"Ora si che ci divertiamo" dissero loro. I licantropi fecero la prima mossa. Uno di loro partì alla carica, puntando allo stomaco di Vincent con un pugno, ma quest'ultimo rimase fisso a guardare. Ma cosa sta facendo!? Vuole farsi ammazzare? Stette lì, fermo fino all'ultimo. E mentre sul di quel licantropo compariva un ghigno e caricava il gancio, a pochi centimetri dallo stomaco di Vincent... il licantropo cadde a terra. Vincent era scomparso. "Eh!? Ma dove è finito?!" Un'altra forte folata di vento, e bhum, ed ecco di nuovo Vincent, sollevato in aria a pochi centimetri da terra, che teneva per il collo quel licantropo, avvicinandolo alla sua altezza e dicendogli:" Con chi pensi di avere a che fare?" disse con un leggero sibilo di sotto fondo. Si girò verso di me per controllare se stessi bene. I suoi occhi erano di un rosso vermiglio intenso, i canini erano più accentuati e aveva un'aria più spaventosa (ma a mio parere anche figa). Fece un sorriso soddisfatto e si girò verso i suoi nemici . Nei minuti successivi fu come assistere a una serie televisiva mafiosa. I lupi mannari si scagliavano contro di lui, uno a uno, con calci e pugni, o a volte anche di testa. Ma lui in qualche modo, rispondeva. Se non a pugni a calci, a volte li scaraventava via, o a volte si alzava pure in volo, per far schiantare quegli energumeni conto il muro. In somma, in meno di un quarto d'ora quegli stronzi erano stati gonfiati di botte da un ragazzino almeno 15 anni più piccolo. "Volete ancora divertirvi?" chiese a loro Vincent mentre si stavano rialzando piano piano d'all'ultima caduta " Mi avete scocciato ragazzini. Voi altri, ce ne andiamo" e dicendo così il capo e gli altri se ne andarono con la coda tra le gambe. Io che ero rimasto in un angolo a fissare la scena tutto il tempo, cercai di alzarmi, ma mi venne un crampo e ricaddi a terra. Vincent, che stava guardando quei meschini allontanarsi, sentì il mio tonfo e si avviò verso di me. "Vuoi una mano?" mi chiese porgendomi per l'appunto la mano. "Sì, grazie" risposi aggrappandomi. Lui mi tirò su con un po' troppa foga, persi l'equilibrio e gli caddi praticamente addosso. "Scusa, mi si sono intorpidite le gambe". Alzai la testa verso di lui, che mi scrutava con quei bellissimi occhi grandi e rossi, un sorriso affabile, mentre mi teneva quasi stretto a se. Io arrossì ma quando capì la gravità di quello che stavo pensando, lo spinsi via non poco imbarazzato. Lui si mise a ridere notando la mia faccia rossa. Stavo per ribattere quando mi partì uno starnuto. Improvvisamente percepì il freddo che mi aveva circondato fino a quel momento. Avevo solo il body e la panta-calza addosso, mannaggia a me che non mi ero cambiato. "Tieni, ti era caduta prima, meglio se ti copri". Era la felpa che avevo preso prima di uscire. Me la infilai subito. Era abbastanza grande, era nera con un bel cappuccio. Ma quella non era mia... "Si sta facendo buio" mi fece notare Vincent. Era quasi notte, d'altronde era inverno. "Già, devo correre a casa" dissi io mentre mi stavo avviando, "Vengo con te" mi raggiunse Vincent. "Non ce ne bisogno, posso cavarmela per fare pochi kilometri" dissi io spontaneo "Ho visto come ti sai difendere, se non c'ero io, a quest'ora eri ancora là con quei tipi a fare cose che non voglio immaginare". Stavo per ribadire che lui aveva fatto una cosa simile il giorno prima ma lui aggiunse "Se ti fosse successo qualcosa, anche se avrei potuto riempirli di botte dopo, non me lo sarei perdonato ugualmente". A quel punto decisi di non dire più quella "cattiveria" e mi limitai ad arrossire con la testa bassa. "W-wow, come la prendi sul personale..." commentai semplicemente. "Ah ah effettivamente è un commento insolito, soprattutto da uno sconosciuto e da un "nemico"... ma provo uno strano senso di...affetto... nei tuoi confronti..." Era evidentemente imbarazzato, ma si vedeva che cercava ugualmente di sembrare disinvolto e gentile. Si spaziò sul mio viso un sereno sorriso. Camminammo in silenzio uno a pochi centimetri dall'altro, e questa situazione durò per un paio di isolati. A rompere il ghiaccio fu Vincent. "È comoda quella felpa?". "Sì molto...