Capitolo 16

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Mi svegliai il giorno dopo alle 7. Nella stanza entravano fiochi raggi di luce . Feci per alzarmi, ma mi fermai subito. Una mano stava  stringendo avidamente la mia maglietta. Zack dormiva beato, sul cuscino accanto al mio e mi abbracciava stretto. Era così carino! Decisi, di non alzarmi dal letto finché non si sarebbe svegliato pure lui. Passai un ora a giocare coi suoi capelli, senza mai annoiarmi. Fino a che non lo vidi stropicciare gli occhi e aprirli piano: " Giorno" disse con la voce ancora impastata dal sonno. "Buongiorno, ti ho svegliato?" gli chiesi. "No, no, non avevo più voglia di dormire, tutto qui". Diceva così, ma in realtà stettimo lì sotto le coperte un altro quarto d'ora, dato che ogni tanto si riaddormentava. Fino a che io non mi girai da un lato per prendere il telefono e lui si accorse che mi aveva abbracciato tutto il tempo. "S-scusa non mi ero accorto che ti stavo abbracciando!" Esclamò lui, che quasi cadeva dal letto. "Ahahaha, davvero non te ne eri accorto?" chiesi ridendo. Abbassò le orecchie imbarazzato con un no dispiaciuto. Non volevo che si sentisse in colpa per qualcosa che non mi aveva dato fastidio. Così lo presi di peso sotto le ascelle portandomelo al petto, e lo abbracciai a me. "M-MA CHE STAI FACENDO!?" urlò lui, che stava diventando rosso. "Ecco anche io ti ho abbracciato, siamo pari no?". Si dimenò un po' poi lo lasciai andare. Si alzò di scatto, prese i vestiti e se ne andò dicendo che si andava a cambiare. Io rimasi sul letto divertito, poi mi cambiai pure io. Appena finito scesi giù in cucina e cercai qualcosa da mangiare per Zack. Noi compravamo tutto aromatizzato al sangue, e dato che i miei genitori non avendo rapporti con non-vampiri, non c'era  nulla di normale da offrirgli. Lui era ancora in bagno, così salì al piano di sopra e bussai alla porta. "Che vuoi?" disse scorbutico, era ancora arrabbiato per prima? "Cosa mangi di solito a colazione?" chiesi da dietro la porta. "Fa lo stesso, non mangio nulla" "Non hai risposto alla domanda" Sbuffò irritato. "Lascia stare". Ma gli era venuto il ciclo o qualcosa del genere? "Posso entrare?" ci mise un po' per rispondere poi disse:" Fai come ti pare..". Entrai con cautela. Capì al volo perché Zack era così irritato. Aveva incastrata sulla sua pelliccia ben due spazzole e non riusciva a pettinarsi. Sembrava sul punto di una crisi. "Ehy... tutto bene?" chiesi a Zack. Lui guardava verso il basso fissando un punto poco preciso della mattonella. Mi avvicinai di un passo e poi gli richiesi cosa non andasse. Alzò lo sguardo e vidi uno Zack imbronciato con gli occhi lucidi sul punto di piangere. "E che cazzo! Non ne posso più!" sbottò lui. "Che situazione di merda! Mio zio che non volevo più vedere è tornato, non riesco più a dormire sogni tranquilli, non posso stare in casa mia, e non riesco neanche a spazzolarmi il pelo!" riprese tutto d' fiato "E in tutto questo non faccio altro che abusare della tua gentilezza, mi inviti a casa tua, mi offri il tuo cibo, mi fai dormire nel tuo letto con te, ascolti i miei problemi e io in cambio ti rompo le scatole la mattina!'" "Che amico di merda che sono" concluse così questo su sfogo. E per certi versi lo capivo. Non stava passando un bel periodo, era difficile per lui stare su  morale. E poi per quello che avevo imparato su di lui era un tipo che si dava troppe colpe. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Lui non disse nulla, non mostrò alcuna reazione. Poi gli presi il viso tra le mani e gli dissi: "Io non posso minimamente capire come ti senti, ma so che non deve essere facile. Ma sappi solo che io sarò sempre dalla tua parte e mi farà sempre piacere darti una mano per quel che posso, perché tu sei la persona che mi piace" E come dissi questo i suoi occhi si spalancarono. "Bhe sì... cioè io provo un forte sentimento nei tuoi confronti... e bhe... penso che superino l'amicizia. Ah sì però stai tranquillo... non mi aspetto che tu ricambi o qualcosa del genere. Solo sappi che per te ci sarò sempre." Non so da dove mi uscirono quelle parole, non avevo mai pensato di dichiararmi o qualcosa del genere. Sapevo solo che ero stato sincero e sentivo fosse la cosa giusta da dire. Lui non rispose, continuava a fissarmi. "Ehy che ne dici se ti do una mano a pettinarti?" proposi io poco dopo, dato che aveva ancora la spazzola nel pelo. "Oh sì grazie" rispose velocemente Zack. Estrassi con molta maestria la spazzola dal pelo di Zack e incominciai piano a spazzolare, stando attento ai nodi e a non fargli male. "Ti faccio male?" chiedevo ogni tanto, ma lui scuoteva la testa e allora continuavo. In 10 minuti riuscimmo a sistemare il suo pelo. "Sei davvero abile" commentò Zack. "Non so se hai visto che testa di capelli è mia sorella, secondo te chi è che la pettina?" e si mise a ridere. "Quindi non vuoi niente per colazione, sei sicuro?" continuai a proporgli io.

