Omnia Munda Mundis

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Esmeralda dopo la festa si ritirò in un luogo appartato e tranquillo vicino alla Senna, aveva chiesto al fratello di lasciarla da sola, non voleva parlare con nessuno. Si era sentita molto infelice dopo le parole del prete, quasi come fosse stata una bambina rimproverata dal proprio padre. Si sentiva un peso nel petto simile al rancore, d'altronde la ragazza aveva accettato di ballare quella mattina solo perché sapeva che avrebbe presenziato anche lui. Si sentiva incompresa, voleva solo ripagare la gentilezza dell'uomo che era stato tanto buono con lei, si, era vero che le aveva fatto una promessa, ma credeva di aver agito solo a fin di bene.
Si distese sull'erba fresca e si lasciò bagnare i piedi dall'acqua gelida, chiuse gli occhi cercando di pensare ad altro.
Le venne in mente la sua voce, così profonda e scura, le aveva fatto paura, ma anche venire brividi sulla schiena indescrivibili.
Perché poi era intervenut? Sembrava si stesse divertendo alla festa, lo vedeva sorridere di tanto in tanto guardandola e lei si sentiva lusingata da quegli sguardi, era un uomo affascinante, aveva il potere della cattedrale ma non lo ostentava davanti agli altri, almeno non con lei. Chissà come si chiamava...

Tirò un sospiro rumoroso, manomale che non voleva più pensarci.

<<Eccoti bella straniera>>

La ragazza si spaventò sobbalzando sul posto, si rimise subito in piedi spazzolando il vestito con le mani per togliere alcuni ciuffi d'erba che si erano incollati alla seta.
Lo riconobbe come il capitano delle guardie, quello dall'armatura luccicante che si contrastingueva in mezzo a tutti.

<<Mi cercavate? >>

Rispose lei tenendosi distante dal biondo che a poco a poco si avvicinava. Aveva un passo lento, come se stesse cercando di non spaventare la sua preda. Esmeralda era ingenua, ma non stupida, aveva visto come alla festa dei folli quell'uomo la guardava, esattamente come gli altri, come una bella donna da prendere e portare a casa come trofeo.

<<Bhe come tutti dopo l'esibizione di oggi>>

Le disse lui con sorriso gentile e con tono calmo, si era intanto fermato notando che la gitana si allontanava man mano che lui si avvicinava.

<<E perché mai di grazia? >>

<<Solo per fare la vostra conoscenza>>

<<Mi chiamo Esmeralda >>

Il biondo soffocò una risata non riuscendoci troppo bene.

<<Si, questo lo so già>>

Che sciocca, Clopin quella mattina avrà ripetuto il suo nome una decina di volte, certo che lo sapesse.
Il biondo si inchinò in segno di profondo rispetto o di galanteria, ad Esmeralda non era mai accaduto prima e si sentì fortemente a disagio.

<<Il mio nome è Phoebus, che vuol dire "Sole" >>

Ammiccò lui orgoglioso. La ragazza sorrise, un nome del genere non poteva che appartenere a lui con quei capelli così biondi e quell'armatura lucente.

<<Sarete certamente stanca dopo la vostra esibizione, forse sempre se volete, posso offrirvi da bere. Sapete conosco una tavena qui vicino che->>

<<Vi fermo subito capitano, come avete già detto sono stanca, vorrei semplicemente tornare a casa mia>>

Disse lei incominciando a camminare allontanandosi da lui.

<<Allora permettete che vi accompagni! >>

La ragazza scoppiò a ridere, se voleva trovare la corte dei miracoli quella era davvero una strategia sciocca.

<<Apprezzo il gesto, ma no grazie>>

Affrettò il passo, non voleva che la seguisse, ma un attimo dopo sentì una stretta sull'avambraccio, salda ma allo stesso tempo dolce, ma ciò non le rifiutò lo spavento.

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