prova

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<Cosa ti hanno fatto?> chiedo mostrando pietà, il ragazzo non rispose, ma il suo sguardo puntò al pulcino che tenevo in mano. <Ah dimenticavo> interrompe lo scienziato <non mangia da un po'> mi informa <stiamo scherzando?!> esclamo esasperata.

L'unica cosa che potrebbe salvarmi è il ragionamento, in lui adesso probabilmente prevale l'istinto animale. 

Non finisco di pensare che inizia a correre nella mia direzione, provo a fermarlo, ma l'unico risultato che ottengo è rallentarlo. Con il mio quirk posiziono l'animaletto dall'altra parte dell'arena, il ragazzo nel frattempo vince questa prova di forza e mi butta a terra. Tenta di colpirmi alla testa con uno dei suoi artigli, ma riesco a spostarmi in tempo. Stavo per alzarmi quando la sua coda mi cinge la vita e mi ritrovo bloccata contro il suolo, lo colpisco all'addome con tutta la forza che ho, ma sembra non avergli recato il minimo danno. Punta subito al pulcino, ma prima di potersi muovere mi lancio contro di lui, mi aggrappo alla sua schiena e cerco di fargli perdere l'equilibrio ma prima di cadere mi conficca tre artigli sul fianco destro. Gemo dal dolore, ma non posso lasciare la presa. Impongo una forza tale da farlo abbassare e cerco di bloccarlo a terra. Immobilizzo i suoi polsi sul terreno, il ragazzo sembra non reagire e solo adesso mi ricordo della coda, la blocco a pochi centimetri dal mio fianco. Faccio un respiro di sollievo, ma sento una fitta all'avambraccio, abbasso lo sguardo e il ragazzo stava stringendo i suoi denti attorno al mio arto. Con il mio quirk riesco ad aprirgli le mandibole, quel che basta per liberarmi, lo colpisco al volto, ma questo mi da un calcio al centro dell'addome spostandomi. <Figlio di...> non finisco neanche di imprecare che vengo scaraventata contro il muro e rimango qualche secondo stordita. 

Sento un forte dolore alla testa, metto una mano nella parte posteriore della nuca e vedo le dita macchiate di sangue

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Sento un forte dolore alla testa, metto una mano nella parte posteriore della nuca e vedo le dita macchiate di sangue. "lo so che state cercando di uccidermi" penso mentre cerco di alzarmi.

Il ragazzo corre subito verso il pulcino, riesco a rallentarlo ancora con quella poca forza rimasta nel mio corpo, ma non appena se ne accorge mi colpisce con la coda rimettendomi a terra. Questa volta non riesco rialzarmi, sento delle gocce di sangue colare sul mio volto, dopo aver ucciso quel povero animale non si sarebbe fatto problemi a fare la stessa cosa con me. Inoltre quegli scienziati non avrebbero alzato un dito, per loro siamo solo degli oggetti. E quando una cosa si rompe...la si butta.

Ma in quel momento, per un istante, un breve lasso di tempo, riesco a vedere la figura di Hiroshita davanti a me, non so se è causato dal colpo o sto per morire, ma preferisco prenderlo come un segno.

Chiudo gli occhi per un secondo e quando li riapro capisco che riesco ancora ad utilizzare quella specie di "super vista". 

Devo farlo adesso. 

Il ragazzo sta camminando verso la sua piccola vittima, non vedo la sua struttura molecolare, bensì quella muscolare, incluso il diaframma. Faccio un respiro profondo, non dovevo ucciderlo, solo fargli perdere coscienza, mi concentro e blocco quel muscolo. Vedo i suoi tratti animali iniziare a svanire, a partire dagli artigli, anche lui se ne accorge e capisce che la fonte del problema sono io, tant'è che mi raggiunge. Non ho la forza necessaria per scappare o reagire e in pochi secondi mi ritrovo con le sue mani intorno al mio collo. Annaspo in cerca d'aria, ma la sua forza me lo impedisce. Lo guardo negli occhi e vedo un barlume di umanità dietro quell'istinto animale che lo fa agire. La vista inizia ad appannarsi e sto per lasciare la presa quando sento la morsa intorno al mio collo allentarsi. Il ragazzo cade sopra di me a peso morto, lo sposto e faccio respiri profondi lasciando che l'ossigeno inondi i miei polmoni.

