capitolo 25

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L'aria pungente di Dicembre mi colpì in piena faccia quando uscii in giardino per cercare Draco.
Lo trovai seduto accanto ai suoi fiori preferiti: i tulipani neri che la madre aveva piantato il giorno in cui lui era nato.
Mi sedetti accanto a lui e portai le gambe al petto per proteggermi dal freddo.
Rimasi in silenzio a guardare nel vuoto quando sentii la sua testa poggiarsi sulla mia spalla.
<< mi dispiace tanto, tesoro>> sussurrai accarezzandogli I capelli.
<<È uno stronzo>> mi rispose tirando su col naso, aveva gli occhi gonfi e la punta del naso rossa, segno che aveva pianto.
<<ci sono abituato, avevo sei anni e mi diceva di farmi degli amici di alto rango, a quindici anni la mia fidanzata poteva essere solo di una famiglia di un certo livello e adesso, dopo essersi creduto Dio per diciotto anni, se ne va come se nulla fosse esistito... >>disse con la voce roca e poi scoppiò a piangere, lo abbracciai e lui mi strinse forte contro di sé come se fossi uno dei pochi scogli che gli erano rimasti al cui aggrapparsi.
<< che dici se andiamo dentro?
Ci facciamo una tazza di tè, giochiamo un pò a scacchi con Theo e stasera ci godiamo le feste che ci meritiamo.
Ti prometto che questo sarà un bellissimo Natale. >> gli dissi stringendo la sua mano nella mia.

Tornammo dentro e passammo un pò di tempo in camera mia, raccontando a Mattheo tutti gli scherzi che io e  Draco facevamo a Narcissa o agli elfi domestici.
Gli raccontammo di quando insieme a Bella, durante una delle riunioni dei mangiamorte, avevamo dato da mangiare a Nagini un'algabolla e le erano cresciute le branchie.
Ma poi mi sorse un dubbio così chiesi
<<Theo posso chiederti perché tu non hai mai partecipato alle riunioni di tuo padre? >>.
<<Lui sa che sono molto intelligente, forse anche più di lui, e quindi non mi fa usare la mente perché io lo oscurerei quindi mi da solo compiti pratici, ammazzare spie o cose del genere>> rispose facendo spallucce.
<< cavolo pensavo di essere l'unica a cui dava da fare il lavoro sporco! >> Esclamai ridendo.

<< ragazzi è pronta la cena! ">> urlò Bellatrix dal piano di sotto, così ci precipitammo giù dalle scale e la tavola era apparecchiata davvero bene devo dire.
<< Shivani ti piacciono i miei candelabri? >> mi chiese Bella indicandomi due grandi candelabri neri rifiniti con alcuni dettagli oro alla base.
<< li adoro>> risposi sorridendole.
Ci sedemmo e iniziammo a mangiare,
quella sera ridammo e scherzammo come non facevamo da tempo, e per un momento all'interno di quella sala nessuno pensava alla fine che avremmo potuto fare da un giorno all'altro.

Ma sapete come si dice no?
" tutto ciò che è bello, dura poco".
È quando andammo sotto l'albero a scartare i regali e sentimmo una serie di cristalli rompersi che capimmo che la libertà anche stavolta non era dalla nostra parte.

&quot;Come neve d'inverno&quot;  -Mattheo Riddle-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora