Truth.

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Edward e gli altri non si fecero vedere per tre giorni, ossia tutta la durata delle giornate di sole, e quando il quarto giorno, giorno di pioggia, li vide fuori la scuola si insospettì. Con lei, come al solito, c'erano i due gemelli che l'avevano accompagnata. "Allora, noi andiamo, ti veniamo a prendere all'uscita" disse Fred prima di scompigliarle i capelli, salutò i due con un abbraccio e li vide andare via. Il soggiorno lì, da quando c'erano i gemelli, era una pacchia. "Hey" la salutò Alice avvicinandosi. "Ehy" ricambiò il saluto mettendosi lo zaino in spalla. "Non vi ho visto in questi giorni, tutto bene?" chiese e Alice annuì "Siamo andati in campeggio, a noi Cullen piace stare nella natura" rispose Alice camminando al suo fianco. Euphemia pensò che era una scusa banale, loro vivevano nella natura non serviva certo andare in giro, ma decise di non indagare oltre. 

Entrò a scuola e si isolò dal gruppo dirigendosi verso la palestra dove avrebbe avuto due ore di ginnastica. Entrò negli spogliatoi e indossò la tuta -che era oscena- uscì e si trovò sugli spalti seduto Edward con lo sguardo fisso sul suo. Lo ignorò e attese che iniziasse la lezione, una volta che la docente fischiò la partita di palla a volo iniziò e sta volta se la cavo senza colpire nessuno. "Molto bene signorina Black, molto bene" si complimentò la docente e sorrise di rimando. Alla fine delle due ore, si avvicinò alla panchina per prendere una bottiglia d'acqua, e vide Edward avvicinarsi. "Sei stata brava" disse volendo iniziare una conversazione, ma la ragazza lo guardò con sufficienza e poi andò negli spogliatoi per cambiarsi. Indossati di nuovo i suoi vestiti, uscì e vi trovò di nuovo Edward. "Ma tu non hai lezione?" "Iniziano ora, é abbiamo biologia insieme" rispose seguendola stando al suo fianco. "Dio mi fai venire l'emicrania, prima sei in un mood e poi in un altro, deciditi per una buona volta" sbottò mentre prendeva il libro dall'armadietto. Lo sentì ridere e lo guardò male. "Beh, tu non sei da meno. Prima mi inviti a casa e poi non mi guardi nemmeno, siamo in due ad essere strani" rispose e ripresero a camminare.

"Si, penso che qualcosa in te sia andato storto" scherzò alzando gli occhi al cielo quando lo sentì ridere di nuovo. "Quanti complimenti, non farne troppi o mi monto la testa" rispose ironico e lo guardò di nuovo male, ma un sorriso che tradiva il suo sguardo. Una volta in classe, per tutta la durata della lezione le dava fastidio, una volta gli spostava il vetrino, un'altra gli chiudeva il libro, e sotto sotto quelle attenzioni non le dispiacevano, se solo non le facesse quando il docente stava fissando i due severo. "Smettila" intimò a bassa voce, ma il ragazzo negò con la testa e continuò stando attento a non farsi vedere dal docente. Biologia finì e la trattenne di nuovo in aula. "Perché mi trattieni sempre dopo biologia?" "Perché ce la pausa pranzo e puoi perdere tempo." rispose avvicinandola a sé. "Edward tutto questo potrai farlo quando mi dirai la verità" disse staccando le sue mani dai fianchi, ma la presa era ferrea. "Un po' di coccole non ti faranno male, come ai vecchi tempi" rispose ignorando la sua frase precedente.

Euphemia sospirò e lasciò che il ragazzo giocasse con i suoi capelli mentre era quasi seduta sulle sue gambe. "Mi piacevano di più rossi" disse mentre la guardava senza staccare la mano dai capelli. "Per precauzione ho dovuto cambiare colore, ma anche io mi preferivo rossa" rispose mentre portava una mano sul viso del ragazzo, che trovò freddo e duro come il marmo,  a quel gesto però Edward la spinse via. "Non ho detto che potevi farlo" "Edward non ce bisogno di spingermi con così tanta forza" gemette dal dolore toccandosi il fianco che era sbattuto contro il pizzo del banco. "E tu non fare quei gesti senza avvisare" "Ma stai calmo, non ti volevo mica uccidere, e poi tu stavi facendo lo stesso" "E' diverso" "In cosa é diverso?" chiese ma l'unica cosa che ricevette e vedere il ragazzo andare via. Sospiro e si sedette sulla sedia portandosi una mano nei capelli. 

Aveva avuto un atteggiamento aggressivo, che mai aveva visto prima d'ora. Si chiedeva perché fosse così freddo, perché la sua pelle fosse dura come il marmo, ma niente rispondeva a quelle domande, avrebbe dovuto cercare in internet o in qualche libreria. Quando il dolore al fianco si calmò, prese lo zaino ed uscì dalla classe. I corridoio erano vuoti, e ci credo tutti erano in mensa, pensò mentre si dirigeva verso l'armadietto. Una volta arrivata davanti l'armadietto, lo aprì e prima che potesse posare i libri, qualcuno lo chiuse con violenza facendola spaventare e saltare sul posto. Si voltò e vide una figura incappucciata che le puntava la bacchetta contro. "Chi sei?" chiese con la voce che gli tremava, non sapeva cosa fare, la sua bacchetta era a kilometri di distanza e non poteva certo usare i metodi babbani, non con una strega o mago. "Shhh" la figura puntò la bacchetta alla gola e sibilò "Silencio" e la voce della ragazza sparì. 

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