-Non puoi fare sempre così!- urlò Eveline mimando un finto broncio.
-Sì che posso.- Aleks le baciò la nuca mentre le strizzava una coscia.
Stretta fra le sue braccia, con la maglietta di lui addosso, i profumi di entrambi i corpi si mischiavano e riempivano quell'angolo di felicità che era la stanza d'albergo di Aleksei.-Stai barando!- lasciò ciondolare la testa sulla spalla di lui e si abbandonò ai baci devoti dell'uomo.
La stretta sul joystick della costosa console non era più tanto salda e lasciò che scivolasse fra le sue gambe incrociate.-Sei negata con questo gioco.- la prese in giro Aleks mentre le sue mani salivano verso le mutandine.
-Sei tu che mi distrai.- Ev nemmeno provò a ribellarsi, erano mesi che aveva smesso di farlo.
Sapeva riconoscere quando il desiderio di fare l'amore con lui era imminente e aveva scelto di non combatterlo.
Adesso, fra le gambe di lui, sentiva premere l'erezione contro la schiena e si aggrappò alla sua nuca, incrociando le braccia, spinse il petto infuori, invitandolo a toccarlo.
Aleks salì con una mano verso il collo della ragazza e strinse delicatamente.-Ricordati che dobbiamo andare alla festa coi tuoi amici.-
Ev annuì, ma Aleks non era certo lo stesse ascoltando.
Le sfilò la maglietta e la biancheria e la fece stendere sopra di lui, guidandola lentamente verso il piacere.Il locale era pieno.
Il remix di una canzone di Cardi B faceva sudare i ragazzi e le ragazze in pista.
Eveline adorava andare a ballare coi suoi amici, ma quel giorno si sentì fuori posto.
Guardava Lorenzo provarci spudoratamente con un ragazzo ballandogli attorno e continuando a fargli l'occhiolino.
Il povero ragazzo era imbarazzato, ma non sembrava dispiaciuto della avance che stava ricevendo. Lily era andata a prendere da bere e il barista l'aveva trattenuta per chissà quale motivo e Ev era seduta al tavolo aspettando che Aleks tornasse dal bagno.
Avevano bevuto solo due drink annacquati eppure Eveline si sentiva brilla. Erano passate poco più di due ore e già non vedeva l'ora di andarsene. Tornare nella stanza di Aleks e stare stretta fra le sue braccia, mentre lui le raccontava delle fiabe in russo per farla addormentare.
Non si addormentava mai prima di lei, a volte credeva persino non dormisse.
Ora, invece, se ne stava lì seduta su uno scomodo divanetto di ecopelle economica, guardandosi attorno senza notare niente di interessante.-Piccolo il mondo, eh?- una voce sconosciuta la fece voltare.
Alle sue spalle, un ragazzo sulla ventina con i capelli biondi spettinati e gli occhi verdi lucidi per il troppo alcol, la guardava imitando la versione sobria di quello che voleva essere un sorrisetto sexy.-Noi non ci conosciamo.- sorrise Ev spostandosi impercettibilmente lontano da lui.
-No, in effetti no, ma potremmo.- il ragazzo fece il giro del divano e si sedette accanto a lei.
La puzza di vodka più accentuata.-Certo, magari quando sei sobrio.- la ragazza si sistemò i capelli dietro l'orecchio e strisciò nuovamente indietro.
-Giusto. Mi spiace è che mi ha appena mollato la ragazza e i miei amici dicono che dovrei smettere di pensarci e provarci con le altre.-
Non sembrava un tipo pericoloso, sembrava solo imbranato.
Ev sorrise provando una tenerezza che non si sarebbe aspettata.-Sono sicura che i tuoi amici sono tutti single.-
Il ragazzo sgranò gli occhi.
-Come fai a saperlo?-
-Perché non avrebbero potuto darti un consiglio peggiore.-
-E tu cosa credi che dovrei fare?-
-Di sicuro non dovresti fare questo. Approcciare le ragazze così.- Ev sorrise vedendo Aleks sbucare dietro le spalle del ragazzo.
Aleks non ricambiò il sorriso e rimase a fissare la testa bionda del ragazzo troppo vicino ad Eveline.
-Posso aiutarti?- domandò Aleks poggiando una mano sulla spalla del ragazzo.
-No, grazie, ci sta già pensando lei.- si voltò con un sorriso tirato, ma la sua espressione si fece subito seria.
-Grazie per averle tenuto compagnia mentre non c'ero, ma come vedi sono qui.- l'espressione severa di Aleks fece irrigidire il ragazzo ed Eveline.
Sperava che quel ragazzo non replicasse o la situazione non si sarebbe conclusa con una semplice stretta di mano.-Certo.- il ragazzo si alzò e si fece di nebbia.
Aleks si sedette accanto ad Ev e strofinò le mani sui jeans scuri.
-Sei stato molto maturo, Al- la ragazza non fece in tempo a finire la frase.
-Tu invece no, ragazzina.- allungò una mano verso il boccale di birra che aveva lasciato a metà e ne bevve una lunga boccata.
-Cosa?-
-Potevi mandarlo via.-
-Non stava facendo nulla di male.- replicò Ev pacata.
-Ci stava provando?- domandò Aleks guardandola dritto negli occhi.
-Sì, forse.- allungò una mano verso la coscia dell'uomo -Ma a me non importa.-
-Beh, a me sì.- le scacciò la mano con un movimento veloce e tornò a concentrarsi sulla sua birra.
-Non è successo niente.- stupidamente, tentò di giustificarsi.
-Sarebbe potuto succedere, però.-
-Tu non ti fidi di me.- la voce tremante mal celava quanto quella confessione la ferisse.
-Non è questo, Ev.- Aleks inspirò e tornò a guardarla -Ho solo paura che tu possa andartene da un momento all'altro.-
-Quindi non ti fidi di quello che ti ho detto.- Eveline si allungò verso di lui e gli strinse il volto fra le mani, accarezzando lentamente le labbra e la barba rada. -Non ho mentito quando ho detto che avrei voluto riprovarci. Non ho mentito quando ho detto che mi sarei dedicata a pieno a questa relazione.-
Gli occhi di Aleks erano inchiodati da quelli di Ev.
-Devi fidarti di me, Aleksei. Sono qui per te.- la voce rotta dall'emozione.
Aleks avrebbe voluto dirle che l'amava con tutto se stesso e che la paura di perderla era talmente forte da bruciare nel petto ogni ora che non l'aveva accanto.
-Mi fido.- disse solo.
Eveline annuì. Lui le diede un bacio sulla fronte e le sfiorò una guancia con le dita.
Per il momento, quelle parole non avrebbero avuto la risposta che desiderava.
Non avrebbe voluto spaventarla confessandole il suo amore e, più di tutto, non avrebbe voluto correre il rischio di non essere creduto.
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Destino Criminale
RomanceEntrambi cresciuti, Aleksei ed Eveline, si incontrarono nuovamente... ma il destino non è amico di nessuno. Non si può cancellare il passato; non si può dimenticare. Chi siamo noi per giudicare?