Pax

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<<Tesoro fidati di me, vedrei quei fiori più vicini all'abside per dare un tocco di colore a questa tetra cattedrale, non danno fastidio vero Don Claude? >>

Il prete non si prese nemmeno la briga di rispondere dato che il capitano degli arcieri del re stava già spostando ghirlande condite con i fiori più svariati. Era tarda mattinata, quasi ora di pranzo in realtà e Fleur de Lys ed il suo promesso sposo si erano presentati a Notre Dame per le ultime modifiche al matrimonio. Claude nonostante non fosse decisamente dell'umore per parlare di matrimoni acconsentì, anche solo per prenderla come una scusa per distrarsi. Era passato solo un giorno dalla discussione con Gringoire e lui stava ancora digerendo il tutto, stava masticando la vergogna e la sconfitta mentre la mente vagava al crocifisso che se ne stava ancora rinchiuso nel suo cassetto, avrebbe dovuto riappenderlo alla parete, ma non trovava il coraggio di guardare quel semplice oggetto in faccia, era un codardo.

<<Phoebus tesoro mio, perché prima non ci concentriamo sulle musiche che accompagneranno la cerimonia? Don Claude potete consigliarci qualche aria da matrimonio? >>

Fleur che se ne era stata in disparte per tutto l'arco dell'incontro ora prendeva posizione, stanca delle continue oppressioni organizzative del suo promesso.

<<Il nostro repertorio vanta di varie composizioni celebri, le più richieste per cerimonie come queste sono "Gloria di Leonel Power" o ancora "L'ave Maria di Jean Mouton" >>

<<Splendido, qual'è la più allegra? >>

Chiese la bionda appostandosi vicino all'organo dai grandi tasti consumati desiderosa di premere una nota per sentirne il suono possente e rugginoso

<<Decisamente nessuna delle due>>

Rispose Claude con un sorriso furbo al sospiro annoiato del capitano Phoebus

<<Suvvia mia cara nessuno farà caso a che tipo di musiche accompagneranno le nostre promesse d'amore, concentriamoci dunque, per favore, sul rendere le cose in grande, ogni dettaglio deve essere studiato per far entrare questo matrimonio su ogni giornale di Parigi, Don Claude seguitemi sui fiori, grazie >>

Tutta quella farsa durò per più di due ore, Phoebus come una vecchia zitella annoiata aveva trascritto su di un taccuino misure e dettagli degli ornamenti cerimoniali e quando un soldato entrò dalla grande porta per avvertirlo che l'orario di ronda stava per cominciare si congedò con un leggero inchino alla sua donna e con una pacca sulla spalla al prete che diventò furioso a quel gesto così amicale a lui sconosciuto.

<<Perdonatelo don Claude, è da quando gli avete fatto il vostro discorsetto che è cambiato, ha preso davvero a cuore questo matrimonio, ma credo solo che sia a causa della presenza di re Luigi XI  alla cerimonia>>

<<Si ho sentito>>

Rispose svogliato Frollo, ormai stanco di fingere avrebbe solo voluto restare da solo nella sua celletta a contemplare qualche copertina di un buon libro e oziare tutto il giorno, era stanco di pensare, così stanco da voler dormire per giorni interi. Si sentiva distrutto, assente, un uomo senza uno scopo ben preciso se non quello di dover far sposare due giovani amanti che in realtà non si amavano, e lui ora lo capiva bene, perché sapeva cos'era l'amore e come ci si sentiva a provarlo. Il solo pensiero lo rabbuiò e lo rese rabbioso. L'anima sembrò pesargli una tonnellata mentre la mente vagava ai riccioli neri di Esmeralda, nonostante si fosse ripromesso di non pensare a lei eccola lì, di nuovo, nella sua testa. Era un debole.

<<Si è fatto tardi, è meglio che vada o la domestica mi servirà il pranzo congelato >>

Sorrise la ragazza aspettandosi una reazione altrettanto premurosa da parte dell'uomo che invece non arrivò, era distratto, era stato distratto tutto il tempo e lei se ne era accorta

Inter sidera versorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora