Capitolo 1.

1.9K 45 2
                                    

<<Questo era l'ultimo>> Dissi passando a mio padre lo scatolone vuoto <<Abbiamo fatto un bel lavoro>> Lo guardai fiera e poi ridemmo <<Cosa vuoi per cena piccola?>> <<Pasta va bene?>> <<Allora mi metto ai fornelli>> Rise prendendo una pentola.

Fuori era già scuro ma non faceva molto freddo. Mi infilai dei pantaloni corti neri, presi le mie sigarette e mi misi le ciabatte <<Vado in giardino a fumare>> Lo guardai e gli sorrisi <<Va bene, vacci piano con quella cosa pero>> La sua faccia si fece seria, annuii con un sorriso e usci di casa.

Mi sedetti sulla panchina che avevo sul retro del mio giardino. Era cosi bello, il buio, le stelle e i lampioni che illuminavano solo il marciapiede. Ogni tanto si sentiva qualche sirena e qualche ambulanza. Ma in quel ghetto era la normalità.

Poco dopo rientrai per cenare.

<<Bravo papà, è molto buona>> Sorrisi e lui ricambiò <<Più tardi vado da Boris, è un mio amico di liceo, ho saputo che vive qui accanto a noi e lavora nel mio stesso posto>> <<Oh grandioso>> <<Ti va di accompagnarmi? Ha un figlio, magari potresti conoscerlo>> Cominciò a ridacchiare e io lo guardai minacciosa <<Avanti Ellen, dovrai pur farti qualche amicizia prima di cominciare scuola>>

Forse aveva ragione. Annuii e continuammo a mangiare.

Finita la cena andai a cambiarmi, misi una maglietta nera e dei pantaloncini con le mie Superga nere. Non mi truccai, non mi importava più di tanto.

Ci dirigemmo verso casa di Boris che scoprii che abitava affianco a noi. Bussammo e ad aprirci fu un'uomo sulla 50 non molto alto. Penso fosse Boris.

<<Ciao amico! Quanto tempo>> I due si abbracciarono e sorrisero. Era così bello vedere papà felice. <<Prego entrate>> Disse poco dopo facendoci cenno di entrare.

<<Tu devi essere Ellen, piacere>> Mi porse la mano e io la strinsi <<Si sono io, piacere mio>> <<Sai, ho un figlio della tua età, se vuoi lo chiamo>> Non feci in tempo a rispondere perchè lo chiamò subito al piano di sotto <<Ethan! Scendi! Abbiamo visite>>

Pochi secondi dopo, scese un ragazzo abbastanza alto, con un ciuffo castano e degli occhi azzurri. <<Ciao>> Sorrise avvicinandosi a me <<Piacere Ethan, Ethan Cutkosky>> Lo
guardai dalla testa ai piedi con uno sguardo un po' freddo. Girai lo sguardo verso quello di mio padre, i suoi occhi dicevano chiaramente "Avanti Ellen", così mi presentai <<Ellen Moore>> Abbassai la testa e mio padre mi diede una piccola pacca sulla spalla.

<<Perché non andate di sopra? Noi ci beviamo qualcosa nel mentre, cosa ne dici William?>>
Mio padre annuii mentre io stavo diventando sempre più rossa. Che situazione imbarazzante.

<<Vabe... Dai vieni>> Mi fece cenno di seguirlo e cosi feci. La casa non era molto grande, ma aveva comunque due camere e due bagni. Quello del piano di sotto aveva solo
il wc e il lavandino mentre quello più grande era più grande. La sua camera aveva delle pareti azzurrine, un letto un po' più piccolo rispetto a quelli matrimoniali. Aveva poi una scrivania affianco al comodino, un armadio non molto grande  e infine una poltrona all'angolo della stanza.

<<Vieni siediti>> Mi sedetti sul bordo del letto mentre lui appoggiò la schiena al muro <<Quindi che mi racconti?>> Tacqui.

<<Perché parli così poco?>> Feci spallucce e incrociai le gambe girandomi verso di lui <<Non sono molto brava a fare amicizia>> Abbassai lo sguardo <<Ei ei tutto ok?>> Si avvicinò a me alzandomi il viso. Mi sorrise e io ricambiai.

<<Sono Ellen, ho 17 anni e sono nata e cresciuta in un paesino sperduto nella periferia di New York. Siamo qua per mio padre.. Mia madre è scomparsa un paio di anni fa.. Odio le persone che illudono. Sono molto timida e se voglio molto stronza>> Lui ridacchiammo e poi cominciò <<Sono Ethan, ho 17 anni e sono nato nel South Side di Chicago. Mia madre è morta quando ero molto piccolo. Odio le persone che mi sfidano>>

A questa affermazione un ghigno comparse sulla mia faccia. Lui mi guardò stranito e io sorrisi per sciogliere la tensione.

<<Ho rischiato di andare in carcere una volta per spaccio>> Lui rimase sbalordito a questa frase <<Cosa?>> Lo guardai stranita <<Da una timida non me l'aspettavo>> Rise <<Io
ci sono finito seriamente>>

Passammo la sera a parlare delle nostre esperienze. Era un ragazzo un po' malizioso e anche vanitoso, ma in fondo era molto dolce

Like a drug || Ethan Cutkosky♡︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora