꒱࿐♡ ˚.*ೃ
dopo una ventina di minuti eccoci lì, seduti in spiaggia con due pizze davanti a noi che non vedevo l'ora di mangiare, ero piuttosto esausta dalla giornata che avevo avuto, tra il lavoro e la serata precedente. il sole stava tramontando e il rumore delle onde placavano la mia ansia; sembrava un paradiso terrestre; dopo tutto sono gli Outer Banks.
JJ: "allora ti sei ripresa dalla sbornia di ieri sera? Nemmeno riuscivi a reggerti in piedi, sai?"
risi annuendo con il capo, finendo di mangiare la crosta croccante di una fetta di pizza.
V: "si, stavo male solo stamattina in realtà, al contrario di Sarah che sarà ancora mezza morta sul mio divano. una kook non è abituata ai nostri livelli" scherzai tornando a guardare le onde blu che si inalzavano, perfette per serfarci.
JJ: "e nessuno è abituato ai miei di livelli.. "
stava per aggiungere qualcos'altro alla frase quando fece un movimento abbastanza brusco per prendere l'acqua dietro di lui e si mise una mano sul petto, aspettò qualche secondo facendo una smorfia dolorante, come se l'avessero appena colpito, per poi far finta di nulla e tornando a bere.
V: "JJ.. da quando hai gli stessi dolori muscolari degli anziani?" ero quasi certa di sapere a cosa fosse dovuto il malessere dal ragazzo, ma speravo non fosse quello che pensavo io, così ci girai intorno ironicamente per sdrammatizzare.
JJ: "simpatica, no comunque mi sono fatto male da solo facendo.. beh facendo qualcosa oggi, niente di che, te l'ho già detto."
V: "mmh.. si, capisco"
mi sembrava anche abbastanza serio, ma sapevo perfettamente che mentiva, lo conoscevo da anni oramai non penso ci siano aspetti di lui che io non conosca come la tasca dei miei pantaloni. così prima che potesse prendere un'altra fetta di pizza, con un movimento veloce gli alzai la maglia fino al punto interessato.. era viola al posto del color carne, non mi sembrava neanche di vedere più il suo vero colorito roseo. rimasi con gli occhi spalancati e mi misi una mano sulla bocca, lasciando la presa della maglietta. lui sospirò abbassando lo sguardo, posandosi una mano sul petto.
V: "JJ.. non dirmi che.."
JJ: "e invece si Violet, è stato mio padre, come al solito! è tornato a casa ubriaco e mi ha preso da dietro senza che io me ne accorgessi! cazzo, ti avevo detto che non era nulla, dovevi lasciar stare."
Il biondo preso dalla disperazione si mise le mani tra i capelli trattenendo le lacrime, e io rimasi di stucco, odiavo vederlo così, riuscivo a cogliere anche tutto il suo dolore. avrei voluto fare qualcosa per aiutarlo, ma come? così l'unica cosa che mi venne d'impulso di fare fu abbracciarlo portandogli le braccia intorno al collo. lui aveva il viso posato e nascosto sulla mia spalla ricambiando quasi subito l'abbraccio, stringendomi forte a lui. cercavo di trattenere le lacrime, ma una mi rigò il viso e gli diedi un bacio tra i capelli. riuscivo a sentire le lacrime scendergli come se fosse acqua.
V: "ehi ehi ehi, va tutto bene, ci sono io. sai che puoi stare da me tutto il tempo che vuoi, per me e John B se di famiglia e lo sai"
gli sussurrai nell'orecchio per consolarlo e rassicurarlo, anche se non penso servisse a colmare il grande vuoto provocato dal padre violento e alcolizzato. lo odiavo con tutto il mio cuore per quello che faceva a JJ e per fortuna che non lo incontravo mai per strada, sennò probabilmente lo avrei preso a pugni con scarsi risultati da parte mia. JJ si era oramai calmato ed era appoggiato alla mia spalla a guardare l'orizzonte, quando gli suonò il telefono, interrompendo un momento di più assoluta tranquillità.
JJ: "pronto? ehi John- cosa?? come sarebbe a dire che ha preso l'oro e che ha provato ad ucciderti? bastardo.. si arrivo subito"
si era agitato in un nano secondo e io con lui, mi alzai di scatto, avevo sentito uccidere e oro nella stessa frase, e sicuramente non avevamo vinto una vacanza alle Maldive per l'estate.