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Io gli avevo ripetuto che io stavo bene così. Allora come mai ora ero in cucina, con la sua sorellina che mangiava i cereali col latte, mentre lui era fuori a procurarsi qualcosa per me. "Ma lo sai che tu piaci molto a mio fratello?" disse lei all'improvviso. Continuava a guardarmi con quei suoi occhioni e un sorrisetto affabile. "Io cosa?" chiesi io confuso. "Bhe sì, tu gli piaci, si vede lontano un miglio" aggiunse in tutta tranquillità. "Poi lui mi parla spesso di te" continuò mentre finiva la scodella della colazione.  "Ah sì, e cosa dice su di me?" ora la situazione si stava facendo interessante. "Dice che sei super simpatico, altruista, e molto modesto. Che dovresti avere più fiducia in te stesso e altri mille complimenti che ora non ricordo..." Wow, Vincent tesseva le mie lodi in maniera così divina che mi stavo commovendo. "Ah sì e a volte dice che pensa che potrebbe scopart-" "Ehy di che parlate?" un Vincent selvatico comparve sull'uscio di casa con una busta di cibo per me in mano. Io tralasciai quello che sua sorella stava dicendo e andai verso di lui. "Poi dimmi il totale che te lo restituisco" e prima che dicesse qualcosa io andai in cucina e mi misi a mangiare. "Quindi di che parlavate?" continuò a chiedere incuriosito Vincent. "Gli ho detto quello che mi dici sempre di non dire a nessuno su di Zack" disse sua sorella molto tranquillamente mentre metteva la sua ciotola nel lavello. A quell'affermazione notai del rossore sulle guance di Vincent. A me venne naturale sorridere, e gli diedi una pacca sulla spalla, come per rassicurarlo. Vincent sembrò un po'sollevato e così mi chiese, mentre stavo finendo di mangiare:" Che cosa vuoi fare ora?". Da quanto avevo capito, mio zio rimaneva solo fino a quella sera, quindi sarei tornato a casa a tarda notte, giusto per sicurezza. Per il resto non avevo impegni. "Forse almeno tu non dovresti fare i compiti?" proposi io con poche speranze a Vincent. Scosse la testa:" Non se ne parla. E tu cosa faresti nel mentre? No no io non ti lascio da solo ad annoiarti" borbottai un "come vuoi tu" ma ero felice non mi lasciasse da solo. Poi guardai fuori e vidi un bellissimo sole e un cielo azzurro limpido da ogni nuvola.  "E se per caso andassimo a fare un giro fuori?" Vincent guardò fuori, poi annuendo disse:" Dai perché no. Mi sembra un ottima idea" Uscimmo da casa sua e incominciammo a camminare in giro. "C'è un bellissimo parco non molto lontano da qui, che ne dici di farci un salto?" Annui e ci avviammo. Vincent mi prese la mano e dopo avermi guardato un po' per vedere se la cosa mi andava bene, strinse un pochetto di più la presa. Io avevo la testa tra le nuvole, non stavo particolarmente facendo caso a quello che era attorno a me. Vincent prima mi aveva detto che gli piacevo. Cioè sul momento non avevo realizzato, ma ora mi stava tornando tutto alla testa. E ora che cosa dovevo fare? Dovevo dargli una risposta? Lui aveva detto che non gli serviva una risposta ma andiamo, non mi sembrava il caso di lasciare le cose a metà. Che gli dovevo rispondere. Questo era il dilemma. In questo periodo avevo abbastanza confermato il fatto che mi piacesse, ma se glielo avessi detto ci saremmo messi insieme? Potevamo farlo? Eravamo due ragazzi sì, ma questo era la pena minore. Il fatto è che eravamo di due razze diverse, addirittura nemiche! Alzai lo sguardo e lo guardai in viso, mentre continuavamo a passeggiare verso questo fantomatico parco. Aveva un'andatura fiera, il viso serio e un passo deciso. Poi guardò verso di me, probabilmente accorgendosi del mio sguardo, e cambiò espressione: fece un bellissimo sorriso smagliante accennando ad una risata. E ricambiai con un altro sorriso, prima di immergermi di nuovo nei miei pensieri. Chissene importava dei pregiudizi degli altri. Io amavo quel ragazzo, con tutto il mio cuore. Fin dalla prima volta che l'ho visto mi ha fatto venire i brividi, si era rivelato dolce e premuroso, mi aveva aiutato in innumerevoli occasioni senza chiedere mai nulla in cambio. Era simpatico, divertente ma sapeva anche ascoltare e aveva cercato di sostenermi al meglio che poteva. Non c'erano dubbi, io lo amavo e glielo avrei detto. Ma...come? "Ehy, terra chiama Zack, terra chiama Zack" Vincent schioccò un paio di volte le dita, riportandomi alla realtà. "Siamo arrivati" annunciò mentre attraversavamo il grande cancello del parco. Era un parco non troppo grande, che si estendeva attorno ad un laghetto, aveva una sezione per i giochi e una per il fitnes, e tante panchine attorno agli argini del lago. Fecimo un giro attorno ad esso e poi ci sedemmo su di una panchina, tendendoci tutto il tempo per mano. E infine ci sedettimo su una panchina.

Ciao sono l'autore. Scusate l'assenza ma il prossimo capitolo uscirà a breve non preoccupatevi. A presto.

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