The Twins.

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I tre ragazzi dopo aver giocato, si addormentarono. Euphemia era tra i due gemelli, che si godeva il loro calore e le loro coccole. Per la prima volta dal suo arrivo lì, stava bene e sentiva tutto il corpo rilassato. Lei ed i gemelli erano sempre stati legati, sin dal suo primo anno ad Hogwarts. I due gemelli l'avevano presa sotto la loro ala protettiva e da quel momento non si erano mai separati. Il loro legame era causa di gelosie da parte del parterre femminile della scuola, e non solo. I ragazzi si chiedevano perché lei avesse scelto di essere amica dei due gemelli e non la loro di amica. Euphemia non aveva mai notato tutto quello, e i gemelli evitavano, se potevano, di far sentire alla ragazza frasi poco carine rivolte verso di lei.

Il giorno dopo, quando la ragazza di svegliò, sentì un profumo venire dalla cucina, così curiosa si alzò dal letto e andò in cucina dove trovò i due gemelli che cucinavano e parlavano tra loro, si nascose per sentire. "La vedo bene eh Fred" "Si, Harry era preoccupato, dopo scrivigli che qui va tutto bene." Euphemia sorrise. Suo fratello aveva mandato i due gemelli per protezione, e si sentì un calore nel petto, piacevole.

"Buongiorno twins" li salutò facendosi vedere e andò ad abbracciarli entrambi. "Principessa, ben svegliata abbiamo preparato la colazione, siediti e mangia. Oggi hai scuola?" chiese Fred e la ragazza annuì. "Si, voi che farete?" "Andremo in giro per la città, facciamo la spesa e poi ti veniamo a prendere a scuola." rispose George mettendole i pancake nel piatto. La ragazza mangiò tutto e una volta finito andò a prepararsi.
I gemelli la imitarono, subito dopo di lei, e subito dopo i tre uscirono di casa. "Allora, guidaci così quando esci da scuola sappiamo dove andare" le chiese Fred e la ragazza si incamminò verso la scuola, perdendosi in chiacchiere con i due. Una volta a scuola, salutò i due gemelli che la videro entrare a scuola. "Cerchiamo di non fargli sapere il vero motivo per cui siamo qui." disse George e il fratello annuì. Un mangiamorte era scappato dal mondo magico per seguire la ragazza. Harry quando sentì che la sorella era in pericolo, aveva chiesto ai due gemelli di andare da lei. Non poteva andarci lui per ovvi motivi e i due gemelli erano felici di vederla e stare con lei.

A pochi passi, Edward guardava i due ragazzi furente, non li sopportava o meglio non sopportava che stavano a stretto contatto con la sua Euphemia. Alice gli diede un colpetto sul braccio. "Andiamo" ed anche lui con i fratelli e le sorelle adottive, entrò a scuola. Euphemia era già entrata nella classe di biologia, e vide poco dopo Edward, Alice e Jasper entrare. Alice andò a salutarla calorosa. "Buongiorno Eva" "Giorno Alice" ricambiò il saluto e salutò anche Jasper. Edward, senza invito, si sedette accanto. "Non mi sembra che tu mi hai chiesto se potevi sederti" "È l'unico posto libero." rispose e la lezione iniziò. Euphemia, con la coda dell'occhio, guardò Edward per tutta la durata della lezione, il ragazzo finse di non accorgersene per non metterla a disagio, ma gli faceva piacere avere le attenzioni della ragazza. A fine lezione, la mantenne per il braccio mentre l'intera classe si svuotava. 

"Cosa ti serve?" "Parlare di ciò che é successo ieri" "Non mi va, ricordi? Sono immatura e tu non vuoi avere a che fare con le immature" rispose ancora ferita dal giorno prima. "Come posso farmi perdonare per le mie parole?" chiese guardandola negli occhi. "Dimmi cosa ti é successo." ma scosse la testa, tutto tranne quello. "Immaginavo, stammi bene" e lasciò la presa lasciandola andare via. Sospirò e si sedette sulla sedia guardando fuori dalla finestra. Euphemia andò a lezione di letteratura inglese, dove il professore gli fece leggere Romeo e Giulietta in lingua originale, lei avendo letto i libro mille volte, non trovò difficoltà. Intanto i due gemelli muniti di mappa avevano girato per la città e avevano trovato un market dove avevano fatto la spesa. Era strano per loro fare tutto quello come comuni babbani, ma lo trovavano anche divertente. Poi, sulla via verso la scuola, passarono davanti ad una piccola biblioteca, incuriositi entrarono e girarono per il negozio. "Fred vieni a vedere" lo chiamò il fratello e quando si avvicinò gli passò il giornale locale di quella mattina. 

"Un nuovo attacco, nuova vittima, ma non si conoscono le cause che hanno portato alla morte della vittima." lesse riassumendo tutto e guardò il fratello. "Pensi che sia opera sua?" "Non lo so Fred, ma dobbiamo aumentare le difese protettive intorno la casa, se lui ce dietro tutto questo, Euphemia é in pericolo." e i due uscirono dalla biblioteca dirigendosi verso la scuola, dove la loro amica sarebbe uscita tra un'ora. A scuola, in mensa, non si parlava altro che dell'uccisione di quella ragazza e facevamo congetture su chi potesse essere. Euphemia aveva deciso di non pranzare, ma di pranzare a casa con i due gemelli, ma aveva accettato lo stesso l'invito al tavolo dei fratelli Cullen. "Allora, come mai non mangi?" chiese Emmett curioso. "Sono venuti a trovarmi due amici e pranziamo insieme." rispose e tutti poterono notare la felicità con cui aveva detto quelle parole. "Chi sono?" chiese Rosalie "Due gemelli, staranno per un po' da me." e Edward la guardò. "Li ho visti questa mattina" disse guardandola. "E quindi?" "Stavano parlando di te e del motivo per cui sono qui" aggiunse "Lo so il motivo." rispose indispettita.

"Il motivo che vogliono che tu sappia, non quello vero." rispose ghignando. "Senti ma che problemi hai? Non sarebbero i primi a mentirmi o nascondere la verità. Tu dovresti saperne qualcosa" e salutando gli altri andò via appena suonò la campanella che metteva fine a tutte le lezioni. Uscì dalla scuola e li vide in lontananza, sorrise e si avvicinò quasi correndo. "Eccovi, non vi siete persi vero?" "Per chi ci hai preso, peste" rispose George e gli scompigliò i capelli, poi insieme andarono via, sotto lo sguardo furente e geloso di Edward che li aveva osservati per tutto il tempo. "Prima glielo dici, prima puoi stargli accanto." gli consigliò Alice prima di salire in auto ed aspettare che facesse lo stesso. Una volta a casa, aiutò i due gemelli a preparare e mentre girava la pasta pensò alle parole di Edward. Guardò i due rossi che tagliavano le verdure parlando di Quiddich che gli stessero nascondendo veramente qualcosa? Scosse la testa, Edward lo aveva detto per provocarla, non doveva crederlo. 

Intanto, a pochi metri dalla casa, una figura incappucciata guardava la casa di Euphemia con un ghigno sul viso, non appena sarebbe stata sola l'avrebbe attaccata e nessuno poteva salvarla, nessuno. E la figura sparì tra la folta boscaglia, pronta a scatenare il caos.

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