V: "che diavolo succede JJ? era mio fratello? chi ha provato ad ucciderlo?"
JJ: "non c'è tempo per le domande Vi, dobbiamo andare a casa tua, adesso. gli altri ci stanno aspettando"
mi prese la mano trascinandomi verso la sua moto, senza più rivolgermi parola. arrivammo di fretta ed eccoli li, erano tutti in giardino ma mancava una persona all'appello, Sarah. Kiara e Pope erano più agitati di me e John B faceva avanti e indietro, prendendo a calci un ramo caduto di un albero più in lontananza.
K: "adesso basta John B! che diavolo – eccoli! Violet, JJ, ma dov'eravate finiti?"
ci guardò la riccia quasi stranita di vederci da soli a quell'ora, ma si vede che poi ci sorvolò sopra ben presto.
V: "niente io ero al lavoro e lui.. ma chissene frega, ditemi piuttoso che cazzo succede, John B!"
alzai un po' il tono della voce per avere la sua attenzione, ero anche abbastanza stranita che non avesse chiamato me per una tale emergenza che non volevo perdere tempo a parlare con Kiara di me e JJ.
J: "succede Violet, che quel bastardo di Ward ci ha rubato l'oro e ha provato ad uccidermi nella nostra gita in barca di oggi."
era sconvolto e si vedeva, io rimasi a bocca aperta per le sue parole. strinsi i pugni abbagliata dalla rabbia.
V: "che cazzo ha fatto?"
JJ: "quel bastardo! è proprio un figlio di puttana e io lo sapevo! merda! stai bene tu?"
J: "si, sto bene, ma adesso ho bisogno del vostro aiuto. stanotte dovrò andare nello scantinato dei Cameron a riprendere l'oro prima che venga trasportato da qualche altra parte e lo perderò per sempre."
V: "perdermo, John B, l'oro è anche mio."
J: "si, hai ragione. ma tu non verrai stanotte con noi, non è sicuro e io devo proteggerti, lo sai Violet non posso rischiare che ti accada qualcosa."
V: "cosa?? oh si certo, io rimarrò in disparte mentre voi sarete lì, non se ne parla neanche io verrò con voi, so badare perfettamente a me stessa e ho meno paura di te a manovrare un'arma John B, lo sai bene, quindi non dirmi più cosa non posso o cosa posso fare!"
la mia voce era decisa e quasi prepotente, mentre parlavo mi avvicinai di più a mio fratello che non distolse nemmeno un secondo lo sguardo da me. sembrava che mi supplicasse con gli occhi di cambiare idea, di non seguirlo in quell'avventura suicida, ma niente mi avrebbe fatto cambiare idea.
K: "Violet ha ragione, noi siamo una squadra e le cose le affrontiamo insieme."
P: "si a proposito di squadra.. dov'è Sarah? non faceva parte anche lei del gruppo?"
John B si passò una mano sui capelli sbuffando, scuotendo appena il capo, in effetti mi chiedevo anche io dove fosse Sarah ma non penso che ci volesse una scienza per capire perché non fosse con noi. si trattava di Ward Cameron, suo padre.
J: "Sarah non l'ho chiamata e non le ho detto cos'ha provato a fare Ward, penso sia a casa sua e secondo me è meglio che rimanga lì, non voglio metterla nei guai, è suo padre. in questa storia ci siamo dentro noi cinque."
l'aria era fredda, quasi se fosse condizionata dal momento d'inquietudine che si era formato, così mi voltai per guardare JJ, che ricambiò lo sguardo assai preoccupato. non volevo affatto perdere l'oro, era di mio padre ed era nostro diritto riaverlo indietro. perché è questo che lui avrebbe voluto.
STAI LEGGENDO
𝑻𝑯𝑬 𝑪𝑯𝑶𝑰𝑪𝑬 ; OUTER BANKS, 𝑱𝑱.
Fanfiction"𝗻𝗼𝗻 𝗿𝗶𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗮 𝘀𝗰𝗲𝗴𝗹𝗶𝗲𝗿𝗲! 𝗲 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗱𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗱𝘂𝗲 𝗺𝗶 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗿𝘂𝗴𝗴𝗲" ✩。:*•.───── ❁ ❁ ─────.•*:。✩ 𝘝𝘪𝘰𝘭𝘦𝘵 𝘑𝘦𝘢𝘯 𝘙𝘰𝘶𝘵𝘭𝘦𝘥𝘨𝘦, ha sedici anni ed è la sorella minor...