio che avevamo trovato, ma anziché rifare il percorso esattamente uguale, arrivati alla grotta con le pietre luminose prese un'altra strada che prima non avevo notato, piú larga e comoda che portava ad una seconda grotta con diversi tipi di veicoli. Non potevo credere a quello che vedevo, loro avevano una base li, sapevano del passaggio e probabilmente anche della città. Ero sconvolta al punto da staccare la comuniacazione mentale con Rub.
"Loro lo sapevano, sapevano tutto! Ora vado dilà e gli spacco il muso" dissi gridando avviandomi a passo di marcia verso la porta.
"Ferma, non puoi, loro devono credere tu non sappia. Loro sperano tu faccia meno scoperte possibili perché per loro sei una minaccia, lo sei sempre stata, devi fargli credere di non esserlo."
"Perché io sono una minaccia?"
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Piccola nota per i giudici: ho corretto alcuni errori di battitura e grammaticali, spero tutti, se volete ricontrollate. Scusate per il disagio

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