Lieto fine

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Eveline non sapeva a cosa pensare.
Sperava nel lieto fine.
Ci credeva davvero.
Sapeva, però, che se qualcosa è troppo bella per essere vera, beh, non lo è.

Entrando nella suite dell'albergo, Aleks si era spogliato ed era quasi corso sotto la doccia.
Non sembrava arrabbiato; dopo la discussione avuta poco prima si era calmato e avevano ballato e scherzato sul modo impacciato di muoversi di lei.
Allora perché scappare così ora che erano soli?
Una piccola parte del suo cervello la mise in allarme, come se da un momento all'altro ci potesse essere una tempesta.
Se è troppo bello per essere vero, non lo è.
Si sfilò il vestito, poggiandosi goffamente alla parete del letto e quasi fece cadere la lampada.
Aveva voglia di piangere e non capiva il perché.
Erano diversi giorni che si sentiva strana.
Sgranò gli occhi, si mise una maglietta di Aleks e corse a prendere la sua confezione di anticoncezionale. Non aveva saltato nemmeno un giorno. Era stata attenta.
Il panico la assediò.
Oh no, no, no! Sta' calma, Ev. Sei solo paranoica. Le hai prese tutte.
Aleks uscì dal bagno un istante dopo che le lacrime di Eveline cominciarono a bagnarle il volto.
Lui stava lì, di fronte a lei.
Lasciò cadere l'asciugamano che aveva in vita e si allungò a prendere pantaloni e t-shirt per poi uscire dalla porta.
L'aveva lasciata sola. Senza uno straccio di parola.
Se è troppo bello per essere vero...

Erano passati poco più di venti minuti, ma ad Ev sembravano passate ore.
Il suo sguardo continuava a vagare dal suo telefono a quello di lui.
Lasciato lì.
Sul comodino della sua camera.
Sicuramente sarebbe tornato.
Ma quando? E in che condizioni?
Aveva sicuramente capito che Evy temeva di essere incita e la sua reazione, per l'ennesima volta, era stata quella di darsela a gambe.
Si alzò pigramente dalla moquette e si lasciò consolare dall'acqua calda della doccia.
Passarono altri dieci minuti.
Si asciugò i capelli e si costrinse a fare la sua skincare routine serale.
Altri dieci minuti.
Rimise la maglietta di Aleksei, che aveva piegato sul letto prima di farsi la doccia, e si mise sotto le coperte a guardare il soffitto.
Se è troppo bello per essere vero...

Il bip della chiave magnetica fece svegliare Ev.
Aleks era tornato e in mano aveva una busta semi trasparente con una grande croce verde stampata.
-Dove sei stato?- chiese Eveline sonnecchiante.
Aleks alzò la busta verso di lei -In banca.- Scherzò.
Eveline prese il cuscino e glielo tirò addosso.
-Non c'è niente da ridere!- prese l'altro cuscino e lanciò anche quello.
-Calma, Ev- cominciò, ma lei continuava a prendere asciugamani o cuscini da lanciargli.
-Sei uscito senza dire una parola! Mi hai lasciata qui a piangere! Sei uno stronzo!- prese il telecomando, ma lo riabbassò subito.
Le lacrime le rigavano il viso.
-Sono andato a prendere questi.- tirò fuori due test di gravidanza dalla busta che aveva in mano -Sai quanto è difficile trovare una farmacia di turno a quest'ora?- le sorrise e si avvicinò cautamente a lei.
-Hai lasciato il telefono qui.-
Le accarezzò una guancia.
-Pensavo volessi lasciarmi.-
Le diede un bacio sulla fronte, le sollevò il viso con due dita sotto il mento e la costrinse a guardarlo negli occhi.
-Scusami se ti ho fatto pensare questo. Sono qui. Non me ne andrò. Te lo prometto.-

-E se dovessi aspettare un bambino?- Eveline camminava nervosamente su e giù per la stanza -Non sono pronta ad avere un bambino.-
Aleks cercò di fermarla, mettendosi davanti a lei, ma piuttosto Ev cambiava direzione, scavalcando persino il letto a gattoni pur di non stare ferma.
Aleksei sospirò esasperato e si passò una mano fra i capelli.
-Insomma, non che non ne voglia in futuro, ma adesso?- iniziò a prendersela con una pellicina lanciandosi finalmente sul letto.
-Non so nemmeno se tu-
Aleks si sedette accanto a lei e le prese le mani che aveva in grembo.
-Ev, la decisione è soltanto tua. Qualsiasi scelta farai io la rispetterò.-
La ragazza sembrò tranquillizzarsi.
-Io non voglio che tu te ne vada.- bisbigliò -Ingrasserei.-
Aleks rise -Saresti comunque la donna più bella che abbia mai conosciuto.-
L'insicurezza di Ev, la sua fragilità, non le erano mai state più chiare.
-Io ti amo, Eveline.- lei lo guardò -Nulla al mondo potrà cambiarlo. Sarò al tuo fianco. Sempre.-
Ev si gettò fra le sue braccia.
-Adesso però è il tempo di scoprire l'esito dei test.-
Ev si alzò e con le mani tremanti prese entrambi i test che aveva lasciato appoggiati sul comodino accanto alla lampada.
Non incinta.
Un sorriso enorme si dipinse sul volto di Eveline che corse a baciare Aleks con più foga di quanto avesse mai fatto prima.
-Allora?- domandò lui, fra un bacio e un altro.
-Non incinta.- gli levò la maglietta bianca e lo spinse sul letto mentre gli baciava il collo e si strusciava su di lui. -Festeggiamo!- continuò aprendogli là zio e sfilandogli i pantaloni.
Lui la guardava adorante sdraiato sul letto.
-Festeggiamo.- concordò.
Eveline non era mai stata più felice.
Non tanto perché non avrebbe dovuto affrontare un intervento o una gravidanza, ma perché Aleksei le aveva detto che l'amava e l'aveva anche dimostrato, lasciando a lei la scelta, qualsiasi essa sarebbe stata.
Scontato, direbbe qualcuno.
Beh, no. Aleks l'aveva finalmente guardata e amata per quella che era: una persona.
Niente giochetti.
Niente inganni.
Niente possessività.
Niente drammi.
Era pronta a prendere in mano la sua vita.
Erano pronti a vivere a pieno il loro amore, entrambi come individui completi.
Nessuno dei due avrebbe sovrastato l'altro.
Eveline sapeva che era così che si amava ed era felice che Aleksei lo sapesse a sua volta.
Sapeva che potevano essere felici.
Ev si sfilò la maglietta e gliela lanciò.
Le sue mutandine toccarono terra.

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