Capitolo 17

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Panico. L'unica parola che poteva descrivere l'attuale situazione. Il paesaggio era bellissimo, il parco era tranquillo, e la compagnia più che piacevole. Ma questo era il problema. Era la situazione perfetta per ricambiare i sentimenti di Vincent, ma non sapevo assolutamente come fare. Dire:"Ehy, ma sai che piaci pure a me" mi sembrava da buffoni, oppure "Ricambio i tuoi sentimenti, mettiamoci assieme" era troppo freddo. Ahhhh...non avevo idee. Ogni tanto mi giravo a guardarlo. Se ne stava in silenzio a guardare le anatre nel lago, e ogni tanto buttava gli occhi sul telefono. Quando però si girava verso di me, subito distoglievo lo sguardo e tornavo a pensare. Non so quanto durò questa situazione ma ad un certo punto Vincent attaccò bottone: "Senti Zack, lo so che probabilmente stai ancora pensando a quello che ho detto prima quando eravamo in bagno." Il suo tono di voce mi convinceva proprio poco. "E se non ti piaccio non devi preoccuparti, non mi aspetto nulla da te" No no, perché dici così. "Se la mia compagnia ti mette disagio, possiamo non vederci più, e se il collare che ti ho regalato ti dai fastidio, puoi cavarlo..." Dopo queste parole sbottai "Smettila di parlare... non me la rendi facile così!" "Non c'è bisogno che tu dica nulla..." "No, ora tu ti stai zitto" Lui si ammutolì e io incominciai a parlare a manetta, pensando malapena quello che stavo dicendo. "Io è un'ora che penso alle parole adatte a confessarmi, ma poi arrivi tu che incominci a dire ste stronzate" Continuavo a parlare a testa bassa, anche se pure lui mi aveva detto che mi amava, avevo paura del suo sguardo, oppure che si mettesse a ridere.  E parlavo sempre più veloce per impedirgli di dire qualunque cosa. "Tu mi piaci alla follia. Fin dal primo momento che ti ho visto il mio cuore ha incominciato a battere forte, poi ho scoperto che persona premurosa fossi, di quanto tu fossi gentile e disponibile. Sei bellissimo, un gran figo, sai sempre tenere testa a tutti, ma non sei sbruffone. Come si fa non amarti?" Feci una breve pausa per riprendere fiato, ma ricominciai prima che lui potesse interrompermi. "Perciò sì, non mi importa se io e te siamo di due specie diverse, stesso sesso, caratteri diversi, gusto di gelato preferito diverso, quello che è, non mi interessa, io voglio stare con te!" e finalmente presi fiato e alzai la testa. C'era Vincent che rideva. "E ora perché ridi, sapessi quanto mi ci sono impegnato...!" Mi ero irritato, dopo tutto l'impegno che ci avevo messo. "Non sto ridendo per quello, ma perché lo hai praticamente urlato a tutto il parco". In quel momento mi resi conto del tono di voce che avevo usato e che qualche passante ci stava guardando. Abbassai testa e orecchie dalla vergogna e mugugnai: "S-sono mortificato..." Volevo scavarmi una fossa e seppellirmi, non era proprio da me urlare in un posto pubblico (probabilmente più una cosa da Zeye). Stavo per mettermi a piangere, ma Vincent mi abbracciò all'improvviso, così forte che mi stava per strozzare. "V-vincent mi manca il fiato"  ma lui non accennò a lasciare la presa. "Non sai quanto sono felice che tu mi abbia detto quelle parole, avevo paura che non ricambiassi e non ci saremmo visti più" E senti la mia spalla diventare bagnata. Stava... piangendo!? Misi la mano sulla sua testa e incominciai ad accarezzargliela, come aveva fatto lui innumerevoli volte con me. "Su su, non c'è bisogno di piangere, che bambinone che sei" Lui staccò la faccia dalla mia spalla e incominciò a fissarmi negli occhi. "E-ehy guarda che scherzavo-" chiuse gli occhi e mi baciò. Io chiusi i miei e ricambiai, stringendomi forte al suo collo. Ci staccammo solo quando ebbimo finito entrambi il fiato. Vidi un sorriso a 32 denti formarsi sulla sua faccia. E non potei fare altro che ricambiare. Continuammo a fissarci per un tempo indefinito. Decidemmo di tornare a casa sua. Quando tornammo c'era la sorellina di Vincent, che corse a chiedere a suo fratello se potesse andare ad un pigiama party. Lui disse subito di sì, e si offrì di accompagnarla quanto prima. All'inizio non capivo come mai tutta questa fretta, poi mi resi conto che saremmo stati insieme una serata, e mi venne da sorriedere. Qualche ora dopo lui accompagnò sua sorella e tornò al volo. Io proposi di guardare un film insieme. Lui cucinò mentre io preparai il divano. Misi un bel film, e dopo aver cenato, ci sistemammo sul divano e con le luci soffuse e sotto una coperta. Verso la fine del film, i due protagonisti si baciarono. Mi venne istintivo guardare Vincent, pure lui mi guardò e ci baciammo. Proprio una cosa da favola! Poi sentì la sua mano fresca toccarmi, prima sul viso, poi sul busto, infine fino a scendere sulle cosce, l'altra mano a toccarmi un orecchio. Ma non dissi nulla, non ero spaventato o scandalizzato, anzi io mi protesi in avanti e mi avvinghiai al suo collo. Lui perse l'equilibrio e si stese. Mi chiese:" Ehy, potremmo provare se vuoi, ti prometto che non sarà come l'ultima volta, ti tratterò bene, cercherò- " ma lo zittii con un bacio. Mi staccai e gli dissi:" Mi fido, proviamo" e dicendo così gli diedi un altro bacio. Salimmo al piano di sopra e ci avviammo verso camera di Vincent. Quello che successe dopo fu bellissimo. Lui era dolce, faceva piano e cercava di rendere il momento bellissimo, e io pure contribui. Fu questa la nostra prima vera volta. Qunado finimmo, lui sotto le coperte mi accarezzava i capelli, e io lo guardavo. "Spero che rimarremmo così per sempre" e Vincent rispose:" Fino alla fine dei tempi".


Ciao sono l'autore, spero che la storia vi sia piaciuta. Lo so che sono aperti molti punti interrogativi, ma conto di fare un'altra parte, prossimamente. Ma il racconto può finire anche così. Spero vi sia piaciuto, a me sì.

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