Capitolo 9

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[CAPITOLO REVISIONATO IN DATA 29.01.2022]

"Dai, salta" mi urlò Niall.

Eravamo in collina, io, tanto per precisare, stavo per saltare e raggiungere il biondo che era a due metri sotto di me.

"Dai, non è poi così alto" continuò ad urlare, ormai annoiato. 

"Coglione" gli urlai anche io prima di saltare. 

Urlai più forte, credendo di precipitare, ma mi ritrovai tra le braccia calorose del biondo, che intanto stava sorridendo.  

"Vedi, non ti è capitato nulla" continuò a sorridere, facendo oscillare lo sguardo tra le mie labbra e i miei occhi.

"S-si, ma adesso come faremo a risalire?" chiesi balbettando, facendo l'indifferente verso i suoi sguardi.

"C'è una scala" me la indicò e sentii il biondo ridacchiare.

"Tu, coglione, mi hai fatto saltare inutilmente?" gli urlai puntandogli il dito nel petto e lui in risposta, scoppiò in una rumorosa risata. 

Sorrisi cercando di non farmi vedere da lui, ma, più forte la sua risata piombava nelle mie orecchie, più il mio sorriso aumentava.

Avevo riacquistato il sorriso, l'allegria che un tempo avevo perduto e tutto grazie a quel finto biondo dalle orecchie da elfo e dagli spettacolari. Però, mancava qualcosa.

Non sapevo nemmeno io cosa però, c'era un vuoto dentro di me; era una sensazione di vuoto.

"Vieni, scendiamo" mi avvertì, prendendo la mia mano e intrecciando le mie dita alle sue. 

Un sorriso minacciò di comparirgli sul viso ma cercò di nasconderlo, così come feci anche io; guardai le nostre mani, la mia al riparo dalla sua,  e le nostre dita perfettamente incastrate tra di loro. 

"Dove stiamo andando?" mormorai imbarazzata, pensavo che le mie mani avrebbero sudato da lì a poco, così cercai di di togliere la mia mano dalla sua, ma lui la strinse più forte.

"Lo vedrai" 

* * * * * * * * * *

"Urla, Luna" guardai il biondo come se avesse appena bestemmiato e lui ridacchiò.

"Ma sei pazzo, perché dovrei urlare?" 

"Perché no?! Ti sentirai più libera. Concentrati su tutte le tue preoccupazioni, pensa a quello che ti tormenta, e poi urla" spiegò lentamente ed io lo guardai scettica.

"Hai sbattuto la testa, per caso?" lui mi diede una leggera spallata, accompagnata da una linguaccia.

Bambino! 

"Non ho sbattuto la testa, sono in perfetta forma...ora urla" 

"Prima tu" lui fece come detto. Prese un lungo, profondo, respiro, e poi urlò.

Sembrava una bella sensazione, scacciare tutte le preoccupazioni con le urla, le sue grida rimbombavano in quella specie di grotta.

"Adesso tocca a te" mi avvertì il biondo, dopo aver urlato e io feci come lui: presi un lungo, profondo, respiro, e poi urlai.

Era vero: mi sentivo meglio, come più leggera e libera.

"Visto, che ti avevo detto?" sorrise il biondo ed io ricambiai. 

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