Runfast's Luna Park

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Quando si hanno diciassette anni, nessuno pensa più a giocare, poiché ci si ritiene in grado di divertirsi senza aver bisogno di un qualche strano gioco. Il problema è però che, nonostante l'età, nessuno può dire di no al parco giochi, l'unico luogo nel quale, forse, i più grandi vorrebbero essere bambini, e i bambini più grandi, per poter entrare in tutti i giochi più pericolosi. Io, personalmente, ero forse l'unica eccezione, quella che non ha mai amato più di tanto andare al Luna Park. Per qualche strana ragione però, all' improvviso tutto cambiò.
Tutto incominciò in una lontana estate di tanto tempo fa, quando l'estate era, per gli studenti, l'unico periodo di svago dell'anno. Ovviamente, avendo 17 anni, dovevo pur trovare un lavoro per risparmiare qualche soldino, e quale luogo migliore per trovarlo, se non un parco giochi? Dunque, durante i primi giorni d'estate iniziai il mio bel lavoro. Il primo giorno arrivai al Luna Park in macchina, con mia madre al volante. Feci appena in tempo ad aprire lo sportello che subito mia madre escamó:" Ricordati, sorridi, e non metterti i capelli in faccia"
Già, i capelli. Un particolare di me in quel periodo era sicuramente il modo in cui portavo i capelli. Ancora del mio colore naturale (neri), lunghissimi, e sempre,perennemente davanti al viso. Non lo facevo apposta, ma anche se li mettevo dietro le spalle dopo poco tempo tornavano davanti alla faccia.
Scesi dalla macchina lentamente, pentendomi sempre di più di quello che stavo facendo. Volevo davvero lavorare in quel posto? Un posto in cui sarei dovuta stare a contatto con tantissima gente, cosa che probabilmente mi avrebbe potuto imbarazzare e sopratutto, irritare? Probabilmente no, ma purtroppo quando me ne resi veramente conto era oramai troppo tardi per tornare indietro, e io non lascio mai le cose a metà. Comunque, il posto era un classico parcogiochi, con un ingresso a dir poco patetico: la scritta Luna Park era impressa a caratteri cubitali in un arco di metallo, insomma, la solita cosa banale.
Varcai il cancello, tenendomi stretta la borsa a tracolla nera nuova. All' interno avevo un paio di chiavi di casa, il cellulare, e un pacchetto di fazzoletti. C'era qualche persona quà e là, che preparava le bancarelle o sistemava gli apparecchi per le giostre.
Nell' annuncio,quando avevo per caso aperto il giornale in cerca di lavoro, c'era scritto:
LUNA PARK
Cercasi dipendente al Runfast's Luna Park, persona dai 16 ai 20 anni di età. Non è richiesta esperienza.

Io ovviamente, di esperienza non ne avevo, quindi l'annuncio l'avevo preso come una grande occasione. Avevo telefonato al numero posto sotto l'annuncio, ma non mi avevano detto che tipo di lavoro avrei dovuto eseguire. In quel momento speravo solo che non si trattasse di pulire i bagni pubblici.
Ad un tratto, nel mentre che io curiosavo con lo sguardo quà e lá, spuntò uma vecchia donna, completamente vestita di stracci. Sopra,aveva un telo viola semi-trasparente attorcigliato attorno al busto, mentre sotto una lunga gonna verde toccava a terra.
"Benvenuta. Tu devi essere Lucy?"
"Ehm no, sono Megan."
"Oh,fa lo stesso. Scommetto che sei quì per il lavoro?"
"Esattamente."
"Bene, e allora seguirmi." Mi fece, voltandomi le spalle. Man mano che avanzavamo notavo che sempre più gente era spuntata fuori, ma al mio passaggio, invece di continuare a camminare, tutti si fermavano.

"Eccoci quì." Eravamo arrivate di fronte ad una vecchia struttura, coperta da un grosso telo verde, pieno di polvere, che mi impediva di vedere cosa era nascosto.
"Non ti ho potuto dire che lavoro avresti fatto per poter mantenere questo segreto al meglio. Vedi quì a fianco?" Mi fece la signora, indicando un gruppo di pezzi di metallo buttati a terra.
"Si.."
"Ecco, dato la grande crisi che ultimamente ci ha colpito, abbiamo pensato di riportare alla luce una vecchia giostra.. Non so se la conosci."
"Come si chiama?"
"'Il gioco del carillon'."
Dentro di me, sento un colpo al cuore, e poi un improvviso mal di pancia. Solitamente non credo alle leggende, ma su quella giostra ne hanno raccontate talmente tante che.. so che c'è qualcosa di vero.
"Ehy, tutto bene?" Mi fa la signora. Non mi ero accorta di essere rimasta a bocca aperta a fissarla.
"S-si."
"Okay, allora, tu hai il compito di vendere i biglietti della giostra, ma dato che oggi la giostra non è ancora va, solo per questa mattina dovrai appendere dei volantini in tutta la cittá. Se li avessimo appesi prima, che sorpresa sarebbe stata?"
"Va bene."
Fantastico. Sono una bigliettaia.
"Ah, un'ultima cosa.
Io sono Johanna Runfast. Goditi il Luna Park."

Il gioco del carillonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora