1996. Anno in cui inizia la nostra narrazione. Per il resto del mondo il 1996 era un anno normale, ma per il mondo magico era un anno difficile. Il tutto era iniziato due anni prima, nel 1994 quando Lord Voldemort tornò in vita, seminando quel terrore, che per quattordici anni era stato messo a tacere dalla sua presunta morte. Dal suo ritorno niente fu più lo stesso, non era solo, no aveva con sé mille seguaci, se non di più. Era forte, stava tornando per riacquistare il vecchio potere e godeva nel vedere il terrore negli occhi di tutti i maghi e tutte le streghe. Era sadico, malvagio, un assassino, ma non si disgustava affatto. Mentre tanti altri provavano si terrore, ma anche disgusto nel sentire il suo nome o pronunciarlo. Un essere così non poteva considerarsi umano, ne un animale, ma soltanto come un mostro. Quei mostri che ti rincorrono la notte nei sogni, i mostri che vengono raccontanti nelle fiabe babbane.
Ogni mago e strega sapeva a cosa sarebbero andati incontro se Voldemort avesse vinto la guerra, nessuno sarebbe stato più al sicuro, né uomo, né donna, né bambino. A cercare di salvare la situazione c'era Harry Potter, il bambino sopravvissuto, colui che ha ucciso all'età di un anno il mago oscuro più forte di tutti i tempi. Lo stesso ragazzo quattordicenne, che lo vide rinascere, che vide morire un amico davanti ai suoi occhi ucciso da uno dei suoi servi. Ora, quel ragazzo ha sedici anni e molte ferite che gli provocano ancora dolore. Un ragazzo che ha sulle spalle un enorme peso, e che vede le persone a lui più care abbandonarlo, giungendosi alla Morte. Aveva perso i genitori, il padrino, al suo fianco aveva solo la sorella che lui tanto amava e adorava. Euphemia é la sua copia al femminile, simili in tutti gli aspetti. Harry stravedeva per la sorella, era il suo gioiello più prezioso, la causa e il motivo per cui continuava ad andare avanti nel combattere. Ormai non combatteva più per lui o per gli altri, ma solo per dare un futuro migliore alla sorella, che aveva patito più di lui. La stessa persona che lo fece convincere di allontanarla fino a che quella stupida guerra non fosse finita.
Giorni e giorni di pensieri, dubbi, domande. Non voleva staccarsi da lei, non averla più sotto la sua ala protettiva significava che la sorella non sarebbe stata più al sicuro, ma dall'altro lato rischiava di farle del male. I mangiamorte non avrebbero pensato su due volte prima di rapirla e farle del male di nuovo, solo perché era sua sorella. No, non poteva essere il mandate della sua morte, né la causa. Così, con l'aiuto di Remus, trovò un posto lontano dal mondo magico, un posto dove nessun mangiamorte potesse arrivarci. Remus gli fece avere tutto, biglietto aereo, chiavi di una piccola casetta e denaro. Ora doveva solo dirlo alla sorella, ignara di tutto. E comunicarlo alla sorella non fu facile, urla, litigi, pianti, prima di convincerla che era la scelta migliore. Euphemia era sempre stata un animo forte, indistruttibile, prima di subire una violenza. Da quella violenza era cambiata, in lei non c'era più traccia di quella ragazza forte, no era subentrata la ragazza ferita, piena di cicatrici, senza voglia di andare avanti. Harry aveva paura di lasciarla sola nelle sue condizioni, ma se mandarla via avrebbe significato salvarla, lo avrebbe fatto.
Ed eccoli, mano nella mano nell'aeroporto babbano di Londra, pochi minuti mancavano dalla loro separazione a tempo indeterminato. Pochi minuti e poi Euphemia sarebbe stata sola, Harry sarebbe stato solo. "Ne sei davvero convinto?" chiese la ragazza stretta al fratello. "E' l'unico modo per metterti in salvo, non potrei mai perdonarmi se dovesse riaccadere la stessa cosa di un anno fa. Non commetterò lo stesso errore due volte.".
