Frater

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L'uomo fu il primo a svegliarsi, la luce che penetrava dalla finestrella colpì i suoi occhi appena poco dopo l'alba. Sospirò sentendosi più stanco del solito, il peso nel petto che si portava da giorni era tragicamente sparito. L'odore del sesso ancora impregnato in quella stanza lo fece ritornare a poche ore prima e sorrise nel vedere Esmeralda ancora accanto a lui. Non aveva un letto grande perciò si erano stretti tutta la notte per stare comodi, una vana scusa per continuare ad amoreggiare ed a scarbiarsi carinerie all'orecchio che nessuno avrebbe potuto ascoltare. Avrebbe gridato al mondo il suo amore per lei se solo avesse potuto.
La ragazza aveva i capelli scompigliati, le guance rosee e le labbra semiaperte dalla quale uscivano a tratti degli sbuffi pesanti, la trovò tenera in modo affascinante.
Si liberò con cura dalle sue mani per alzarsi. Per prima cosa avrebbe dato un'occhiata alla cattedrale e avrebbe osservato come un segugio gli altri curati per scorgere anche solo della minima tensione da parte loro. Le mura di Notre Dame erano in pietra, ed erano spesse, ma la sicurezza non era mai troppa, nessuno avrebbe dovuto sentirli mentre consumavano.

Si vestì con calma facendo il meno rumore possibile, si andò a rinfrescare nel bagno e dopo una leggera ritoccata alla barba fece per andarsene

<<Claude... >>

Si voltò di scatto, era sveglia anche se ad un primo sguardo non si sarebbe detto. Aveva gli occhi ancora chiusi mentre una mano vagava tra le lenzuola per cercare l'uomo, sorridendo a quella visione si avvicinò a lei posandole un dolce bacio sulla fronte

<<Mia cara il dovere mi chiama, tu resta qui per tutto il tempo che desideri, fa attenzione a non farti vedere da nessuno>>

Un mormorio gli fece intuire che avesse ascoltato, quanto avrebbe dato per gettare tutto all'aria e rimanere in quel letto con lei, svegliarla con i proprio baci e magari fare di nuovo l'amore, si vergognò di quel pensiero, ora che aveva assaggiato il dolce frutto proibito ne voleva ancora di più, come una bestia desiderosa di nient'altro che di lussuria.
La lasciò lì contemplandola ancora per qualche secondo prima di scendere in sagrestia.

Gli altri curati stavano facendo colazione in modo tranquillo, nessun guardo sospettoso, nessun commento imbarazzante, niente di niente. Ringraziò il Signore. Si accomodò al suo solito posto accanto alla finestrella addentando del pane fresco che qualcuno aveva avuto cura di comprare quella mattina all'alba, spiò da fuori il tempo, un sole piuttosto carico faceva capolino da qualche nuvola bianca solitaria, era una splendida mattinata.

<<Don Claude, è arrivata una persona per voi, dice che è abbastanza urgente >>

Inarcò un sopracciglio in modo piuttosto scettico, sicuramente era quello sciocco di Phoebus che avrebbe ricominciato con le sue scemenze sul matrimonio.

<<Più tardi, a breve celebrerò la messa>>

<<Se ha problemi posso sostituirla io arcidiacono >>

A parlare era stato l'ultimo arrivato, un prete piuttosto giovane, un belloccio alla quale Claude non avrebbe dato un soldo, sarebbe durato si o no qualche mese in una vita di sacrificio e castità come quella della chiesa, quanti discorsi moralisti andati in pezzi, si vergognò anche a guardarlo dato che il primo a rinunciare quella stessa vita era stato lui, un ipocrita irrecuperabile. Acconsentì con un cenno del capo, sarebbe stata la sua prima celebrazione di messa, un modo per imparare, d'altronde non era domenica, anche se ci fosse stata una dimenticanza o una parola mal pronunciata in latino dubitò che qualcuno se ne potesse accorgere.

<<Faccio venire l'ospite nelle vostre stanze arcidiacono? >>

<<No>>

Una negazione detta troppo improvvisamente e con troppa forza, si maledisse, doveva fare più attenzione, con più garbo e decenza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2022 ⏰

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