Capitolo 92

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Pov Charlotte.

Mi svegliai. Il piede sinistro mi faceva un male cane, mentre il destro neanche me lo sentivo più.
Questa volta ho combinato davvero un casino.
Scoppiai a piangere. Ma non per il dolore fisico ma per il male che mi faceva questa relazione complicata con Zayn.
Comunque, onestamente piangevo anche per le ferite.
Mi mise a sedere, senza riuscire a muovere le gambe.
No, non ero paralizzata, avevo solo troppa paura.
Di sicuro non sarei arrivata in infermeria con le mie gambe.
Raccolsi uno dei miei calzini che mi ero tolta prima e cercai di tamponarmi le ferite, facendomi ancora più male. Cercando di tamponare avevo spinto ancora più in profondità le schegge e il dolore era qualcosa di insopportabile ed atroce, ma niente in confronto alla confusione, alla tristezza e al dolore che provavi dentro di me.
I miei bei calzini grigi a pois rosa ora erano rossi a pois...rossi.
Dovevo chiamare qualcuno.
Avrei voluto chiamare Zayn ma nel momento del bisogno lui non c'è mai...
-Ma cosa pensi!- mi riproverai da sola.
Zayn c'è sempre stato per me, solo che, da quel che so, sta attraversando un periodo difficile.
Ora chi diamine dovrei chiamare?
Cercai il mio cellulare, che fortunatamente era buttato sul letto, e con qualche mossa da contorsionista riuscii a raggiungerlo senza alzarmi da terra.
Andai nelle ultime chiamate e in preda al panico chiamai Harry.
-No, ma che scema che sono, non posso chiamare Harry! - riattaccai al volo.
Avrebbe fatto troppe domande, e anche se era inevitabile, perché mi avrebbe vista comunque con i piedi fasciati, decisi di non dirgli niente.

Continuai il mio capolavoro con i calzini. Il sangue ormai non usciva più ma le ferite erano ancora fresche

Mi squillò il cellulare. Era Harry.
Non risposi.
Poco dopo mi richiamò.
-Basta!- dissi al cellulare come se potesse far capire a Harry di smetterla di chiamarmi.

Presi il secondo calzino e mi tamponai il tallone del piede destro, che intanto riuscivo di nuovo a sentire.
-Charlotte?- oh no.
-Ci sei?- era Harry che bussava alla mia porta.
All'inizio non risposi ma dopo aver dato un occhiata ai miei poveri piedi, arrivai alla conclusione che di sicuro non sarei stata in grado di medicarmi quelle ferite da sola.
-H-Harry...- balbettai.
-Charlotte, che hai fatto? Ma stai piangendo?-
-Harry, entra ti prego mi serve aiuto.-
Avevo ricominciato a piangere come quando mi ero svegliata.
Tentò di aprire la porta ma era chiusa.
-Credo sia chiusa- mi disse.
Ma no...
Ci mancava solo questa.
Strisciai quei due metri che mi separavano dalla porta.
Girai la chiave nella serratura.
Chissà come avrebbe reagito Harry vedendomi così...

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