<Prova terminata> sento dire da uno dei scienziati come risposta alzo semplicemente il dito medio nella loro direzione e mi tiro su zoppicante.

Vado verso il pulcino e lo prendo tra le mani

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Vado verso il pulcino e lo prendo tra le mani. Trema dalla paura. <È tutto finito> affermo accarezzandolo <o almeno per te> aggiungo vedendo arrivare le guardie.

Due di loro si avvicinano a me, gli altri prendono il ragazzo che nel frattempo ha ripreso coscienza. Iniziano a colpirlo con i taser per "calmarlo" <fermi!> esclamo, ma nel momento in cui faccio un passo nella loro direzione vedo tre fucili pararmisi contro. Mi giro verso una guardia e questo non ci penso due volte prima di puntarmi l'arma alla testa <indietro> mi minaccia <altrimenti?> chiedo sfacciata, non mi avrebbero fatto del male, sono ancora il loro giocattolo preferito. <Vuoi provare?> domanda caricando l'attrezzo, mantengo lo sguardo fisso su di lui con aria di sfida e lui mette il dito sul grilletto. <Non sparare> gli ordina lo stesso scienziato che mi ha portato nell'arena <come vuole signor Fujiwara> risponde superandomi e colpendomi con la sua spalla. Riprendo il respiro che non mi ero accorta di star trattenendo e mi ricompongo il più possibile. <Adesso la porteremo nella nostra infermeria e domani vedremo cosa fare> spiega il dottore.

Vengo guidata fino ad una stanza non troppo lontana da dove ci trovavamo, mi sono rifiutata di essere portata con una barella <ce la faccio> mento palesemente continuando a camminare come uno zombie

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Vengo guidata fino ad una stanza non troppo lontana da dove ci trovavamo, mi sono rifiutata di essere portata con una barella <ce la faccio> mento palesemente continuando a camminare come uno zombie.

<Siediti> mi dice Fujiwara indicandomi un lettino, faccio come dice, mi tira su la maglia scoprendo le varie ferite sul fianco, avvicina la mano e sussulto sia per il dolore che per le dita fredde. <Dobbiamo mettere dei punti> osserva <fantastico...> commento, lo vedo girarsi e prendere una siringa, ma lo interrompo. <Oh, non pensare che mi faccia iniettare altra roba> <non ti preoccupare> dice pulendo l'ago <è un anestetico che induce il sonno, prima di farti prendere il desflurano> <il de-che?> chiedo confusa <serve per mantenere l'anestesia durante l'operazione> <credete che mi lasci addormentare da voi?> domando alzandomi, ma sento un fitta alla vita. <Faresti meglio a rimanere seduta> mi informa, ma decido di ignorarlo. <Perché dovrei ascoltarti?> <perché è il mio lavoro> spiega <e perché ho questa> aggiunge puntandomi una calibro ventidue contro <non credo mi spareresti> dico convinta <dovresti imparare a non commentare> afferma premendo il grilletto. Abbasso lo sguardo e nella mia coscia adesso c'è un dardo con quello che probabilmente è un calmante, le mie gambe sembrano non reggere il peso e cerco di aggrapparmi al tavolino.

Fujiwara si avvicina a me <non osare...> cerco di minacciarlo, ma lui mi ignora completamente e mi inietta il liquido della siringa dal collo. <Portatela nella sala operatoria> sento, vengo trascinata a peso morto, mi guardo attorno e vedo quelle dannate pareti soffocanti finché la vista non diventa sempre più appannata e quel freddo bianco non diventa nient'altro che un oscuro e avvolgente nero.

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