-Flashback-
Era il 1995, a fine Maggio il Ministero della Magia era stato luogo di una battaglia. Mangiamorte contro Ordine della Fenice ed Esercito di Silente. Buoni contro cattivi. A rimetterci Euphemia, caduta nelle grinfie di Dolohov. L'uomo, anzi il mostro, mentre gli altri erano impegnati nella battaglia, la rapì e contro la sua volontà abusò di lei. Euphemia non poteva ribellarsi, non con le catene che le bloccavano le mani, ne con la bacchetta a metri di distanza da lei. Subì passivamente, accettando la sua fine. Ma così non fu, l'intervento di Remus la salvò. Dopo quella giornata niente fu come prima, si chiuse in se stessa, non mangiava, entrò in una sorta di bolla invisibile, impenetrabile.
-Fine flashback-
Superare l'abuso non é stato facile, Harry lo sapeva bene, ma ci riuscì. Riuscì a farla riprendere, riuscì a farla tornare come prima, anche se non del tutto, ma al novanta percento si. Ed ora, la vedeva salire sull'aereo, la vedeva trattenere le lacrime e poi l'aereo che partiva, lasciandolo indietro. "Starà bene, non sarà mai sola. Andrò da lei quando potrò." lo rassicurò Remus con una mano posata sulla sua spalla, l'ultima figura paterna che aveva al suo fianco. Harry lasciò l'aeroporto rimanendo lì un pezzo del suo cuore. Euphemia, per tutta la durata delle dodici ore riuscì a non piangere come una bambina attirando l'attenzione. Controllava la sua nuova carta d'identità. Dallo specchietto posto davanti al sediolino del passeggero dinanzi, controllava il suo nuovo aspetto che faceva parte del camuffamento. Lasciando l'aeroporto Euphemia aveva preso l'identità fasulla di Eva Black. Un nome fittizio per non essere rintracciata dai mangiamorte, un aspetto diverso dal solito per non esser riconosciuta. Aveva detto addio ai suoi capelli rosso fuoco, aveva detto addio agli occhi verdi così simili alla madre, sperava che quell'addio non durasse in eterno. Non si vedeva in quei panni, no affatto. "Annunciamo ai gentili passeggeri che l'aereo atterrerà con dieci minuti in anticipo all'aeroporto di Seattle. Preghiamo di allacciare le cinture e grazie per aver viaggiato con noi." annunciò il capitano e dieci minuti dopo l'aereo si fermò.
Euphemia prese l'unica valigia che aveva con sé, non si era portata tante cose, dove sarebbe andata faceva perennemente freddo, aveva deciso che avrebbe comprato qualcosa lì. Due ore dopo, eccola che scendeva dal taxi con l'unico borsone, si fermò davanti quella che sarebbe stata la sua nuova casa. Sospirò e si guardò intorno, accanto alla sua casa c'erano altre casette tutte uguali, stesso modello stessa vernice. Ma guardando meglio, si rese conto che una casa spiccava più di tutte, all'interno dell'enorme e folto bosco, quasi come se fosse isolata dal resto del vicinato. La casa erra in legno, enorme e piena di finestre. La sua attenzione venne richiamata dal vicino di casa, che notò indossare la divisa di poliziotto, si chiese se di fosse messa già nei guai. "Ragazzina, hai bisogno d'aiuto?" chiese con un tono di voce burbero. "No signore, stavo solo guardando il vicinato. Mi sono traferita in quella casa." rispose educata e indicò la casa. "Se é così, benvenuta a Forks, io sono l'ispettore capo Swan, se hai bisogno di qualsiasi cosa sai a chi chiedere." si presentò l'uomo e poco dopo rientrò in casa. Euphemia sospirò ed entrò nella sua nuova casa. All'interno era calda, accogliente, rispetto al di fuori. Il resto della serata lo passò a sistemare le sue cose, a pulire la casa e andò poi a letto senza cenare. L'indomani avrebbe iniziato la messa in scena, e non era pronta.

STAI LEGGENDO
Magic Vampire.
Science FictionAnno millenovecentonovantasei, nel mondo magico Voldemort sta acquistando potere e seguaci, tutti aspettano il momento in cui il mostro attaccherà e si prenderà il dominio dell'intero mondo magico. Harry Potter, destinato a contrastare il mostro, pi...