Ad Amorem

96 4 2
                                    


Pierre dopo quella tremenda discussione con il curato si affrettò a sparire dalla cattedrale, non sapeva bene dove andare, se a casa o alla corte. In nessuna delle due destinazioni non ci sarebbe stato nessuno ad attenderlo, si sentì sconfortato da quello, ora era maritato, sposato con una donna che non teneva a lui nemmeno un pò, gli aveva fatto pietà e lo aveva salvato da una morte ingrata, ma l'aveva messo subito in chiaro, lei amava un uomo soltanto, il suo maestro.

Si avviò alla corte dei miracoli in cerca della sua sposa, avrebbe dovuto dirle come stavano le cose e poi avrebbero cercato una soluzione insieme, anche se in cuor suo sapeva già che con Esmeralda sarebbe stata persino più tosta che con Frollo, perché lei era ancora una bambina, una bambina a cui era stato negato un capriccio.

La ragazza era lì, davanti a lui nella loro stanza, anche se del poeta non c'era nulla se non lui stesso. Le raccontò nei minimi dettagli il tutto cercando di ricordare il più possibile le parole taglienti di Frollo che al solo pensiero lo fecero stare male, aveva fatto un torto ad un uomo che non lo meritava, che gli aveva salvato la vita istruendolo e prendendosi cura di lui.
Esmeralda anche se furiosa si accorse del cambio di tono prima spavaldo del poeta ora ridursi a dei semplici sussurri, era pentito e sicuramente non avrebbe voluto fare quello che aveva fatto, non aveva mai avuto cattive intenzioni e lei lo sapeva, ma comunque l'amarezza verso l'uomo non le passò nemmeno in quel frangente

<<Ci parlerò io>>

<<Lui non vorrebbe vedervi >>

Esmeralda lo spinse ai piedi del letto facendolo sedere per liberare il passaggio verso l'uscita della stanza.

<<Mi sono stancata dei vostri piani, dite di sapere cosa vorrebbe, ma in realtà non sapete nulla di lui! >>

Lo disse a voce alta, carica di ira repressa per quell'ingiustizia, pentendosene quasi subito in realtà. Riprese con voce più cauta dandogli sempre le spalle.

<<Avete avuto coraggio ad andare da lui, ma adesso lasciate che ci pensi io>>

Non lo guardò, semplicemente uscì trascinando con se il suo dolce profumo, un profumo che Pierre non sapeva se avrebbe mai più risentito.

Esmeralda non era una sciocca, voleva far sbollire l'ira del curato, anche se la sua anima da bambina le suggeriva di correre al più presto da lui. Decise di far passare un giorno e di presentarsi da lui a Notre Dame, anche se non era certa di quel piano sapeva in cuor suo che l'avrebbe lasciata parlare, ma cosa avrebbe dovuto dirgli? L'ultima volta si era dichiarata piantandolo in asso perché troppo imbarazzata, da dove riprendere il discorso?

Ed eccola lì, il giorno dopo ad attenderlo nella sua stanza. Era rimasta sorpresa nel non trovarlo, ma immaginava che si fosse preso del tempo per pensare, per calmarsi, d'altronde lo faceva anche lei quelle rare volte che litigava con il fratello, lunghe passeggiate senza meta. Decise che nell'attesa avrebbe osservato un poco la stanza, la libreria di Claude ormai la conosceva, ripercorse con la punta delle dita quelle copertine di libri antichi e non, quanto sapere c'era di fronte a lei, si chiese se il curato li avesse letti tutti. Si sedette sulla sedia dell'uomo davanti alla scrivania e curiosò tra i vari oggetti sopra di essa. Una splendida penna d'oca affogava nell'inchiostro nero, fogli ed appunti sparsi sul tavolo di legno con calligrafia e punteggiatura aggraziate e veloci. Sospirò vivacemente, era tesa, si chiedeva con quale pretesto avrebbe iniziato il discorso, se lui avrebbe capito, se l'avrebbe perdonata e poi tutta la questione del matrimonio con la quale aveva discusso con il poeta la faceva stare male. Oramai era sera e la ragazza si chiedeva se Frollo avrebbe rincasato, si affacciò dalla finestrella e si beò dell'aria pungente di un inverno ormai finito.
Sentì passi svelti salire le scale, sperò che fosse Claude e non un altro prete che avrebbe potuto coglierla in fallo, era talmente agitata che trattenne il respiro, apparte la porta del bagno non c'erano altri nascondigli in quella stanza ed oramai non c'era più tempo. La porta si aprì.

Inter sidera versorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora