Mi sveglio con una consapevolezza: sono ancora vivo. Se non altro, posso ancora aiutare qualcuno.
Mi sento strano ad alzarmi nel mezzo del nulla, sulla macchina, io che sono abituato alla mia grande casa, al tepore delle coperte. Di fianco a me c'è Samantha, la piccola di 8 anni, ancora addormentata. Ben e Jessica dormono insieme nel retro del Ram. Bill legge sul sedile posteriore; è l'unico in piedi per ora, e non va bene. Sono le 7.30 del mattino. Serve acqua, cibo, un luogo dove andare. Ecco a cosa sono serviti gli anni nell'esercito!
Scendo sonnolento dalla macchina, e sveglio con un fischio Ben. -Ben, alzati, è mattina. Tuo figlio e tuo padre, rispettivamente 16 e 65 anni, sono svegli da più tempo di te. Sii uomo!- Un calcio e una risata mi fan capire che ormai è cosciente. Gli lascio il difficile compito di svegliare la moglie (auguri, figliolo).
Torno all'interno dell'auto e scuoto dolcemente Samantha. -Yu hu? Il sole è alto, Sam... sveglia!-
Lei si stiracchia e mi guarda con un'aria decisamente seccata. Tutta sua madre.
-Ben, chi guida?-
-Te non hai figli minorenni. Quindi, guidi te.-
Rido e avvio il motore. -Destinazione: Dallas! I Gentili Passeggeri sono pregati di allacciarsi le cinture. Buon viaggio con la Peterson Car Company!-
Il paesaggio texano non è stato ancora del tutto rovinato dalla guerra, e così se non altro il viaggio è piacevole. Dallas, invece, è un caos di persone che entrano ed escono dalla città... su un "posto di blocco" sventola una bandiera americana. Un vicesceriffo con una mitraglietta a tracolla si avvicina. Abbasso un finestrino. -Buongiorno. Presentate un documento americano e potrete passare-. Tiro fuori dalla tasca della giacca la mia carta d'identità e gliela porgo; mentre la osserva approfitto per porgergli due domande.
-C'è carburante in città?-
-Sì.- Umh, che persona espansiva.
-Cibo? Acqua?-
-L'acqua c'è, anche se questo non significa che qualcuno voglia darvela. Il cibo è fin troppo: quegli imbecilli che prendono le decisioni qui non lo vogliono quasi più vendere. Potete passare-. Mi porge la carta d'identità con fare sbrigativo.
-Grazie...-
Abbiamo trovato un supermercato. È ben fornito, ma piuttosto caro. -Mi raccomando: i prodotti più economici del negozio!- grida Jessica.
Usciamo con un po' di carne, pane e verdure, un kilo di mele. E anche 10 bottiglie d'acqua... non è mai abbastanza.
Il Ram è fuori ad aspettarci. Un tizio ci gironzola intorno con aria interessata. Ci vede e impallidisce. Tira fuori una pistola. -Datemi le chiavi o sparo!- Samantha e Jessica sono spaventate. Io mi guardo intorno, cercando un residuato di poliziotto. Ben abbassa i sacchetti, tira fuori le chiavi del Ram e le butta per terra. Il ladro si china... un lampo. Un passante, abbastanza anziano, ha tirato fuori un fucile e gli ha sparato nella schiena.
-Imparate a difendervi... idioti!-
Raccogliamo la nostra roba e andiamo via. Siamo ancora un po' sotto shock, in realtà. Samantha soprattutto. La madre la culla dolcemente. Guido fino a un distributore di benzina ... suona una sirena. Un'ambulanza ci sfreccia accanto. E poi improvvisamente, persone che scappano, qualcuno cerca di fuggire in automobile. -Ben, che succede?- chiede Jessica.
Lui tace. -Ben? BEN? Ben che cazzo sta succedendo??- grida. Ha quasi le lacrime agli occhi. Mio figlio è paralizzato. Lo strattono. Carico tutti sul Ram, Samantha che piange, Jessica con lei. Bill mi aiuta con Ben, parto a tavoletta senza una destinazione. E poi, voltandomi, li vedo.
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Alone After Apocalypse
Science FictionUna famiglia come tante altre, nonno, padre, madre e due figli. Solo che di solito le famiglie normali non scappano di casa, su un'auto rubata e ben armati... Ma le famiglie normali hanno smesso di esistere quando il mondo ha smesso di essere normal...