D'un tratto sento le forze abbandonarmi, cado a terra rifiutandomi anche di cercare di tenermi in piedi e lasciando cedere la mia testa sul freddo e vuoto pavimento.
<Sbaglio o vi avevo chiesto di non intromettervi?> riconosco la lontana voce del professor Aizawa alle nostre spalle. Qualcuno mi tira su di peso e, voltandomi, riconosco la figura di Noboyuki <avevo detto che non volevo vederti per le prossime otto ore, non quattro giorni> specifica con un sorriso.
<Che ci fai qui?> chiedo con un filo di voce <cerco di salvarti la vita no?> risponde come se fosse la cosa più scontata del mondo.
Mette un mio braccio attorno le sue spalle, uno attorno la mia vita e mi aiuta a rialzarmi.
Mi oppongo per qualche istante, guardandomi attorno.
<Shoto...> pronuncio il suo nome lasciando scorrere le lacrime e cercandolo con lo sguardo nella stanza. <Non ti preoccupare> risponde Noboyuki voltandomi e lasciandomi osservare il ragazzo con una coperta, seduto accanto al nostro insegnante mentre cerca di regolarizzare il suo respiro e la temperatura.
Mi libero dalla presa di Noboyuki e corro senza pensarci verso il Shoto.
Sentivo le gambe cedere ad ogni passo, ma arrancavo cosciente che non mi sarei fermata, a costo di camminare con i gomiti.
Mi fermo davanti la sua figura seduta.
Lo scruto per qualche istante, notando le scottature dovute al freddo.
<Sei un idiota...> sussurro a denti stretti.
<Lo so> risponde con un mezzo sorriso.
Allarga le braccia e non gli lascio neanche il tempo di riflettere che lo stringo a me.
<Non osare mai più fare una cosa del genere> dichiaro nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.
<Con voi faremo i conti dopo, adesso andiamocene> afferma Aizawa guardando i quattro ragazzi che erano accanto a noi.
Arriviamo fino all'uscita e noto diverse auto della polizia.
Tutti i dottori e guardie vengono arrestate.
Sento i rumori sovrastarsi gli uni sugli altri, confondendosi nella mia testa.
Con lo sguardo cerco Eisuke, finché non vedo una figura su un lettino accanto ad un ambulanza.
Per favore ditemi che è ancora vivo.
<Dove vai?> domanda Noboyuki dopo che mi sono spostata per correre nella direzione dell'uomo.
<Bob!> lo richiamo avvicinandomi al lettino.
Guardo preoccupata l'infermiere lì accanto.
"Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando" solo adesso riesco a cogliere a pieno le parole di Einstein.
Nel momento in cui il mio sguardo cade sull'infermiere, il suo capo sembra immobile.
Come se in quel momento si fosse congelato nello spazio.
Le mie dita che nel frattempo battono velocemente e costantemente sul freddo ferro della barella come se volessi far correre il tempo con le mie mani.
Tutto attorno è completamente fermo, né una foglia che si muove, né le sirene delle ambulanze che fanno rumore.
Niente di niente, solo un grande vuoto.
Parla...
Le dita continuano il loro ritmo, dapprima costante, ma che adesso sembra l'unica cosa che realmente si muove, come se i secondi fossero indirettamente proporzionali a quei piccoli suoni prodotti dalle mie dita

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stay
Фанфик"mi guardo attorno e vedo quelle dannate pareti soffocanti finché la vista non diventa sempre più appannata e quel freddo bianco non diventa nient'altro che un oscuro e avvolgente nero..." ° ° ° Una stanza bianca in un edificio sconosciuto. Una voc...