è anche molto bella...ed ha un buonissimo profumo" "Ehehe lo so che sei ironico, purtroppo quella felpa ha impregnato il mio odore quindi non so quanto sia buono...se me la dai te la posso lavare e provare a cavare l'odore" "No no no no, io ero serio, ha un odore veramente buono, non voglio lavarla, per ora" Lui strabuzzò un po' gli occhi ma non insistette. "Sono contento di avertela regalata ieri, tralasciando che era il minimo che potevo fare. In più probabilmente non avrei potuto prenderla ugualmente". "Perché?" risposi io. "Bhe perché te la tenevi stratta stretta come se fosse un importantissimo tesoro" e si mise a ridere al ricordo. All'inizio lo guardai male, ma poi venne da ridere anche a me per l'intera situazione (per non piangere). Ridettimo per un po', poi tornammo nello stato di prima. Con la differenza che ora ogni tanto sentivo la mano di Vincent che mentre camminavo sfiorava la mia. La prima volta mi venne un brivido su per la schiena, ma poi crebbe in me il desiderio di stringergli la mano. Provai anche io a sfiorarla, ma ero in ansia, ero nervoso e avevo paura che lui non so...non volesse...Allora feci una delle cose più imbarazzanti in tutta la mia vita, probabilmente. Invece di stringergli tutta la mano, gli presi solo il mignolo. Lui lo notò praticamente subito e si fermò quasi all'improvviso. Si girò a guardarmi con una faccia semi interrogativa. Io mollai subito la presa e cercai tipo di scusarmi :"Ehm scusa, non so cosa mi sia preso...ero solo...suggestionato dal momento?" . Feci come una risatina isterica e poi mi misi a parlare a testa bassa: "Presumo sia un problema per me e te se ci teniamo la mano...insomma è sbagliato, per le nostre specie e per la nostra società...". Rimasi in silenzio ad aspettare una risposta. Ma al posto di quella, Vincent tese la mano verso la mia e me la afferrò. "Chissene frega, a me fa piacere se vuoi tenermi la mano" rispose semplicemente. Riprendemmo a camminare esattamente come prima, ma anche se non stavamo parlando, mi sentivo a mio agio. La sua mano non era calda, ma mi piaceva il fresco che emanava. Eravamo un poco più vicini di prima, e ogni tanto mi giravo a guardarlo. Teneva costantemente un lieve sorriso sul volto, che era stranamente contagioso, e faceva spuntare anche sul mio viso un sereno sorriso. Arrivammo a casa mia praticamente verso le 7 e mezza. Lo salutai all'inizio della via, non ancora visibili dalle finestre da casa mia, così che i miei genitori non ci vedessero. "Ti sono veramente grato, pare che tu in questi giorni mi stia sempre salvando dai i problemi" "Non dire così, probabilmente te ne sto anche causando, ma ci terrei che tu evitassi di scappare da me" "Mi impegnerò per non farlo" gli risposi con una smorfia. Lui sospirò e poi continuò: " Bhe direi che è ora di salutarci, ci vediamo domani" "Ok, a domani Vincent" e dicendo così mi voltai e andai a passo svelto verso casa mia. Prima di entrare dal cancelletto mi sentì urlare da quel succhia sangue: "E comunque le pantacalze ti stanno benissimo, ti fanno un culo pazzesco!" Diventai rosso come un pomodoro e anche se non lo sentì percepì quel succhia sangue ridere. Vincent che stupido che sei pensai mentre stavo entrando in casa. "Come mai ci hai messo tanto?" mi chiese mio padre dal salotto. "Ho avuto un piccolo disguido e sono dovuto rimanere fuori più del previsto" risposi semplicemente io. Starnutì. "Vatti a fare una doccia e poi vieni a mangiare" disse mia mamma dalla cucina. Starnutì di nuovo. "Ok" E starnutì di nuovo, altre due volte. Mentre salivo le scale incominciai a tossire. Mi feci una doccia veloce, ma incominciava a venirmi mal di gola. Scesi giù a mangiare, ma praticamente mi colava il naso. "Ti sei ammalato vero?" mi disse mio padre, con la faccia di chi già aveva capito tutto. "No non è vero" e in quel momento mi partì uno starnuto che quasi cadevo dalla sedia. "Domani non vai a scuola" esentò mia madre. "Hai un sistema immunitario che non regge troppi sforzi, non devi esagerare" "Sono d'accordo" aggiunse mio padre. Ero felice, avrei comunque saltato un giorno di scuola. Ma il mio primo pensiero non fu quello. Bensì mi dispiaceva il fatto che non avrei visto Vincent il giorno dopo. O almeno così pensavo.
Scusate questo capitolo è scritto un po' male e velocemente, ma sono molto occupat* con la scuola. Spero mi perdoniate.
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Indistintamente Mostri (Boys Love)
FanfictionMi stesi sul letto, ormai diventato il mio pensatoio, e cominciai a ricordare quelle belle sensazioni che avevo provato prima. Era stato stranamente piacevole e in quei attimi non avevo ragionato neanche che fosse un vampiro. Ma effettivamente io e...